Quarto giorno di #100orenelPiceno
Giorno 4: Offida la bella
Vorrei iniziare questo post con una premessa, anzi, con due: andare via al mattino e saltare l'ultimo giorno delle 100 ore sarebbe stato per me infinitamente più semplice, sarei partita con un treno diretto e sarei stata a casa per l'ora di pranzo; partire a fine tour invece significava prendere 3 treni per arrivare nel tardo pomeriggio in stazione, da li avrei chiamato un taxi e mi sarei ritrovata a casa per cena, leggermente più complicato, ma mai complicato quanto si è rivelato in realtà, dato che il mio treno "San Benedetto del Tronto - Faenza" è arrivato in stazione con 50 minuti di ritardo, facendomi perdere la coincidenza, e così me ne sono rimasta fino alle 20:30 in stazione a Faenza, dove, per inciso, sui binari non c'è neanche una panchina per aspettare il treno, per poi prendere un treno che mi ha portata a Firenze facendo una fermata ogni 12 metri, con mezze carrozze al buio ed un freddo polare, a Firenze io ed altre allegre famigliole che avevano perso la coincidenza a Faenza ci siamo ritrovate ad aspettare il treno per Livorno, alla fine sono arrivata a casa alle 2 di notte.
Ecco, perchè vi ho raccontato tutto questo?
Perchè l'ultimo giorno di tour prevedeva un pranzo preparato dallo Chef Nikita Sergeev e non volevo perdermelo per niente al mondo, per questo ho scelto di partire a fine tour, e se tornassi indietro non cambierei assolutamente treno, anzi, riperderei la coincidenza e ripeteri tutto esattamente come ho fatto, perchè Nikita Sergeev è un mito della cucina!
Io dico sempe che ognuno è artefice del proprio destino, ma credo anche che alcune persone siano predestinate a qualcosa, ed il destino lo abbiano già scritto nelle stelle ancor prima di nascere, una di queste persone è Nikita Sergeev, lui la cucina ce l'ha nel sangue, e probabilmente avrebbe potuto svolgere egregiamente qualsiasi altro lavoro, ma in cucina lui è una divinità, il suo è un talento raro, e molti chef e cuochi pagherebbero per avere la sua creatività, la sua inventiva, il suo animo...
La sua cucina è al pari dei migliori stellati, i suoi piatti sono studiati nei minimi particolari, gli abbinamenti sono perfetti.
E' giovanissimo, classe 1989, ma cucina da moltissimi anni, praticamente da che era un bambino, sono la mamma Ekaterina e la nonna Tamara a trasmettergli inconsapevolmente la memoria dei sapori della sua terra, la Russia, che conserva nel cuore, e così ecco che nei suoi piatti compaiono le bacche selvatiche, i funghi, i pesci affumicati e i generosi piatti delle feste, come l'anatra e il maialino, la passione per la cucina l'aveva già da piccolo quando aiutava le donne di casa a preparare i pasti.
Dopo un viaggio nelle Marche si innamora dell'Italia, in particolare del territorio Piceno, così per 12 mesi studia all'Alma, con maestri del calibro di Luciano Tona, Andrea Grigaffine, Silvio Salmoiraghi e Paolo Lopriore, e come rettore l'indimenticabile Gualtieri Marchesi.
Nel 2013 a soli 22 anni apre L'Arcade, un ristorantino nel cuore del centro storico di Porto San Giorgio, i primi successi non tardano ad arrivare, viene chiamato per partecipare a diverse trasmissioni, tra cui "Gambero Rosso Channel" e "My Chef Tv", si guadagna in fretta il titolo di "Chef Emergente per il Centro Italia", ottenuto nel 2015 al Concorso di Luigi Cremona, ed un cappello nella Guida Espresso ristoranti 2017, al pari di tanti ristoranti stellati.
Dal 2015 è docente di cucina presso l'Accademia Chefs di San Benedetto del Tronto, riconosciuta dalla Regione Marche, nel 2017 entra a far parte del sodalizio "Gli Ambasciatori del Gusto", presieduto dalla Chef Cristina Bowerman, a novembre dello stesso anno la Guida Espresso Ristoranti gli conferisce due cappelli su cinque per l'anno 2018 e la menzione speciale "2 forchette" per la cucina creativa, un gran successo, all'alba del 2018 Nikita con il suo risrante l'Arcade entrano nel "Golosario" e nella guida digitale di Identità Golose, nel mentre continuano le sue partecipazioni a trasmissioni, programmi, manifestazioni e cooking show.
