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L'arte è tutto ciò che nasce dal sogno, e plasmato dalle mani dell'uomo diventa realtà....

giovedì 30 novembre 2017

Pompei: Itinerari tra storia e gusto

Pompei è la città più conosciuta al mondo, la sua storia ha attraversato il tempo e lo spazio per arrivare fino a noi, meta quasi immancabile durante un viaggio in Campania, Pompei non è solo una meta per gli amanti della storia e dell'archeologia, scopriamo qualcosa in più su questo comune italiano...

Pompei e gli scavi archeologici
 



Non basterebbe una vita per apprendere e gustare a pieno la storia di Pompei, tuttavia se organizzate bene il vostro viaggio, in una giornata potrete godere delle attrazioni principali, Pompei è raggiungibile da Napoli tramite la Circumvesuviana, che con pochi spiccioli vi porterà direttamente davanti all'entrata degli scavi.
Munitevi di scarpe comode, cappellino e acqua, perchè il sole di Pompei è davvero caldo in estate, se avete scelto l'inverno come periodo per il vostro viaggio portatevi invece un ombrello e scarpe adatte a camminare su terreni non asfaltati.


Per godere a pieno della visita agli scavi archeologici munitevi di una cartina e di una guida che illustra le ricostruzioni degli stabili prima dell'eruzione del Vesuvio, gli scavi sono un labirinto, e se avete poco tempo non potete permettevi il lusso di perdervi.
Pompei è adagiata su un'antichissima colata lavica, entrando dall'entrata di Via Marina vi ritroverete davanti il Foro, dove si riunivano i cittadini, sul foro si affaccia il tempio di Apollo le cui state sono conservate all'interno del museo di Napoli, al suo interno sono state ritrovate incisioni Etrusche


Dal Foro potrete imboccare Via dell'Abbondanza che vi porterà ai resti dell'anfiteatro, dove si tenevano gli spettacoli con i gladiatori.
Sempre partendo dal Foro è facilmente raggiungibile la Casa del Fauno, riconoscibile grazie ad una statua di bronzo rappresentante un fauno posta in mezzo a quella che un tempo era una bellissima fontana piastrellata, questa antica villa era una delle abitazioni più sontuose della città, con i suoi 3000 metri quadri di colonnati, giardini e mosaici.
Degne di nota sono anche la casa dei Vettii con pregiate decorazioni pittoriche, la Casa del Centenario quasi perfettamente conservata.

 
Ci sono poi le ville fuori dal centro città, la più famosa è la Villa dei Misteri, deve il suo nome all'affresco ritrovato, perfettamente conservato, è senza dubbio un edificio misterioso e vale la visita.
Un'altra villa fuori porta è la Villa di Diomede, in cui sotto il portico sono stati ritrovati i resti di 18 abitanti, il suo giardino con fontana e piscina era il più vasto della città.


Oltre gli scavi

Oltre gli scavi troviamo la Pompei odierna, con il suo maestoso Santuario della Vergine del Rosario, splendido illuminato la sera, vengono da tutto il mondo per visitare questo famoso santuario costruito intorno al 1876, la cupola è alta ben 57 metri ed il campanile è opera di rara maestria.

 Pompei a tutto food

Nel forno della vecchia Pompei, coperte sotto strati di cenere, sono state trovate pagnotte ancora intatte di pane, gli antichi abitanti confezionavano grandi pagnotte con otto incisioni, che facilitavano il taglio dopo la cottura, il British Museum è anche riuscito a svelarne la ricetta.
Fermatevi in uno dei tanti chioschi di granite, ed ordinate una granita realizzata con succo di limoni Amalfitani freschi, non ve ne pentirete.
Oggi vi parleremo del ristorante La Bettola del Gusto, in cui abbiamo cenato durante il tour Pomorosso organizzato da My Social Recipe.
Per l'occasione abbiamo avuto il piacere di gustare un menù degustazione realizzato con i prodotti La Fiammante e La Fabbrica della Pasta di Gragnano.

La Bettola del Gusto


La Bettola del Gusto si trova in un ottima posizione, al centro di Pompei, a due passi dagli scavi e dal Santuario; è un ristorante elegante e raffinato, all'interno ad accogliervi sontuose apparecchiature, luci soffuse e pietra viva, tutto questo è opera di Vincenzo e Bartolomeo Fortunato, che insieme al socio Salvatore Filosa hanno creato un luogo accogliente dove offrono ai propri clienti prodotti Campani di stagione, valorizzando ciò che il territorio offre, nel menù pescato locale freschissimo ma anche pregiate carni Piemontesi, il tutto cotto davanti agli occhi del cliente nella griglia a vista, uno spettacolo per occhi e palato.
Una cucina mediterranea costituita da piatti della tradizione rivisitati con maestria dal giovane chef, una cucina ottima, a prezzo contenuto, una cena alla Bettola del Gusto vale da sola il viaggio a Pompei.


Ottima la carta dei vini, La Bettola del Gusto offre anche la possibilità di scegliere un menù degustazione, composto da 4 portate più dolce e vini compresi a soli 35€.
Noi abbiamo gradito particolarmente il pomodoro San Marzano ripieno di baccalà, fior di latte e capperi gratinato al forno, degno di nota anche per i vari crudi di mare assaggiati, dai gamberi al cannolicchio, di una freschezza unica.

Il loro piatto forte?
Raviolo con provolone del Monaco e crostacei con crema di zucca, calamaro e provolone del Monaco.


 Benvenuto dello Chef: Pasta e Fagioli a modo mio



Tartare di baccalà con pappaccella napoletana, rosso di Mazara con stracciatella di Agerola e cannolicchio
Succulenta e ben condita, perfetto l'abbinamento con la pappaccella che conferisce al piatto un tocco brioso e saporito, cannolicchio freschissimo e saporitissimo.

Fiore di zucca ripieno di ricotta di bufala e salmone affumicato, fritto con con cipolla di Montoro
Delicato e fresco

Cubo di tonno in crosta di mandorle su radicchio stufato e riduzione di Gragnano
Tonno cotto alla perfezione, buonissima la riduzione


Mazzancolla scottata al guanciale su crema di zucchine e menta
Ottimo abbinamento, il sapore del gambero freschissimo si sposa alla perfezione con il guanciale croccante e saporito, a finire la salsa di zucchine e menta, una nota fresca per un antipasto ben bilanciato

Linguina di Gragnano IGP "A piett 'e palumm La Fabbrica della Pasta di Gragnano in crema di cozze su pomodorino giallo La Fiammante con polvere di tarallo 'nzogna e pepe
Cottura della pasta perfetta, la crema di cozze cremosa e vellutata, goloso il tocco conferito dal tarallo

Riccioli La Fabbrica della Pasta di Gragnano con gambero rosso, Provolone di Gragnano e sentori di limone
Uno dei piatti migliori della serata, perfetto l'abbinamento, ottimo e per niente invadente il provolone


Pomodoro San Marzano ripieno di baccalà, fior di latte e capperi gratinato al forno e servito su morbido di patate alle olive nere
Un piatto semplice realizzato con maestria, saporito e succculento, ottimo, complimenti allo chef


Dessert: Mosaico Vesuviano con confettura di albicocca Pellecchiella e Pomodorino del Piennolo
Selezione di dolcetti
Ottimo abbinamento, dolce leggero e non troppo dolce

Vini in abbinamento:
Trentapioli Asprino D'Aversa DOC Brut - Martusciello
Cruara Bianco IGP Colli di Salerno - Borgo Giulia


