Eccomi qui, a scrivervi dalla mia camera, appena tornata da un meraviglioso ed indimenticabile viaggio, il sole fa capolino tra le nubi grige gonfie di pioggia, ed io, spero, ogni volta che guardo fuori dalla finestra, di rivedere l'Atlante ed il caldo sole Africano...
Venerdì sera ho finito di controllare la valigia e ci siamo soffermati a guardare pensierosi la neve che cadeva in piccoli fiocchi, abbiamo pensato che non era il caso di mettere le catene e siamo andati a letto.
La sveglia, non si sa come, nè perchè, è suonata (fortunatamente) molto prima del previsto, convinti che fossero le 4 di mattina, l'ora in cui la sveglia doveva effettivamente suonare, ci siamo affacciati dalla finestra e ci siamo ritrovati davanti un paesaggio tutto bianco...
Panico.
All'andata una confusione che non vi dico, le persone che facevano ritorno a casa in Marocco non avevano ben capito il significato di "un unico piccolo bagaglio a mano" e tentavano di portare a bordo valigioni oppure almeno un paio di bagagli a mano a testa, ovviamente il personale dell'aereoporto obbiettava, e loro si passavano i bagagli mentre nessuno li vedeva, questo ci è costato circa 30 minuti di ritardo, mentre percorrevamo la pista per prendere l'aereo osservavo preoccupata le distese bianche ai bordi delle strade ed il ghiaccio sulle ali degli aerei fermi, poi finalmente siamo saliti, e partiti, lasciandoci alle spalle il ghiaccio e la neve.
A bordo abbiamo incontrato Julien, un ragazzo che faceva parte del personale di bordo davvero simpaticissimo, e non riuscivamo a capire se era italiano o inglese, non avevava un minimo accento che lo tradiva, e mentre gli altri passeggeri si inventavano carriere da attore o da speaker radiofonico per il misterioso Julien noi sorvolavamo la Spagna in direzione Marrakech.
L'Atlante all'orizzonte ci annunciava che ormai eravamo vicinissimi.
Arrivati in aereoporto, bellissimo, mi rendo conto di essermi scordata a casa la memory della macchina fotografica, tanto mi sentivo di essermi scordata qualcosa...
Dopo la fila chilometrica per il controllo passaporti troviamo un signore con il cartello "Riad Ahbar" ad aspettarci, insieme ad altre 2 coppie, saliamo nella macchina e partiamo.
Veniamo lasciati nella piazza Jemaa El Fna, ed accompagnati Riad, che, non è quello che abbiamo prenotato...
L'inizio del viaggio è stato traumatico, io che volevo correre fuori ed esplorare la città e la ragazza del Riad che ci serviva il tè e ci faceva compilare altri fogli, ed io che mi chiedevo a cosa caspita servisse servire un tè con biscottini se io non potevo fotografarlo...
Vabbè, il Riad non è quello prenotato, ok, ma la cosa che mi ha traumatizzato di più è che non c'era la porta del bagno...
Pazienza, la voglia di visitare la città è troppa,lasciamo i bagagli ed andiamo in Piazza, li la confusione è molta, i motorini sfrecciano tra i passanti a velocità folli, la piazza è un brulicare di banchetti, venditori di arance, profumi di spezie, scimmie, cobra ipnotizzati dagli incantatori di serpenti, persone che si avvicinano e cercano di venderti ogni cosa a prezzi altissimi, disorientati ci teniamo ai lati, compriamo subito una memory per la mia macchina fotografica e li sto gia meglio, mangiamo un panino per strada ammirando le bottiglie di coca cola con la scritta in Arabo, e torniamo al Riad dove avevamo appuntamento con Hassan, la nostra guida, per la visita della città offerta dal Riad.
Mentre aspettiamo la guida ci sediamo sul divano ed iniziamo a chiacchierare con le atre 2 coppie che avrebbero fatto la visita con noi, le stesse che avevamo incontrato all'aereoporto, sono Mauro ed Ezia e Savio e Valentina, delle persone veramente splendide, sono sicura che senza di loro il viaggio non sarebbe stato così bello.
Hassan, la nostra guida, che consiglio caldamente a tutti coloro che vogliono visitare Marrakech, è un ragazzo giovane che parla perfettamente Italiano, ci spiega brevemente il tragitto che faremo e ci invita a seguirlo, camminiamo in fila indiana rasentando il muro di vicoli stretti mentre i motorini sfrecciano a pochi millimetri da noi.
Prima tappa Palazzo Bahia, costruito nel 19° secolo, costruito per un gran visir e le sue 4 mogli, "Bahia" vuol dire "brillante", Hassan ci racconta una cosa che non compare nei libri di storia, ci dice che Bahia era il nome di una delle 4 mogli, la preferita del gran visir, il palazzo è costellato da giardini lussuosi, con alberi di arance e palme di banano,
le stanze sono decorate con una precisione impressionante, colonne archi e soffitti di legno di cedro minuziosamente intagliati ci lasciano a bocca aperta, le finestre con i vetri colorati, i pavimenti a mosaico, tanta bellezza in un posto solo...
Usciamo dal palazzo ed incontriamo per la strada tantissime cicogne che hanno fatto il loro nido sulle mura o sulle antenne, prossima tappa le Tombe Sadiane.