Ma chi è veramente Nikita Sergeev?
Una parola per descriverlo: un portento.
Vi ho detto che è nato nel 1989 e, da non crederci, cucina da 23 anni!
Originario di Mosca e marchigiano d'adozione, la sua è una cucina moderna, che si avvale delle migliori tecniche, in abbinamento a materie prime di eccellenza, i suoi piatti hanno sapori decisi ma perfettamente bilanciati, come ad esempio il suo risotto ai sentori di mare, un piatto a cui è molto affezionato, dove il Carnaroli che rappresentare il bagnasciuga
viene mantecato con sedano rapa cotto al forno, che conferisce importanti note acide, minerali e terrose, viene poi coronato da limone candito e capperi per conferire una nota di Mediterraneità, il sapore del mare viene dato da polveri di alghe, cozze e ostriche, che profumano d'estate e ricordano giornate in spiaggia.
Vorrei iniziare questo post con una premessa, anzi, con due: andare via al mattino e saltare l'ultimo giorno delle 100 ore sarebbe stato per me infinitamente più semplice, sarei partita con un treno diretto e sarei stata a casa per l'ora di pranzo; partire a fine tour invece significava prendere 3 treni per arrivare nel tardo pomeriggio in stazione, da li avrei chiamato un taxi e mi sarei ritrovata a casa per cena, leggermente più complicato, ma mai complicato quanto si è rivelato in realtà, dato che il mio treno "San Benedetto del Tronto - Faenza" è arrivato in stazione con 50 minuti di ritardo, facendomi perdere la coincidenza, e così me ne sono rimasta fino alle 20:30 in stazione a Faenza, dove, per inciso, sui binari non c'è neanche una panchina per aspettare il treno, per poi prendere un treno che mi ha portata a Firenze facendo una fermata ogni 12 metri, con mezze carrozze al buio ed un freddo polare, a Firenze io ed altre allegre famigliole che avevano perso la coincidenza a Faenza ci siamo ritrovate ad aspettare il treno per Livorno, alla fine sono arrivata a casa alle 2 di notte.
Ecco, perchè vi ho raccontato tutto questo?
Perchè l'ultimo giorno di tour prevedeva un pranzo preparato dallo Chef Nikita Sergeev e non volevo perdermelo per niente al mondo, per questo ho scelto di partire a fine tour, e se tornassi indietro non cambierei assolutamente treno, anzi, riperderei la coincidenza e ripeteri tutto esattamente come ho fatto, perchè Nikita Sergeev è un mito della cucina!
Io dico sempe che ognuno è artefice del proprio destino, ma credo anche che alcune persone siano predestinate a qualcosa, ed il destino lo abbiano già scritto nelle stelle ancor prima di nascere, una di queste persone è Nikita Sergeev, lui la cucina ce l'ha nel sangue, e probabilmente avrebbe potuto svolgere egregiamente qualsiasi altro lavoro, ma in cucina lui è una divinità, il suo è un talento raro, e molti chef e cuochi pagherebbero per avere la sua creatività, la sua inventiva, il suo animo...
La sua cucina è al pari dei migliori stellati, i suoi piatti sono studiati nei minimi particolari, gli abbinamenti sono perfetti.
E' giovanissimo, classe 1989, ma cucina da moltissimi anni, praticamente da che era un bambino, sono la mamma Ekaterina e la nonna Tamara a trasmettergli inconsapevolmente la memoria dei sapori della sua terra, la Russia, che conserva nel cuore, e così ecco che nei suoi piatti compaiono le bacche selvatiche, i funghi, i pesci affumicati e i generosi piatti delle feste, come l'anatra e il maialino, la passione per la cucina l'aveva già da piccolo quando aiutava le donne di casa a preparare i pasti.
Dopo un viaggio nelle Marche si innamora dell'Italia, in particolare del territorio Piceno, così per 12 mesi studia all'Alma, con maestri del calibro di Luciano Tona, Andrea Grigaffine, Silvio Salmoiraghi e Paolo Lopriore, e come rettore l'indimenticabile Gualtieri Marchesi.