La Bettola del Gusto 
Indirizzo: Via Sacra, 48, 80045 Pompei NA
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Pompeii is the most famous city in the world, its history has crossed the time and space to reach us, almost impermanent during a trip to Campania, Pompeii is not only a destination for lovers of history and archeology, we discover something more about this common Italian  Pompeii and archaeological excavations     
It would not be enough for a lifetime to learn and enjoy the history of Pompeii, but if you organize your trip well, in one day you will enjoy the main attractions, Pompeii is reachable from Naples via the Circumvesuviana, which will take you directly to the front excavation entrances. 
Get comfortable shoes, hat and water, because Pompeii sunshine is really hot in the summer, if you chose winter as a period for your trip, bring an umbrella and shoes that are suitable for walking on unpaved ground.     
To enjoy the visit to the archaeological excavations, provide a map and a guide that illustrates the reconstruction of the buildings before the Vesuvius eruption, excavations are a maze, and if you have little time you can not afford the luxury of losing it. Pompeii is lying on an ancient lava flow, entering from the entrance of Via Marina, you will find yourself in front of the Forum, where the citizens meet, on the hole overlooking the temple of Apollo, which are kept inside the museum of Naples, Etruscan engravings have been found inside     
From the Forum you can take Via dell'Abbondanza that will take you to the remains of the amphitheater, where the performances were held with the gladiators. Always from the Forum is easily reached the Casa del Fauno, recognizable thanks to a bronze statue representing a faun placed in the middle of what was once a beautiful tiled fountain, this ancient villa was one of the most sumptuous houses in the city, with its its 3000 square meters of colonnades, gardens and mosaics. 
Also worthy of note are the Vettii's house with precious paintings, the Centenary House almost perfectly preserved.     
There are also villas outside the city center, the most famous is the Villa dei Misteri, has its name for the fresco found, perfectly preserved, is undoubtedly a mysterious and worthwhile visit. 
Another villa outside the door is the Villa of Diomede, where the remains of 18 inhabitants were found under the porch, its garden with fountain and pool was the largest in the city.   Beyond excavations In addition to the excavations we find today's Pompeii, with its majestic Sanctuary of the Virgin of the Rosary, splendidly lit in the evening, come from all over the world to visit this famous sanctuary built around 1876, the dome is 57 meters high and the bell tower is opera of rare skill.  
Pompeii to all food In the old Pompeii oven, covered in layers of ash, loaves of bread were still found, the ancient inhabitants packed large loaves with eight engravings that facilitated cutting after cooking, the British Museum also managed to unravel the recipe. 
Stay in one of the many granite kiosks, and order a granite made of fresh, fresh Amalfi lemon juice, you will not regret it. 
Today we will talk about La Bettola del Gusto restaurant, where we dined during the Pomorosso tour organized by My Social Recipe. For the occasion we had the pleasure of enjoying a tasting menu made with the products La Fiammante and La Fabbrica della Pasta di Gragnano. 
The Bettola of Taste Bettola del Gusto is in a great location, in the center of Pompeii, a stone's throw from the excavations and the Sanctuary; is an elegant and refined restaurant, inside to greet you with sumptuous equipment, soft lights and lively stone, all this is the work of Vincenzo and Bartolomeo Fortunato, who together with the partner Salvatore Filosa have created a cozy place where they offer their customers Campania products season, valorising what the territory offers, in the freshly caught local menu but also precious Piedmontese meats, all cooked in front of the customer's eye on the grid, a spectacle for eyes and palate. 
 A Mediterranean cuisine made up of tradition dishes revisited with mastery by the young chef, a great, low price cuisine, a dinner at Bettola del Taste alone is worth the trip to Pompeii.     
A great wine list, La Bettola del Gusto also offers a choice of tasting menu, consisting of 4 sweetest courses and wines with only 35 €. 
We especially enjoyed the tomato San Marzano stuffed with cod, cappuccino and capers baked in the oven, noteworthy also for the various tasted fish, from shrimp to cannoli, of a unique freshness. Their plate strong? Ravioli with provolone and crustaceans with cream of squash, squid and Provolone

mercoledì 29 novembre 2017

Latte e Biscotti 2.0

Esistono degli abbinamenti che sono impressi nella nostra memoria, sono sapori semplici, di cui non riusciamo a fare a meno, e che continuano ad essere delle coccole in alcuni momenti della nostra vita.
Alzi la mano chi da piccolo non adorava il latte con il cioccolato, o chi non ricorda il sapore dei propri biscotti preferiti inzuppati nel latte caldo.
Bene, oggi sono qui per darvi una ricetta particolare, di quelle che, come al solito mi invento, un latte e biscotti destrutturato, che racchiude tutto il sapore della nostra infanzia ma in una consistenza completamente differente, uno di quei dessert che potreste trovare in un ristorante.
Il risultato sarà un dessert delicato e profumato, immaginate perciò una crema cotta leggera e vellutata a base di latte e biscotti al profumo di vaniglia, avvolta da un voluttuoso velo di caramello biscottatto, il tutto adagiato su uno specchio di latte cremoso addolcito da latte di mandorla, ad ultimare il dessert una pioggia di meringa di latte.

Pochi ingredienti, latte, biscotti, zucchero, uova, latte di mandorla, vaniglia, burro e panna, tutte cose che le nostre nonne utilizzavano per prepare i dolci per la colazione, perciò qual è il segreto per ottenere un ottimo risultato?

Abbiate cura di scegliere latte intero freschissimo per preparare il latte cremoso.
Scegliete una panna fresca da montare con un'alta percentuale di grassi.
Usate uova fresche, meglio se di galline allevate a terra, meglio ancora se prese dal contadino.
Utilizzate un burro di malga, o d'alpeggio, comunque il migliore che trovate.
Infine, cosa importantissima, l'ingrediente base: i biscotti.
Scegliete un biscotto che vi ricorda l'infanzia, potrete utilizzare qualsiasi tipo di biscotto, al cioccolato, alla vaniglia o al limone, l'importante è che abbia "il sapore dei ricordi", per me la scelta è stata semplice, ed ho preso i Plasmon, immancabile compagno di colazioni dell'infanzia di molti Italiani.

Latte e biscotti


per 6 dessert

Per la crema al forno latte e biscotti al profumo di vaniglia

500 ml di latte intero
120 g di biscotti Plasmon
25 g di zucchero
1 uovo
1 tuorlo
1 stecca di vaniglia

Portate il latte ad ebollizione, a parte incidete la stecca di vaniglia, estraete i semi e stemperateli nel latte caldo.
Togliete in latte dal fuoco, unite la stecca di vaniglia ed i biscotti sbriciolati, lasciate raffreddare mescolando di tanto in tanto.
In una terrina sbattete il tuorlo e l'uovo intero insieme allo zucchero, aiutandovi con lo sbattiore elettrico.
Quando il latte sarà ben freddo togliete la stecca di vaniglia, unite il composto all'uovo sbattuto e frullate con un frullatore ad immersione.
Trasferite il composto in 6 stampini cilindrici di silicone ed infornate in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti, quindi lasciate intiepidire, andranno serviti tiepidi.
Io ho utilizzato uno stampo per muffin Silikomart.


 Per il caramello biscottato



150 ml di panna fresca
100 g di zucchero
80 g di biscotti Plasmon
20 g di burro

In un pentolino dai bordi spessi fate caramellare lo zucchero, quando sarà dorato unite la panna a filo, precedentemente fatta intiepidire, mescolate costantemente con un mestolo di legno.
Unite il burro ed i biscotti sbriciolati, mescolando costantemente a fuoco dolce, fino ad ottenee un caramello denso e vellutato.

Per le meringhe di latte


Le meringhe di latte le ho realizzate seguendo la ricetta di Dario Bressanini, nel link troverete tutte le indicazioni ---> qui.

