Ieri vi avevo lasciato dicendovi che scappavo al tan per preparare le panne cotte al cocco, bene, alle 18.00 in punto sono arrivata al ristorante Aragosta a Livorno, mi sono messa subito all'opera, ad armeggiare con panna e latte di cocco.
Mescolo, scaldo, attendo.
Dispongo gli stampi sul piano, li riempio, li conto, mi distraggo, perdo il conto e ricomincio.
Ammiro orgogliosa il risultato e spero di aver abbastanza tempo a disposizione per farle solidificare, con quella vocina che mi ronzava in testa dal pomeriggio "non sei preoccupata, sai le quantità di gelatina...Non è semplicissima da fare la panna cotta, se ne metti troppa viene troppo solida se ne metti troppo poca invece...".
Ovviamente quella vocina è di una persona che mi ha insinuato il dubbio atroce di aver calcolato male le dosi di colla di pesce, onde evitare complicazioni varie, sapete come si dice no?
Hai fatto 30, fai 31, ormai c'ero, ed anche se ne avevo calcolati 30 ne ho messi 31 di fogli, risultato perfetto.
Trasferisco tutto in frigo.
Poi sbuca in cucina un distinto signore, ci presentiamo, lui è Italo, lo chef che durante la serata preparerà il brodetto Vastese, viene da Vasto, sul biglietto da visita c'è scritto "da Ferri trattoria", prendo nota.
La cucina dell'Aragosta inizia a riempirsi di cocci, apprenderò poi che vengono chiamati "tiell", ovviamente rientreranno poi nella mia immaginaria lista dei desideri, quindi mi sono informata anche sulla provenienza, le producono a Siena.
Italo e la sua bravissima assistente cominciano a dar vita ad un piatto dalla preparazione affascinante, non avevo mai assistito alla preparazione del brodetto Vastese, e mai avrei immaginato che fosse così tanto bello a vedersi e sopratutto buono a mangiarsi!!In ogni coccio vengono messi pomodori, olio, prezzemolo, 2 filettini di peperone verde che daranno un gusto straordinario e sorpendente al piatto.
Italo cucina, si da da fare, Michelangelo impiatta deliziosi straccetti all'astice, l'assistente di Italo con perfetta maestria pulisce i pesciolini che andranno a finire nel brodetto con una rapidità impressionante "è sempre meglio pulirli poco prima di farli" mi dice, io memorizzo.Lo chef insegna e la blogger apprende.
Rimango affascinata dalla preparazione di questa meraviglia, per tutta la sera continuerò a definirla "un opera d'arte".
"Di solito utilizzo 6 tipi di pesce, ma questa volta ne ho messi 10" mi spiega Italo, ed io memorizzo anche questo, fotografo mentalmente ogni singolo passaggio, ogni pesciolino aggiunto, ogni ingrediente, osservo incantata la danza che gli chef eseguono in cucina tra i fornelli, tra profumi inebrianti, fuochi che scottano, l'olio che sfigola, il vapore dell'acqua bollente, è tutto un'pò magico..
La cicala è nella tiell, poi la triglia, la tracina, il merluzzo, la sogliola, gli scampi, le cozze, poi ancora è la volta della seppia e così via...
Le tiell piano piano spariscono dalla cucina, i camerieri le portano in sala, i clienti sono entusiasti.
Finito il pesce rimane il brodetto, dove vengono serviti gli spaghetti alla chitarra.
E' quasi il mio turno, mi munisco di vassoi e li carico di panne cotte da portare allo stand ristorante, una signora mi vede passare "c'è anche il dessert?" chiede interessata, "certo" le rispondo sorridendo, soddisfatta ritorna a tavola.
Con l'aiuto dei ragazzi della cucina impiatto le più di 80 panne cotte, cioccolato fondente, cucchiaino e via in sala!!
"Shamira ti chiamano" questa è la frase che mi sono sentita ripetere più volte da Michele, faccio capolino in sala un'pò intimidita, con il grembiule ancora pieno di zucchero, un signore mi porge la mano "lei è la pasticcera!!!Complimenti!!" un tavolo, poi l'altro, piovono complimenti, le panne cotte hanno avuto un successone, "il nostro tavolo ha preso il bis, le abbiamo spolverate, tutte!!" mentre Andrea armato di microfono parla ai clienti interessati sento fare ancora una volta il mio nome, questa volta vengo presa alla sprovvista, ma vado ugualmente, andrea mi passa il microfono ed io lo guardo di sottecchi "mi hai presa alla sprovvista" sussurro "bhè, altrimenti non saresti venuta" risponde sorridendo.
Rimango in piedi davanti a tutti con il microfono in mano, con gli sguardi dell'intera sala puntati addosso, va bene, spieghiamo la panna cotta, discorsino breve e semplice, applauso e poi di corsa a impiattare altre panne cotte.
A fine serata siamo tutti stanchi ma sorridenti, un gran saluto ad Italo ed al suo staff, con la premessa che andremo a trovarli, un ringraziamento particolare a chi mi ha fatto scoprire questo gran piatto che al più presto riproporrò alle mie cene e poi via, a letto che anche oggi, sarà una pienissima, ma splendida giornata.
Bello Shamira, hai avuto un'esperienza meravigliosa. Spero che anche tu diventi una grande chef. Bacioni
RispondiEliminadai deve essere stata una bella esperienza, guardare si impara sempre qualcosa di buono :-)
RispondiEliminaShamira riesce sempre a rappresentare la piu' alta manifestazione di vita dei frutti che Madre Natura ci offre.....sei grande!
RispondiElimina@Le pellegrine Artusi: Speriamo si si, anche se il sogno è diventare pasticcera, è che mi trovo così a mio agio nella cucina di un ristorante...
RispondiEliminaBellissima esperienza, ed ho trovato persone squisite!!
Un bacione!!!
@LaMagicaZucca: Passerò sicuramente!!!
Grazie per i complimenti, a presto!!!
@Gunter: Bellissima, e poi Michelangelo ed Italo sono davvero grandissimi chef!!
Sto imparando un sacco di trucchetti!!!!
Baci.
@Anonimo:Mio carissimo Anonimo, grazie di cuore.
Bacini bacini bacini <3