Nel 2013 a soli 22 anni apre L'Arcade, un ristorantino nel cuore del centro storico di Porto San Giorgio, i primi successi non tardano ad arrivare, viene chiamato per partecipare a diverse trasmissioni, tra cui "Gambero Rosso Channel" e "My Chef Tv", si guadagna in fretta il titolo di "Chef Emergente per il Centro Italia", ottenuto nel 2015 al Concorso di Luigi Cremona, ed un cappello nella Guida Espresso ristoranti 2017, al pari di tanti ristoranti stellati.
Dal 2015 è docente di cucina presso l'Accademia Chefs di San Benedetto del Tronto, riconosciuta dalla Regione Marche, nel 2017 entra a far parte del sodalizio "Gli Ambasciatori del Gusto", presieduto dalla Chef Cristina Bowerman, a novembre dello stesso anno la Guida Espresso Ristoranti gli conferisce due cappelli su cinque per l'anno 2018 e la menzione speciale "2 forchette" per la cucina creativa, un gran successo, all'alba del 2018 Nikita con il suo risrante l'Arcade entrano nel "Golosario" e nella guida digitale di Identità Golose, nel mentre continuano le sue partecipazioni a trasmissioni, programmi, manifestazioni e cooking show.
Ma chi è veramente Nikita Sergeev?
Una parola per descriverlo: un portento.
Vi ho detto che è nato nel 1989 e, da non crederci, cucina da 23 anni!
Originario di Mosca e marchigiano d'adozione, la sua è una cucina moderna, che si avvale delle migliori tecniche, in abbinamento a materie prime di eccellenza, i suoi piatti hanno sapori decisi ma perfettamente bilanciati, come ad esempio il suo risotto ai sentori di mare, un piatto a cui è molto affezionato, dove il Carnaroli che rappresentare il bagnasciuga
viene mantecato con sedano rapa cotto al forno, che conferisce importanti note acide, minerali e terrose, viene poi coronato da limone candito e capperi per conferire una nota di Mediterraneità, il sapore del mare viene dato da polveri di alghe, cozze e ostriche, che profumano d'estate e ricordano giornate in spiaggia.
Al ristorante Nikita fermenta le verdure, adora l'acidità lieve che conferiscono ai piatti, per lui le fermentazioni sono indispensabili.
Nikita affumica anche i suoi piatti, ma con parsimonia ed intelligenza, perchè l'affumicatura gli da una sensazione di casa che fa parte della sua storia, per noi ha preparato un dessert affumicato che non scorderò facilmente...
Il suo ristorante ha appena 22 coperti, ma è sempre pieno, la mise en place è moderna e contemporanea, tavoli in legno, luci soffuse e parquet per uno stile minimal ma elegante.
La carta dei vini conta circa 700 etichette, nazionali e internazionali.
Le materie prime come il pesce sono per lo più locali, in stagione potete trovare anche i "moscioli" le cozze selvatiche marchigiane, assolutamente imperdibili!
Nel ristorante c'è anche un piccolo orto con erbe e ortaggi, qui la freschezza è di casa.
Noi non abbiamo pranzato al ristorante, ma in una location messa a disposizione appositamente per l'evento, l'Azienda "Le Caniette".
L'Azienda agricola "Le Caniette" si estende per un totale di 20 ettari composti da vigneti, uliveti e boschi, le vigne godono di un particolare microclima mediterraneo contrastato dall'aerea Balcanica, producono vini biologici tra cui 100% Pecorino, Passerina I.G.P, Offida Pecorino D.O.C.G, Marche Rosato I.G.P, Piceno D.O.C e Rosso Piceno D.O.C.
I loro vini sono pluripremiati e ci hanno accompagnato per tutto il pranzo, l'etichetta che mi ha colpito di più è stata "Io sono Gaia non sono Lucrezia", il nome è stato scelto da Gaia, la figlia più piccola del proprietario, che ha anche disegnato l'etichetta (anche sua sorella più grande ha il suo vino "Lucrezia"), "Io sono Gaia" è un vino bianco fermo ottenuto da sole uve Pecorino, barricato 1 anno, dal colore giallo paglierino brillante screziato d'oro e con un intrigante bouquet di camomilla, fieno, burro, macedonia e nocciola al palato è minerale e agrumato, un vino davvero ottimo.