Le dosi da me utilizzate sono

200 g di latte scremato lasciato sobbollire ad 80° per 5 minuti
ho aggiunto poi 70 g di zucchero ed ho montato con le fruste fino ad ottenere una bella schiuma consistente.
Ho poi disposto la schiuma su una teglia rivestita di carta da forno e lasciato essiccare in forno ventilato preriscaldato a 90° per circa un paio d'ore.
Utilizzate subito o conservate al riparo dall'umidità in una scatola di latta.

Per il latte cremoso con latte di mandorla

300 ml di latte intero
100 ml di latte di mandorla
50 ml di panna fresca
3 cucchiai di amido di riso o fecola
1 cucchiaio raso di zucchero di fiori di cocco Dr Goerg

Unite a freddo tutti gli ingredienti, mescolate per bene e trasferite sul fuoco per far addensare, lasciate cuocere fino a che il composto sarà abbastanza denso per velare il cucchiaio.

Lo zucchero di fiori di cocco è ottenuto con la polpa delle noci, ha un sapore molto fruttato e fresco, ricorda vagamente un caramello leggero, con sentori di nocciola e miele.

Componiamo il piatto

Alla base del piatto disponede uno specchio di latte cremoso caldo, al centro adagiate la crema cotta tiepida, coprite con abbondante strato di caramello biscottato caldo, spolverate con abbondanti meringhe e servite immediatamente.



There are combinations that are imprinted in our memory, are simple flavors, which we can not do without, and that continue to be cuddled at some moments of our lives. Raise your hand for little ones who did not like milk with chocolate, or who did not remember the flavor of their favorite cookies soaked in hot milk. Well, today I am here to give you a special recipe, of those that, as I usually invented, a milk and biscuits destructured, which encapsulates all the flavor of our childhood but in a completely different consistency, one of those desserts you might find in a restaurant. The result will be a delicate and fragrant dessert, so imagine a light and velvety creamy cream made from milk and vanilla scented biscuits, wrapped in a voluptuous caramel bun yarn, all lying on a mirror of creamy milk sweetened by milk from almond, to finish the dessert with a rain of meringue milk. 
Few ingredients, milk, biscuits, sugar, eggs, almond milk, vanilla, butter and cream, all our grandmothers used to prepare breakfast cakes, so what is the secret to getting a great result? Be careful to choose fresh whole milk to prepare creamy milk. Choose a fresh cream to mount with a high percentage of fat. 
Use fresh eggs, better than chickens raised on the ground, better still if taken by the farmer. Use a butter or alpeggio butter, however the best you can find. Last but not least, the basic ingredient: cookies. 
Choose a biscuit that reminds you of childhood, you can use any kind of biscuit, chocolate, vanilla or lemon, the important thing is that it has the "flavor of memories", for me the choice was simple, and I took the Plasmon, an inevitable child-eating companion of many Italians. 
Milk and cookies 
for 6 desserts   
For milk baked cream and vanilla scent biscuits   
500 ml of whole milk 
120 g Plasmon cookies 
25 g of sugar 
1 egg 
1 yolk 
1 vanilla stick   
Bring the boiling milk apart, cut the vanilla steak, extract the seeds and wrap them in hot milk. 
Remove milk from the fire, combine vanilla cake and crumbled biscuits, let cool by mixing from time to time. 
In a bowl, beat the yolk and the whole egg together with the sugar, helping you with the electric wrench. When the milk is very cold remove the vanilla stick, combine the egg blend and mix with a dough mixer. 
Transfer the mixture into 6 cylindrical silicone molds and bake in a preheated oven at 180 ° for 20 minutes, then let it cool and serve warm. I used a muffin mold Silikomart
For roasted caramel 150 ml of fresh cream 100 g of sugar 80 g Plasmon biscuits 20 g of butter In a thick-cut pan, make the caramel sugar, when golden will join the threaded cream, previously sanded, stir constantly with a wooden ladle. 
Combine crumbly butter and biscuits, stirring constantly in a gentle fire, until a thick and velvety caramel is obtained. 
For meringues of milk   
I have made the meringues of milk following the recipe of Dario Bressanini, in the link you will find all the directions ---> here
The doses I use are 200 g of skim milk left to simmer 80 degrees for 5 minutes I then added 70 g of sugar and I mounted it with the whips until I got a good foam. 
I then placed the foam on a baking sheet of baked paper and left to dry in a 90 ° preheated ventilated oven for about a couple of hours. Use immediately or store it in a tin can away from moisture.
For creamy milk with almond milk 
300 ml of whole milk 
100 ml of almond milk 
50 ml fresh cream 
3 tablespoons of rice starch or starch 
1 tablespoon coconut sugar Dr Goerg  
Combine all the ingredients cool, mix well and transfer to the heat to thicken, let bake until the mixture is sufficiently thick to spit the spoon. 
The sugar of coconut flowers is obtained with the nuts' pulp, it has a very fruity and fresh flavor, vaguely reminiscent of a light caramel with hints of hazel and honey. We make the dish At the base of the dish you will find a mirror of warm creamy milk, in the center lay the creamy warm cream, cover with a rich layer of warm caramel caramel, sprinkled with plenty of meringues and serve immediately.


sabato 25 novembre 2017

La Fabbrica della Pasta di Gragnano: emblema del Made in Italy

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle eccellenze italiane, quest'oggi vi racconterò di una realtà importante del Made in Italy:
la pasta.



La pasta ha origini molto antiche, il termine infatti deriva dal latino păstam, derivante a suo volta dal verbo pássein cioè ''impastare'',  ha avuto origine nel continente euroasiatico, si è evoluta parallelamente dalle valli Cinesi alle aree della penisola Italica, con procedimenti simili in un essenza totalmente diversa, con ingredienti differenti.
La pasta prodotta in Cina fin da tempi remoti era prevalentemente a base di farina di riso, e non era considerata un alimento principale del pasto, mentre in Italia divenne la protagonista della tavola, un alimento cardine, a base di semola o farina, consumata "asciutta" o immersa e cotta nel condimento, così più di 3800 anni fa in Cina si consumavano noodles di miglio in brodo, un formato simile ai nostri spaghetti, contemporaneamente in Italia si producevano larghe strisce di pasta fresca di semola bollite e condite con olio di oliva e spezie.
La pasta era conosciuta  già ai tempi della Magna Grecia e dell'Etruria, le prime testimonianze risalvono all'età neolitica, quando l'uomo cominciò a coltivare cereali, macinandoli ed impastandoli con acqua, certo, allora il risultato era completamente diverso da quello di adesso, i cereali erano macinati grossolanamente ed il risultato era molto più ruvido e grossolano, ma era comunque pasta.
Dobbiamo dire grazie agli Arabi se la pasta poi da fresca si trasforma in secca, inventarono infatti questo metodo per conservarla e trasportarla al meglio, cosa che la pasta fresca non permetteva di fare, così, durante il Medioevo da ogni porto nel Mediterraneo partivano navi cariche di pasta.

Oggi sono qui per raccontarvi una storia dentro la storia, la pasta nel corso dei secoli è diventata per gli Italiani il pasto principale, diventando protagonista della tavola, accompagnata molte volte da un condimento a base di pomodoro.
E' a Gragnano che si vede il maggior sviluppo della produzione di questo alimento, ancora oggi la produzione della pasta è considerata un arte antica che affonda le sue radici in questa città conosciuta a livello europeo come la Città della Pasta, è infatti la città Italiana che produce ed esporta la maggior quantità di pasta, dal 2013 ha ottenuto il riconoscimento Europeo dell'indicazione geografica protetta "Pasta di Gragnano".
Gragnano è situata ai piedi dei Monti Lattari, catena montuosa che deve il proprio nome alle capre ed alle mucche che vi pascolano,  che donano ottimo latte.