Dato che i Francesi hanno stabilito che non è aperto l'accesso alle moschee ai non musulmani, hanno scavato un buco nel muro per permettere l'accesso alle 66 tombe risalenti al 16° secolo, queste tombe sono rimaste nascoste agli occhi del mondo fino al 1920.
La sala delle colonne ospita le tombe del sultano Ahmed El Mansour e di tutta la sua famiglia, la stele è in legno ed i sepolcri in marmo di Carrara, il giardino è disseminato dalle tombe dei domestici e da coloro che hanno lavorato alla costruzione degli edifici circostanti.
Visitate le tombe sadiane continuiamo il viaggio ed arriviamo alle porte della città, le mura che circondano Marrakech risalgono circa al 1120 e sono realizzate in pisè, una miscela di fango, paglia e calce che una volta solidificata diventa dura come un mattone.
Ci fermiamo a fare un'pò di shopping, io compro l'olio di Argan ad uso alimentare, ovviamente come potevo non comprarlo?
Con tutti i cesti di spezie colorate che mi corcondavano avrei comprato il mondo, ma questa volta,mi sono fatta furba ed ho portato un solo bagaglio all'andata e 2 al ritorno, riempiendoli entrambi di cosine carinissime, purtroppo, non ho preso tutto quello che volevo, ovviamente, perchè se lo avessi fatto ci sarebbe voluto un asinello con il carro per trasportare tutto fino all'aereoporto, ed almeno 4 valige.
Ma tante cose le ho prese, compreso un libro di ricette di dolcetti Marocchini...
Hassan ci porta in Piazza giusto in tempo per vederla nel momento migliore del giorno, mentre il sole tramonta, intanto corriamo come pazzi per non essere arrotati da motorini, cavalli e biciclette, ogni 1o metri ripetevo "se non ci arrotano ora non ci arrotano più!" e non accorgendomene gia avevo preso il passo con lo stile di vita di Marrakech, ci ripetevano "qui si dice: stai tranquillo, dormi sereno" un'pò come il nostro "chi va piano va sano e va lontano" li ci si rilassa, si vive senza fretta, si corre solo per strada per evitare di essere arrotati...
Salutiamo Hassan facendoci lasciare il numero di telefono, è stata davvero una guida eccellente, e con il resto della compagnia ci dirigiamo in uno dei tanti bar con terrazza che permettono di avere una visuale completa su quello che accade di sotto.
Prendiamo un tè alla menta tutti insieme, con molto zucchero, mentre ci rilassiamo, parliamo un'pò di noi, di quello che facciamo nella vita,
e ci godiamo il tramonto, ci diamo appuntamento per la cena e poi io e Luca ci avviamo al Riad, e nel mentre facciamo un'pò di shopping, intanto una scimmia salta sulle spalle a Luca e divertiti ci lasciamo fotografare.
Provare a fare òa doccia è inutile, nel Riad non c'è il riscaldamento e comincia a fare freschino, anche se il giorno ci sono 16° ed al sole sembra di essere in estate la sera fa freddo, molto freddo, l'acqua calda non c'è e di buon grado, o quasi, accettiamo il fatto di non poter fare la doccia ed andiamo all'appuntamento della cena.
Andiamo ad un ristorante a lato della piazza, dove finalmente possiamo bere una birra fresca la "Casablanca", ci sediamo a tavola, ed ammiriamo il ristorante:
lanterne, candele, tappetti, divanetti, proprio uno scenario da film, mentre mi chiedo che cosa mai mangeremo arrivano dei piattini con le olive ed una ciotolina con cubetti di burro, il migliore che io abbia mai mangiato!!!
Intanto spolveriamo il pane e continuiamo a chiacchierare, Savio e Valentina si dimostrano simpaticissimi, Mauro ed Ezia, molto alla mano, ed informatissimi su tutto ciò che c'è da sapere su Marrakech.
Ecco i menù: pollo, pollo, pollo, ancora pollo ed agnello, e dato che mi rifiuto di magiare l'agnello indovinate un'pò cosa ordino?
Pollo ovviamente, Tajine di pollo al limone in salamoia con olive, buonissimo!!!
Una cosa meravigliosa, l'untino in fondo al piatto fa quasi abbandonare le buone maniere, vien voglia di leccarlo direttamente, altro che scarpetta con il buonissimo pane!!!!
Mentre Savio improvvisa una performance musicale con i 3 allegri musicisti ecco una danzatrice del ventre, che prende il posto di un'anzaiana e corpulenta signora che ballava con un vassoio di candele in testa.
Un tè, ancora uno per tutti, dei pasticcini marocchini e poi il conto, infreddoliti ma contenti facciamo un giro nella piazza.
E poi ancora a contrattare per delle slendide lanterne:
-320 dirham- dice il vendirore -320 dirham una lanterna grande, 50 dirham quella piccola-
-160 dirham 2 lanterne grandi e 30 dirham la piccola!!!-
- va bene, va bene- risponde il venditore mentre parte una risata generale.
Stanchissimi ritorniamo al Riad, dove ad attenderci c'è una camera (senza vetri alle finestre) freddissima, ci rannicchiamo sotto le coperte e ci addormentiamo all'istante...
Continua.....