"Io sono Gaia" è stato premiato da "Vinibuoni d'Italia" nel 2009 e nel 2018 conferendogli la Corona, il massimo premio assegnato, è presente sulla Guida Vini 2015 del Gambero Rosso che gli ha assegnato "2 bicchieri", e "3 bicchieri" nel 2016.
La cantina si trova immersa nel verde tra le colline Picene, la struttura è moderna con grandi vetrate che rendono luminoso l'ambiente, da qui si vede il mare abbracciato dai verdi vigneti, ed è proprio in questa location spettacolare che Nikita ha cucinato per noi.
Il nostro menù:
Cannolo di gamberi rosa, mortadella ghiacciata e avocado
Sgombro marinato con anice verde di Castignano, crema di carote viola alla vaniglia e crema di carote arancioni allo zenzero
Riso al succo di manzo e ricci di mare
Polpo, cocco e cipollotto
Dessert Trelatti
Il cannolo servito come antipasto è stato un perfetto inizio, ma lo sgombro era arte pura: una marinatura magistrale e per niente invadente, resa fresca sul finale dalla lieve nota di anice perfettamente equilibrata, il tutto adagiato su una doppoa crema di carote, arancioni allo zenzero per un piatto peno di brio e crema di carote viola alla vaniglia per un gusto sorprendendte che non ti aspetti che va ad addolcire il sapore deciso della carota viola, un piatto memorabile e indimenticabile.
Il riso era strepitoso, cottura perfetta, ed un sapore che non si può spiegare, va assolutamente assaggiato, il polpo era fantastico, morbido come burro, ma il dessert era qualcosa di commuovente: tre tipi di latte, tre diversi sapori e consistenze, una base di marshmallows di latte di capra, al centro un cuore freddo di gelato al latte di bufala affumicato, sopra una spuma morbida di latte vaccino al cardamomo, a dare croccantezza al piatto tante piccole meringhe.
E' un dessert che si scioglie in bocca, definito "sublime" da tutti coloro che lo hanno assaggiato.
Che dire, pur di assaggiare i piatti di Nikita Sergeev ho decido di tornare a casa prendendo 3 treni (che poi vabbè, si è trasformata in un'odissea di 10 ore), invece del treno veloce che partiva prima di pranzo, ne è valsa la pena?
Assolutamente si, comprese le 10 ore di treni e attese, tornassi indietro rifarei tutto!
La sua cucina vi conquisterà al primo assaggio, lo trovate al ristorante L'Arcade a Porto San Giorgio, non potete perdervelo!
Tenete d'occhio questo ragazzo, è destinato a diventare una stella del firmamento culinario!
Fine
In foto potete vedere la mia faccia contrariata mentre attendevo il treno a Fenza, e così si concludono le #100orenelPiceno edizione 2018, 100 ore ricche di eventi affiancata da persone d'oro, ricorderò questo tour con le immagini dei vicoli di Offida, con la vista della Piazza di Ascoli Piceno dalla Terrazza del Caffè Meletti, con il profumo dei tartufi e dei boschi della famiglia Trivelli, con i vini ottimi de Le Caniette e dell'Azienda San Giovanni, affiancati dai funghetti Offidani di Fior di Farina, dei pranzi e dalle cene da Vistrò, a Le Scuderie, da Attico sul Mare, alla Degusteria del Gigante, alla Senduiccerì, all'Osteria Ophis, ricorderò il confort del Di Sabatino Resort e il relax al Sapore della Luna, la competenza della nostra guida Lella Palumbi, la simpatia degli organizzatori del tour, Emanuele, Federica e Marco, l'amico che ogni persona vorrebbe avere, ricorderò le risate sulla bicicletta Ivel sul lungomare di San Benedetto del Tronto e lo spettacolare pranzo di Nikita Sergeev.
E' così che voglio ricordarmi le 100 Ore nel Piceno, mentre ammiro i vigneti ed il mare, con un calice di vino in mano, sulla riva della piscina,
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