Ci troviamo immersi nel verde, qui, Mario Moccia già esperto e storico stagionatore di formaggi, decide nel 1976 di acquistare un pastificio, dedicando la sua vita al restauro dell'edificio ed al rilancio della pasta e dei suoi marchi, contribuendo all’affermazione ed alla riqualificazione della pasta di Gragnano sui mercati di tutto il mondo, ad oggi i figli continuano la produzione nel pastificio da loro fondato con la stessa passione e dedizione del padre, siamo qui, alla  Fabbrica della Pasta di Gragnano, primo pastificio artigianale ad ottenere la certificazione IGP.  





Nel pastificio si portano avanti le tradizioni ed i segreti di un tempo, con le migliori e moderne tecnologie, il risultato è una garanzia, con altissimi standard qualitativi, frutto dell'esperienza di generazioni di maestri pastai.
Qui non solo si seguono le tradizioni, ma ci si evolve continuamente, il pastificio produce 7 formati Bio realizzati con la migliore semola di grano duro Italiana certificata, di primissima scelta ma anche formati senza glutine, un originale formato realizzato con succo di limone che ben si abbina al pesce, ed un nuovissimo tipo di pasta realizzato con semola e caffè, che si presta ad accostamententi con cacciagione e tonno fresco.
Durante la nostra visita siamo stati accolti nel museo privato de La Fabbrica della Pasta di Gragnano, ad accoglierci un profumo caldo di semola e farina con note che ricordano il pane appena sfornato, qui la famiglia Moccia raccoglie gli strumenti che venivano utilizzati in passato per produrre la pasta, torchi di legno, canne sui cui troneggiano file di pasta stese ad asciugare, antiche trafile in bronzo e rare immagini e foto di Gragnano e dei maestri pastai, molti dei reperti risalgono addirittura al 700.
Sono Ciro ed Antonino Moccia, gli eredi dei segreti di famiglia, ad accompagnarci in questo piccolo viaggio nel tempo.
Gragnano diventa non ufficialmente città della pasta nel 1500, l'atmosfera al tempo era senza dubbio suggestiva, i primi pastifici cominciavano a fiorire lungo i vicoli della città come fiori a primavera, per le strade si respirava profumo di fieno e grano tostato, i vicoli erano cosparsi da una fine spolverata di polvere d'oro: la semola; lungo la via principale, se ne stavano lunghi filari di pasta color del sole ad asciugare alla leggera brezza salina proveniente dal mare, tutto ciò conferiva alla città un aspetto decisamente fiabesco, tanto che Ferdinando II di Borbonere, re del Regno di Napoli, il 12 luglio del 1845, giorno in cui la fama di Gragnano come patria della pasta ha inizio, decise di visitare la città concedendo ai fabbricanti gragnanesi il privilegio di fornire la corte di tutte le paste lunghe a loro disposizione, da allora per il resto dell'Italia, Gragnano diventò la "Città dei Maccheroni".
Già al tempo dei romani le acque del vicino torrente Vernotico, che scendevano lungo la Valle dei Mulini, azionavano le pale che macinavano il grano portato via mare dalle varie colonie romane, trasformando i chicchi in farine che sarebbero poi state impastate e trasformate in pasta da portare a Pompei ed Ercolano.
Napoli ed Ercolano si rivelarono terreni adatti e fertili alla produzione di grano grazie al loro clima ed al sole caldo, all'inizio dell'800 a Gragnano si contavano già 70 pastifici a conduzione familiare, fino a giungere alla metà del secolo, periodo in cui il 75% della popolazione lavorava nell’industria dei maccheroni in più di 100 pastifici che producevano oltre 1000 quintali di pasta al giorno.


Antica foto di Via Roma, fonte: Wikipedia

Nei secoli la città venne costruita letteralmente intorno al mondo della pasta e della sua produzione, Via Roma diventerà con gli anni un simbolo di Gragnano e della sua storia, la via in questione fu letteralmente plasmata per favorirne la produzione, qui si trovavano i filari di pasta lasciata essiccare al sole su canne di bambù, anche i bambini facevano la loro parte raccogliendo quello che cadeva.
Gragnano è un piccolo paradiso dei pastai, le condizioni climatiche miti e favorevoli rendono questa città il posto adatto per creare ottima pasta, nel corso dei secoli si è sviluppata su diversi livelli,  su un pianoro che si affaccia sul mare, qui l'essiccazione della pasta avviene in modo naturale.
Con il corso del tempo i pastifici sono andati a dimunuire, quelli rimasti hanno puntato sulla qualità e non sulla quantità, molti ancora si basano sulle tradizioni, come la trafila al bronzo che conferisce alla pasta quella tipica rugosità che consente di trattenere a meraviglia il sugo.


Ad oggi la Fabbrica della Pasta di Gragnano mantiene una lavorazione artigianale, avvalendosi del supporto delle più moderne tecnologie, questo consente standard di gestione, tracciabilità e logistica altissimi.
Ogni singola fase di produzione è curata nel minimo dettaglio, con dedizione la famiglia Moccia produce più di 100 formati diversi, tra cui anche la Caccavella, il formato di pasta più grande del mondo, loro brevetto esclusivo, ogni formato racchiude in se i segreti tramandati da generazioni.
Ma qual è il segreto dell'ottima pasta de La Fabbrica della Pasta di Gragnano?
Prima di tutto occorre sapere che il lavoro inizia molto prima del pastificio, direttamente sul campo, dove le spighe di grano imbiondiscono il paesaggio, la famiglia Moccia sceglie personalmnete le migliori spighe, rigorosamente locali, che verranno trasformate nella migliore semola, verrà utilizzato solo il cuore di questo oro donatoci dalla terra, e verrà pazientemente impastato con l'acqua di una limpida e secolare sorgente di Gragnano.
L'impasto passa poi alla fase di lavorazione, in cui verrà trafilato con il bronzo, questo farà si che la pasta in questione sia completamente diversa da quella prodotta industrialmente che troviamo nei supermercati, la trafila in bronzo infatti conferisce la porosità necessaria per far si che il sugo avvolga bene la pasta, per la pasta la texture è tutto, poi si passa alla fase di asciugamento, un periodo lungo e delicato in cui la pasta asciuga dolcemente a bassa temperatura, mantenendo intatte le proprietà, il colore ed il sapore, viene poi confezionata manualmente.  
All'aspetto la pasta artigianale è più opaca, al tatto è ruvida, la sua essiccazzione avviene a bassissime temperature con tempi moto lunghi, questo fa si che si mantengano inalterati i minerali e le vitamine, rendendolo un alimento completo, salutare e dall'ottimo sapore.
Queste caratteristiche hanno permesso al pastificio di diventare nel 2012 il 1° Pastificio in assoluto ad aver ottenuto il riconoscimento "Pasta di Gragnano I.G.P.".


 

La Fabbrica della Pasta di Gragnano S. A. S. di Antonino Moccia
Viale S. Francesco, 30, 
80054 Gragnano NA 
relazioniesterne@lafabbricadellapasta.it 
Il sito


Il racconto sul blog La Fiammante.


L'articolo su Il Mattino



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We continue our journey to discover the Italian excellence, today I will tell you about an important reality of Made in Italy: pasta.   

