Ci sono momenti in cui nuove idee si affollano nella mia mente
sciamando come api in un alveare, sono così tante, vorticanti e confuse che
sembrano avere bordi taglienti, fa quasi male non vederle belle ordinate come
un blocchetto di post-it tranquillamente riposto su un tavolo, me le immagino
come una miriade di foglie che si sollevano in una giostra di vento argentato,
un po’ come in quei mulinelli che si formano sui viali d’autunno nelle giornata
ventose…
Ci sono momenti in cui quel vento che le fa vorticare follemente
si assopisce, quasi fosse stanco, ed allora ne approfitto, per afferrarle come
farebbe una bambina cercando di acchiappare al volo le caramelle che piovono da
una pignatta, allora le scrivo velocemente sul quadernino che porto sempre con
me, dove appunto ogni idea che mi viene in mente, solitamente questi momenti di
idee vorticanti coincidono con periodi in cui non ho ispirazione per la
scrittura, quindi rimango a corto di parole ma piena di ricette, e che scrivo?
Niente, però lasciarvi solo con una ricetta mi pare brutto;
ovviamente questi scoppi di creatività non durano a lungo, e non mi vengono
spesso, o almeno non spesso quanto vorrei, tuttavia questa notte, invece di
dormire come avrei dovuto fare, ho afferrato decine di quelle nuove idee che
avevo in testa, come fosse arrivata quella nuova ispirazione non lo so, so però
da cosa è venuta, io funziono ad immagini, le parole nella mia mente non sono
che immagini che provvedo a tradurre in parole, i pensieri sono fili d’orati e
le sensazioni colori più o meno accecanti, mettendo insieme questi elementi
nascono le mie ricette, davanti ai miei occhi si materializzano sfocati i bordi
di ipotetiche cartoline, che riaffiorano pian piano come ninfee in uno stagno,
come una foto in una camera oscura si sviluppano davanti a me, piano piano si
delineano i contorni, poi vengono fuori i colori, ed infine vedo il piatto, da
li devo stabilire cosa sia in effetti, quali elementi lo compongono, quali sono
gli ingredienti con cui è fatto, per alcuni è lampante, per altri un po’ meno,
vedo il piatto li, davanti a me, quasi riesco a sentirne il profumo, ma non so con
cosa sia fatto e devo iniziare una ricerca, una caccia al tesoro che mi
condurrà al risultato finale.
L’ispirazione per il piatto di oggi so bene da cosa viene, dalle
rape e dalle barbabietole, ho ordinato e mi sono fatta recapitare a casa kg di
rape e barbabietole di ogni tipo, rape rosse e rape bianche, ravanelli angurie
e rutabaga, insomma, avevo “intenzioni serie”, come si dice dalle mie parti, di
darci dentro a cucinare.
Ieri sera mi hanno portato un filetto di Fassona splendido, impossibile
non farlo crudo battuto al coltello, ma come condirlo?
Se vi state chiedendo cosa abbia fatto io con i vari kg di rape e
barbabietole ve lo dico subito, sono finiti sott’aceto, essiccati in chips e in
polvere, ecco che ho avuto l’idea di servire la tartare con le polveri degli
ortaggi che ho realizzato in questo periodo, polvere di pomodoro per la
sapidità, aceto e cipolla in polvere per quel brio in più, cavolo nero e olive per
una nota leggermente amara ed erbacea, barbabietola per una nota terrosa,
foglie di ravanello per freschezza e una leggera piccantezza, il tutto condito
da sale Maldon e un ottimo olio dal gusto deciso.
La tartare di Fassona che si credeva un ravanello
Per le polveri vegetali
Pomodori pachino
Foglie di cavolo nero
Barbabietola rossa
Olive nere
Cipolla rosa di Roscoff
Disponete questi vari ingredienti, tagliati sottili nel caso di
pomodori, cipolle e barbabietole) nell’essiccatore per una notte a 45°, fate
essiccare completamente ed il giorno seguente tritateli separatamente con un macina
graniglie fino ad ottenere delle polveri che dovrete poi passare al setaccio,
questa operazione può essere fatta con largo anticipo, basterà conservare le
polveri in scatole di latta ben chiuse al riparo dall’umidità.
Per l’aceto in polvere
Aceto di vino bianco 3 cucchiai
Maltodestrina
Unite all’aceto la maltodestrina, aggiungetene quanto basta per
ottenere una polvere, mescolando costantemente, setacciate e tenete da parte.
Per la tartare di Fassona
Filetto di Fassona
Olio evo gusto deciso
Sale Maldon
Pepe voatsiperifery
Ottenete una tartare battendo bene la carne con un coltello ben
affilato, conditela con olio, sale e pepe, formate quindi delle semisfere e
disponetele su un tagliere.
Per l’insalata di foglie di ravanello ghiaccio
Foglie tenere e germogli di ravanello giaccio o daikon
Germogli di mizuna viola
Germogli di girasole
Olio evo
Sale
Lavate per bene le foglie, asciugatele e conditele con olio e sale,
tenete da parte.
Finitura e impiattamento
Unite l’aceto in polvere con la cipolla polverizzata e con questo
mix bianco spolverate un’estremità della semisfera di carne.
Con la polvere di cavolo nero spolverate l’estremità opposta della
semisfera, dove andrete poi a posizionare le foglie.
Unite la polvere di pomodoro con poca polvere di barbabietola,
spolverate con questo mix rosso la parte centrale e superiore della semisfera
di carne, coprendo quasi del tutto la parte precedentemente spolverata con la
polvere di cavolo nero.
A questo punto dovrete aggiungere le foglie, facendo entrare le
estremità nella tartare per far si che stiano ferme, prima disponete i germogli
di girasole, poi quelli di mizuna, infine le foglie tenere di daikon o
ravanello ghiaccio.
“Sporcate” il ravanello-tartare e il piatto con la polvere di
olive nere, condite con una spolverata di sale Maldon e portate in tavola,
ultimate condendo il tutto con un ulteriore filo d’olio direttamente davanti al
commensale.
Vi lascio con una foto del"dietro le quinte" della mia cucina, ancora non ve l'ho detto, ma abbiamo adottato due micetti trovati per strada, sono cuccioli e tenerissimi, ma appena sentono il profumo di qualcosa di buono da mangiare si trasformano in due piccole furie scatenate, e niente, mentre stavo fotografando sono saltati simultaneamente sul tavolino, sono fratello e sorella, vivono praticamente in simbiosi, non cambiano stanza se non insieme, addirittura fanno il turno nella lettiera, andando insieme ed aspettandosi a vicenda, quindi doveva pure essere ovvio che pianificassero l'assalto alla tartare, rigorosamente insieme, l'ho salvata per fortuna ahahahha!
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