The pasta has very ancient origins, the word pasta derives from the Latin păstam, which in turn comes from the pássein verb, which originated in the Eurasian continent, evolved parallel from the Chinese valleys to the areas of the Italica Peninsula. similar processes in a totally different essence, with different ingredients. 
The pasta produced in China for a long time was mostly rice-based, and was not considered to be a main meal of the meal, while in Italy it became the protagonist of the table, a horseradish meal, based on semolina or flour, consumed " dry "or immersed and cooked in seasoning, so more than 3800 years ago, brownie noodles were consumed in China, a format similar to our spaghetti, while at the same time Italy produced large strips of fresh pasta of boiled semolina and seasoned with oil of olive and spices. 
The pasta was already known in the days of Magna Grecia and Etruria, the first evidence dating back to the Neolithic age, when man began to cultivate cereals, grinding and kneading them with water, of course, then the result was completely different from that of Now, the cereals were grinded roughly and the result was much rougher and coarse, but it was still pasta. We have to say thanks to the Arabs if the pasta then fresh comes dry, invented this method to preserve it and to carry it to the best, which the fresh pasta did not allow, so during the Middle Ages from each port in the Mediterranean departed loaded ships of pasta. 
Today I am here to tell you a story in history, pasta has become the main meal for Italians over the centuries, and pasta has become the protagonist of the table, accompanied many times by a tomato seasoning. 
It is in Gragnano that we see the greatest development of the production of this food, still today the production of pasta is considered an ancient art that has its roots in this well-known European town as the City of Pasta, is in fact the Italian city which produces and exports the largest quantity of pasta, since 2013 has obtained the European recognition of the protected geographical indication "Pasta di Gragnano". 
Gragnano is located at the foot of the Lattari Mountains, a mountain range that is named after the goats and cows grazing them, which give excellent milk. Here we are immersed in the green, here, Mario Moccia, an expert and historic seasonor of cheese, decides in 1976 to buy a pasta factory, devoting his life to the restoration of the building and the relaunch of pasta and its brands, contributing to the affirmation and to the upgrading of Gragnano's pasta on the markets around the world, today the children continue their production in the pasta factory founded by them with the same passion and dedication of our father, here we are at the Gragnano Pasta Factory, the first handmade pasta factory to get IGP certification. In the craftsman's pasta factory we continue the traditions and secrets of a time, with the best and modern technology, the result is a guarantee with the highest quality standards, the result of the experience of generations of pasta masters. Here, not only traditions are followed but continually evolving, the pasta factory produces 7 Bio formats made with the best certified Italian wheat semolina, of the very first choice. 
During our visit we were welcomed in the private museum of La Fabbrica della Pasta di Gragnano, to receive a warm scent of semolina and flour with notes that remember the freshly baked bread, here the Moccia family collects the tools that were used in the past to produce the pasta, the wooden bows, the reeds on which they drank dry dough, old bronze pieces and rare pictures and pictures of Gragnano and pasta masters, many of the finds date back to 700. I'm Ciro and Antonino Moccia, the heirs of family secrets, to accompany us on this little journey over time. 
Gragnano becomes unofficial town of pasta in the 1500s, the atmosphere at the time was undoubtedly suggestive, the first participles were beginning to flourish along the city's alleys as spring flowers, the streets breathed scent of hay and toasted grain, the streets they were sprinkled with a fine dusting of gold powder: the semolina along the main street, long rows of sun-dried pastries, dried in the light saline breeze coming from the sea, all this gave the city a fairly fairy-like appearance, so much so that Ferdinand II of Borbonere, king of the Kingdom of Naples, on July 12, 1845, the day when Gragnano's fame as the homeland of the pasta began, he decided to visit the concand to Graglia's producers the privilege of providing the court of all the long pasta they have available to them since then for the rest of Italy, Gragnano became the "City of Maccherons". Already in Roman times, the waters of the nearby Vernotic stream, which descended along the Valley of the Mills, operated the blades that grinded the grain taken by sea from the various Roman colonies, transforming the grains into flours that would then be melted and transformed into pasta take to Pompeii and Herculaneum. Naples and Herculaneum proved to be suitable and fertile soils for grain production thanks to their climate and the warm sun; at the beginning of the eighteenth century Gragnano already counted 70 household pasta-makers until the middle of the century; 75% of the population worked in the macaroni industry in more than 100 pasta factories that produced over 1000 quintals of pasta per day. Throughout the centuries the city was literally built around the world of pasta and its production, Via Roma will become a symbol of Gragnano and its history for years. The way in question was literally molded to favor its production, here were the rows of pasta left to dry in the sun on bamboo canes, even the children were doing their part collecting what was falling. 
 Gragnano is a small pastry pasta, the mild and favorable climatic conditions make this town the place to create great pasta, over the centuries it has developed on several levels, on a plateau overlooking the sea, here the drying of the pasta happens naturally. 
Over time, the pasta has gone dim, the remaining ones have focused on quality and not quantity, many still rely on traditions, such as the bronze bead that gives the pasta that typical roughness that keeps the sauce.
Today, Gragnano's Pasta Factory maintains craftsmanship, with the support of state-of-the-art technology, allowing high standard of management, traceability and logistics. 
Every single stage of production is carefully crafted, with dedication the Moccia family produces more than 100 different formats, including Caccavella, the largest pasta format in the world, their exclusive patent, each format encloses the secrets handed down for generations. But what is the secret of the excellent pasta of La Fabbrica della Pasta di Gragnano? 
First of all you need to know that work begins long before the pasta factory, directly on the field, where grain eels surround the landscape, the Moccia family chooses personalized the best ears, strictly local, which will be transformed into the best semolina, will only be used the heart of this gold given us from the earth, and will be patiently kneaded with the water of a clear and secular source of Gragnano. 
The dough goes to the processing stage, where it will be drawn with bronze, this will make the pasta in question completely different from the industrially produced that we find in the supermarkets, the bronze trafila in fact gives the porosity necessary to make it that the sauce wraps the pasta well, the texture is all over the pasta, then it passes to the drying phase, a long and delicate period in which the paste dries softly at a low temperature, keeping intact the properties, the color and the taste, is then manually packaged. These features allowed the pasta factory to become the 1st Pasta Factory in 2012 to obtain the "Pasta di Gragnano I.G.P." award. 
 As a matter of fact the handmade pasta is more opaque, the dad is rough, its drying takes place at very low temperatures with long motorcycles, this means that the minerals and vitamins remain unaltered, making it a complete, healthy and excellent food flavor.

 

venerdì 24 novembre 2017

La filiera del Pomodoro, la storia ed il viaggio dal campo alla tavola, porte aperte sull'azienda La Fiammante

Abbiamo parlato della storia della vera pizza Napoletana, oggi vorrei soffermarmi brevemente storia del pomodoro.
Per arrivare sulle nostre tavole il pomodoro ha compiuto un viaggio attraverso lo spazio ed il tempo, ha visto la luce in America, anni dopo la sua scoperta è stato trasportato in Europa, ma solo agli albori del 1700 diventa protagonista di molte ricette, piatto regale, consumato dai Re di Francia, ma quasi alla portata di tutti, grazie alla sua larga diffusione avuta in precedenza come pianta ornamentale che si era adattata perfettamente al clima costiero Europeo.


Al tempo nel sud Italia i contadini erano affamati, a causa dello scarseggiare dei viveri, iniziarono così a coltivare il pomodoro in ogni modo possibile per renderlo più vellutato e sostanzioso, ecco perchè l'Italia è considerata patria del pomodoro, perchè è nel sud del nostro paese che il pomodoro viene incoronato Re della tavola, grazie al lavoro di sapienti mani che riescono a coltivarlo e lavorarlo al meglio, i contadini di allora furono così esperti nel loro lavoro da riuscire a selezionare i semi per creare tante varietà, ed è grazie a loro che oggi sulle nostre tavole troviamo la passata e la conserva, ogni città dette loro un nome, ecco che nascono i pomodori del Piennolo, i Corbarino, e molti altri.
Ancora oggi i pomodori migliori del mondo sono quelli coltivati nel sud del nostro paese, forse perchè ne assorbono il caldo sole dorato, forse perchè vengono coltivati con amore, o forse perchè le sapienti mani dei nostri antenati e la passione dei produttori dei giorni nostri, sono riusciti a far sentire il pomodoro a casa...
Già una volta vi ho parlato della storia del pomodoro, Pablo Neruda dedicò un ode a questo frutto dal potenziale illimitato, da che è entrato nelle nostre case non è più uscito, ormai fa parte del nostro dna.

Grazie all'iniziativa di Msr in collaborazione con La Fabbrica della Pasta di Gragnano e La Fiammante, ho avuto la bellissima possibilità di andare a visitare i luoghi in cui i pomodori nascono e vengono lavorati, la lunga strada che fanno per arrivare fino alle nostre tavole, ho visto come viene preparata la pasta in uno dei più famosi pastifici d'Italia e sono stata fortunata ad avere al mio fianco Keira, mia figlia, che mi ha dato la possibilità di vedere questo nuovo mondo con gli occhi e lo stupore di un bambino.

Partiamo dall'inizio:
Msr altro non è che My Social Recipe, la prima piattaforma web che vi consente di registrare e certificare la creazione delle vostre ricette, tramite una certificazione storica e digitale rilasciata dal sito che dimostrerà a tutti che quella ricetta è stata realizzata da voi.
La Fiammante è una storica azienda che si occupa della produzione di conserve alimentari, pelati, pomodorini, polpa di pomodoro, ma anche peperoni grigliati, friarielli e carciofini alla brace, una filiera controllata e certificata, con una grande trasparenza, il nostro viaggio è iniziato proprio qui, alle pendici del Vesuvio, sui campi di pomodori coltivati da mani esperte che La Fiammante usa per le sue conserve, qui troviamo coltivatori e cooperative che si prendono cura dei pomodori migliori per poi far si che La Fiammante li imbarattoli, per portare il vero pomodoro Italiano nel mondo.
La loro missione non è solo quella di far arrivare sulle tavole un ottimo prodotto, questa azienda lavora con "le porte aperte", così che ogni consumatore possa vedere e toccare con mano la qualità e la passione con cui questi prodotti vengono lavorati.
Non a caso i controlli nello stambilimento sono rigidissimi, ed i pomodori vengono controllati più e più volte.

Questo viaggio per me è stata una crescita personale, dal seme alla pianta, dal coltivatore alla tavola, dall'azienda al cliente, ho avuto modo di conoscere splendide persone, ho assaporato i pomodori appena colti dalla pianta, ho ammirato meravigliata i terreni argentati su cui crescono, ho osservato i semi diventare frutti, li abbiamo assaporati sul pane insieme ai coltivatori e ad i loro figli, abbiamo osservato le signore intrecciare con le mani i grappoli per poi metterli a seccare, li abbiamo poi gustati al ristorante e li abbiamo portati a casa con noi, per scoprire che quando un prodotto è lavorato con passione riesce a trasmettere qualcosa di unico.

Questo viaggio parte dai campi ed arriva alla tavola, ma quello che questa esperienza ci ha lasciato, arriva dritto al cuore.

Diciamo che tutto è iniziato con una visita a quella che potrebbe essere definita la Fabbrica dell'italinità, ovvero La Fabbrica della Pasta di Gragnano, dove ci hanno svelato il segreto della loro pasta, che molto presto vi svelerò, poi abbiamo proseguito con un aperitivo contadino immersi nel vigneto dell’azienda agricola Sicignano, dove tra i viticci ed i grappoli d'uva si ha una spettacolare vista sul Vesuvio e silla città di Napoli, è con queste uve che nasce il Gragnano DOC “Ottouve” di Salvatore Martusciello, nei bicchieri uno splendido vino rosso rubino, fresco e frizzante, il Gragnano della Penisola Sorrentina doc conosciuto nel mondo come "il vino della città di Napoli", citato anche da Totò nel film "Miseria e Nobiltà", un vino profumato con sentori di frutti rossi, fragole, lamponi e rose, la sua caratteristica particolare è che va servito freddo; Ottouve è un nome dato per omaggiare gli storici vitigni del luogo: l’aglianico, il piedirosso, la castagnara, lo sciascinoso, la suppezza, l’olivella, la surbegna e la sauca.


Per farvi godere a pieno dell'esperienza che ho vissuto ho pensato di raccontarvela dividendola in più parti, inizierò raccontandovi di uno dei protagonisti di questo viaggio:
il pomodoro.

Il Vesuvio è affascinante, comunque lo si guardi, sembra uscito dalla tela di un grande artista, le pendici sono pennellate di carbone, ed i terreni circostanti un esplosione di argento, verde e oro, inaspettatamente fioriscono piccoli fuochi d'artificio di fiori gialli, immersi in un terreno argentato ricoperto di cenere e storia, le fronde degli ulivi centenari accarezzano distese di foglie verdi che donano a questo mondo preziosi pomodori.
Ci troviamo alle pendici del Vesuvio, qui cresce un pomodoro particolare ed unico: il piennolo.
Una varietà coltivata dalla famiglia che gli ha dato il nome: gli Acampora,  4 generazioni di coltivatori di pomodori, dell'Azienda Rosso Vesuvio, di Ercolano.
Il piennolo Acampora ha in se qualcosa di miracoloso, cresce immerso in un terreno di cenere, sotto un sole caldo e dorato che solo qui potrete trovare, cresce senza aver bisogno di essere annaffiato, il che di per se è qualcosa di magico, questo fa si che si conservi molto a lungo, è l'unico pomodoro al mondo che si conserva per ben un anno dopo la raccolta, la polpa soda e compatta è un esplosione di sapore, in bocca è dolce con un retrogusto acidulo e racchiude in se un vago sentore di spezie tostate, che richiama alla mente ricette semplici ma ricche: pomodori saltati in padella con la pasta, pomodori al forno, alla brace, sul pane...
La buccia spessa ed il sapore corposo fanno si che l'armonia che si crea unendolo a del pane cotto a legna sia perfetta.
I pomodori del piennolo sono piccoli, non pesano più di 20 grammi l'uno, hanno una forma tondeggiante ed una caratterisica punta chiamata "pizzo", crescono sospesi da terra, grazie alla pazienza degli agricoltori che con l'aiuto di picchetti e filo  fanno che si che questi preziosi frutti non tocchino mai il suolo e rimangano sempre esposti al sole
Ad accoglierci è la famiglia Acampora, in uno scenario che sembra uscito dalla penna di Gabriel Garcia Marquez, i bambini giocano tra loro, mentre le signore, con pazienza intrecciano i piennoli in grandi grappoli appesi, chiamati "schiocche", fanno questo da generazioni, ogni anno per due mesi, in piena estate, poi i grappoli ottenuti vengono appesi al fresco, in un luogo ben ventilato.

 
 

L'azienda agricola Rosso Vesuvio si trova proprio a due passi dal famoso vulcano, ed il panorama che si gode dai campi è spettacolare, un mare cristallino in lontanaza fa da cornice a questo splendido paesaggio, mentre noi ascoltiamo estasiati il racconto di Salvatore Acampora, che con le sue mani grandi e la luce negli occhi ci mostra entusiasta il frutto del suo lavoro, ed a quel punto, sederci in silenzio all'ombra degli alberi, ad ascoltare rapiti i suoi racconti è davvero facile.
Tra un bicchiere di vino ed una mozzarella fresca ecco che arrivano i pomodori della sua terra, appena raccolti, vengono saltati in padella con un filo d'olio e finiscono per coronare un piatto di pasta, preparato in pochi minuti e con pochi egregi ingredienti.
L'atmosfera è festosa, si ride, si mangia, si assaggia dell'ottimo olio, mentre in lontananza risuonano le note di qualche vecchia canzone italiana, un brindisi tutti insieme e poi ancora a parlare di pomodori in una scena molto Felliniana.
Ci si rende conto, sempre di più di quanta passione ci sia dietro a questo prodotto, quanto gli agricoltori lavorino duramente, e quanto sia dura la realtà che c'è dietro, il barattolo che arriva sulle nostre tavole è frutto di un lungo e duro lavoro, e l'ottimo risultato non sarebbe possibile se questi uomini non lavorassero con passione.
Ogni anno arano la terra, la scavano e piantano i semi, piano piano questi semi germogliano, e le piante vengono poi assicurate a dei picchetti di legno, ogni giorno controllate affinchè il pomodoro non tocchi il terreno e sia esposto al sole pieno, e poi arriva il periodo della raccolta, dell'intreccio dei grappoli e delle colazioni contadine, a base di pane e pomodoro, neanche il tempo di risistemare il tutto che si riparte da capo, questo è un lavoro che richiede tanta manualità, e che vede tutta la famiglia coinvolta, nella selezione e nella conservazione, da qui partono i primi controlli dei pomodori che vengono selezionati uno ad uno da queste famiglie esperte, per poi essere consegnati a La Fiammante.
Lasciamo a malincuore la famiglia Acampora, con la promessa di ritrovarci presto, e partiamo.

Il secondo campo di pomodori che abbiamo visitato era totalmente diverso, ad accoglierci gli agricoltori della cooperativa agricola La Montagna, qui si coltivano San Marzano, in una pianura sconfinata, in cui i filari di pomodori si perdono a vista d'occhio, con il maestoso vulcano immancabile sullo sfondo.
Siamo ad Acerra, area tristemente conosciuta per i tristi fatti di cronaca  riguardanti discariche abusive, il clima del viaggio si fa più serio, gli sguardi vagano per le strade di campagna, scrutano, indagano, ma delle discariche di cui parlano i telegiornali neanche l'ombra.
Qui si respira un clima diverso rispetto a quello che abbiamo trovato ad Ercolano nei campi dove cresce il Piennolo, qui l'atmosfera è più informale, gli agricoltori che abbiamo davanti hanno a che fare con un lavoro completamente diverso, sono vigili ed attenti, perchè, ci spiegano, il San Marzano è una varietà delicata, in poche ore la situazione si capovolge, qui si vive letteralmente nei campi, e si raccoglie a mano, si tasta, si guarda, e poi si decide se staccarlo o meno dalla pianta, questo è un pomodoro che ha bisogno di cura ed attenzioni.
La missione qui è più vasta del coltivare un buon prodotto, qui ci si tiene a far sapere che questa non è "la terra dei fuochi" che i telegiornali ci hanno fatto conoscere, qui di fuoco ce n'è solo uno, e si chiama "passione".
L'atmosfera piano piano si fa gioviale, e Keira, mia figlia, si fa timidamente avanti,chiedendo il permesso di raccogliere un pomodoro.
In un attimo ci ritroviamo sommerse dall'entusiasmo, questo è un mestiere che i giovani non considerano più, anche se da molta soddisfazione, ed il vedere una bambina di 9 anni che vuole andar per campi a cogliere i pomodori incuriosisce i presenti, ecco quindi che arriva un agricoltore con un secchio, che si avventura con Keira per i campi, sotto il sole cocente, a raccogliere pomodori, una scena che a molti rimarrà nel cuore, la passione dell'agricoltore raccontata con parole dolci e con amore ad una bambina, come i racconti di un padre ad un figlio o di un nonno ad un nipote, qui abbiamo visto piantare un seme importante, quello lasciato dal racconto dell'esperienza attraverso le parole, da questo seme nascerà la passione per qualcosa di grande, l'amore per la terra, il racconto di vita di un uomo tramandato alla nuova generazione, ecco a cosa abbiamo assistito, ad un passaggio di testimone.


"Raccogliere i pomodori è la cosa più bella del mondo!" esclama Keira piena di entusiasmo mentre addenta un San Marzano appena raccolto "è dolce, ma anche saporito, è caldo come se avesse rinchiuso dentro di se tutti i raggi del sole e il caldo del vulcano" prosegue puntando gli occhi al cielo.
 
 


Perchè ritrovarsi in un campo alle pendici del vesuvio a cogliere i pomodori è un'esperienza imperdibile, da fare almeno una volta nella vita, tanto quanto passeggiare tra i vicoli di Napoli assaporando la pizza condita con la loro polpa; perchè se l'italia fosse viva, la passata di pomodoro scorrerebbe nelle sue vene, ed il pomodoro sarebbe il suo cuore. 
Dietro ad un’eccellenza alimentare c’è un lavoro enorme, che da soddisfazioni immense, e i racconti di questi uomini non fanno che confermarcelo, anche loro ci mostrano con orgoglio il frutto del loro lavoro, raccolgono il pomodoro dalla pianta, lo annusano, lo guardano, ne sentono il porfumo e poi lo offrono, con il più bel gesto che un uomo possa fare, donare i frutti del proprio lavoro. 
Il racconto degli agricoltori di Acerra è coinvolgente, sono uomini forti e cordiali, attraverso le loro parole si sente quanto questo lavoro possa mettere alla prova, ma anche quanto ci tengano ad ottenere un ottimo risultato, le piante vengono accarezzate, ed i pomodori quasi cullati dalle loro forti mani, il loro è un lavoro frutto di passione ma anche di perseverenza ed attenzione, ed alla sera si arriva stanchi, ma felici, consapevoli di aver partecipato a costruire qualcosa di grande, qualcosa che non sarà solo un barattolo di pomodoro spedito dall'altra parte del mondo, sarà bensì un pezzo di Italia che trasmetterà l'amore per questo paese e per la sua terra a chi lo assaggerà.
Sono fiera ed orgogliosa di aver conosciuto queste persone, che mi hanno trasmesso qualcosa di speciale.




E questo è solo l'inizio della storia del pomodoro, e di come arriva sulle nostre tavole, ecco cosa c'è dietro ad ogni barattolo.
Qui entra in gioco La Fiammante, azienda Campana, che rappresenta il meglio del pomodoro Made in Italy da oltre 50 anni.
Questa è un'azienda per cui la trasparenza è tutto, lo stabilimento di Buccino, in provincia di Salerno, copre una superficie di 90mila mq ed ha sempre le porte aperte per i visitatori che vogliono vedere con i propri occhi la lavorazione del prodotto; una delle caratteristiche principali di questa azienda è il valore che da al lavoro agricolo, facendo accordi diretti che garantiscono sostegno agli agricoltori per tutte le fasi di produzione, un rapporto basato sul rispetto reciproco con un unico obiettivo: un risultato perfetto.
Nei periodi di produzione, concentrati da luglio a settembre, vengono confezionate oltre 1.100 tonnellate al giorno di pomodori, le materie prime sono al 100% Italiane e certificate dal seme al frutto.




La Fiammante è un marchio che opera solo con prodotti di alta qualità, ed il fatto che ci siano più selezioni manuali e non, prima di arrivare al confezionamento lo conferma, siamo rimasti piacevolmente impressionati da questa "catena di montaggio", sapevate ad esempio che, dopo la prima scrematura del contadino, i pomodori vengono analizzati da una macchina, che li lava e scarta quelli non idonei?
Poi passano su un rullo dove vengono controllati meticolosamente da decine di signore operosissime, passano quindi l'ennesima fase di lavaggio per poi essere spostati nei barattoli, ma i controlli mica sono finiti qui, in azienda hanno anche una macchina a raggi X, di cui mia figlia si è innamorata, che serve per vedere se nel prodotto finito, quindi nella latta già pronta e chiusa, ci sia qualcosa di anomalo, tipo una fogliolina o un ramoscello di qualche pomodoro finito li per sbaglio, o qualsiasi cosa che non dovrebbe trovarsi all'interno del barattolo.
La chimica che è in me poi si è fatta prepotentemente largo quando siamo entrati nel laboratorio in cui i responsabili dell'Università di Napoli analizzavano ogni partita di passate, conserve e pomodori con provette e microscopio, qui si fa la storia, in ogni senso, in quanto stanno studiando un metodo per sterilizzare e conservare al meglio passate e conserve, ma non con prodotti chimici, assolutamente no, 100% naturali, e non è cosa da poco.
Una cosa che mi ha colpito e che potrete verificare voi stessi sono le idee che queste persone hanno, sul loro sito ad esempio potrete trovare le video interviste di tutti i loro collaboratori, dei coltivatori delle cooperative con tanto di indirizzo preciso, potrete perciò vedere con i vostri occhi con quali mani vengono raccolti i pomodori, quale tragitto fanno, che strumenti vengono utilizzati e quali obiettivi si pone l'azienda, ecco perchè ho sottolineato più volte che questa è un'azienda per cui la trasparenza è tutto.
Ogni scelta, come potrete vedere voi stessi, è fatta in accordo con l'agricoltore, qui non c'è sfruttamento dei terreni o fretta di concludere un lavoro per vedere il guadagno, qui si stringono accordi tra le piante, nei campi, si decide insieme il programma di raccolta, le date di consegna ed un prezzo giusto, per tutelare i campi, ma sopratutto la dignità del lavoratore e la qualità del prodotto finito.
Perciò, potrete trovarli tutti là, dal direttore al dirigente, a stringere mani agli agricoltori, abbandonando giacca e cravatta per andare a vedere con i propri occhi la semina, il punto di maturazione, tutti sempre al lavoro, intenti a fare test sulle acqua, sul terreno, monitorando costantemente la salute delle piante...
La Fiammante promuove la raccolta meccanica dei pomodori, per combattere la piaga del caporalato e lo sfruttamento della manodopera, questo non solo fa si che il lavoratore sia tutelato, ma garantisce tempi più rapidi e quindi un prodotto più fresco, perciò agli agricoltori che coltivano varietà di pomodoro che rendono possibile la raccolta meccanica viene proposta questa scelta, che non va a compromettere il prodotto, che viene quindi raccolto e coltivato rispettando i protocolli nazionali ed europei, l'azienda incoraggia inoltre i propri agricoltori a ridurre l'uso dei pesticidi.
Una volta che barattoli e partite vengono controllate una per una si procede con l'etichettatura, poi i barattoli vengono imballati e lasciati nel grande magazzino, in attesa dei camion che come tante formiche operaie affollano il piazzale, si riempiono e ripartono alla volta della loro destinazione, ecco come arrivano nei negozi, ecco come alla fine giungono sulla nostra tavola, dietro ad ogni barattolo c'è una storia, fatta di terra e di sole, di uomini e passioni, ma sopratutto di sogni e obiettivi.
Francesco Franzese amministratore unico de La Fiammante ci ha accompagnati in questo viaggio, raccontandoci con parole colme di emozione le tappe percorse, ci ha presentato gli agricoltori, nessun intermediario tra gli alti vertici dell'azienda e chi si occupa di semina e raccolta, è Franzese ad andare a stringere mani ed accordi, questo è l'inizio del patto di filiera, tutto certificato, il prodotto infatti gode della Social FootPrint, grazie all'impegno quotidiano di persone che hanno fatto della propria passione un lavoro, ecco quindi un prodotto 100% Made in Italy, che riconosce il giusto prezzo del lavoro al contadino.
Non a caso l'azienda Campana ha ricevuto il Premio "Le Fonti" per la categoria "Eccellenza agroalimentare Italiana"
Tutto questo rende il prodotto La Fiammante unico ed eccellente, la loro passata è il segreto dei pizzaioli Napoletani, che lo usano per le loro pizze, e questo non lo dico io, provatea chiedere voi stessi ai pizzaioli, non ne esiste uno che non consigli La Fiammante; tra le conserve podotte da questa azienda troviamo anche una polpa di pomodoro finissima fatta apposta e solo per la pizza; sono già tanti i nomi noti che utilizzano i loro prodotti, come Sorbillo, con la sua storica pizzeria in Via dei Tribunali, il Campione Mondiale S.T.G Attilio Albachiara, Antonio Starita altro pizzaiolo storico della città di Napoli conosciuto in tutto lo stivale, e potrei continuare per ore: i Condurro, Da Michele, Gennaro Russo....




Non perdete l'occasione di ascoltare anche voi il racconto di Salvatore Acampora a questo link.
Qui invece potrete conoscere tutti i produttori.
Godetevi il video del nostro viaggio su Vimeo.
Leggete il racconto sul blog de La Fiammante.
Le foto dellle cooperative, degli agricoltori e dei campi su My Social Recipe.
Il racconto di Maria Romano.
Il mio album di foto su Facebook. 




La Fiammante
Piazza della Concordia 7 - 80040 San Sebastiano al Vesuvio (Na)
Tel 081 5615316
www.lafiammante.it
info@lafiammante.it

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We talked about the history of the true Neapolitan pizza, today I would like to briefly discuss the history of tomato. To arrive on our tables the tomato traveled through space and time, saw the light in America, years after its discovery was transported to Europe, but only at the beginning of 1700 became the protagonist of many recipes, royal dish , consumed by the King of France, but nearly everyone's reach, thanks to its large diffusion that had previously been an ornamental plant that had adapted perfectly to the European coastal climate. At the time in southern Italy peasants were hungry, because of the lack of food, they began to cultivate the tomato in any way possible to make it more velvety and substantial, that is why Italy is considered domicile of tomato, because it is in the south of our country that the tomato is crowned King of the table thanks to the work of wise hands who can cultivate it and work it at its best, the peasants then were so skilled in their work to be able to select the seeds to create so many varieties and thanks to them that today we find the past and preserve it, each city gave them a name, here are the tomatoes of the Piennolo, the Corbarino, and many others. Even today the best tomatoes in the world are those cultivated in the south of our country, perhaps because they absorb the warm golden sun, perhaps because they are cultivated with love, or perhaps because the wise hands of our ancestors and the passion of the producers of our day, I managed to make the tomato at home ... Once I talked about the history of tomato, Pablo Neruda devoted an ode to this fruit with the unlimited potential that he has entered into our homes has ceased to exist, now it is part of our DNA. Thanks to the initiative of Msr in collaboration with La Fabbrica della Pasta di Gragnano and La Fiammante, I had the wonderful opportunity to go to the places where tomatoes are born and worked, the long way to go to our tables , I saw how the pasta is prepared in one of Italy's most famous pasties and I was lucky to have my daughter Keira with me, which gave me the opportunity to see this new world with the eyes and the amazement of a child. Let's start from the beginning: Msr is nothing other than My Social Recipe, the first web platform that allows you to register and certify the creation of your recipes through a historical and digital certification released from the site that will show everyone that that recipe was made by you. Fiammante is a historic company dealing with the production of preserved food, peeled, cherry tomatoes, tomato pulp, grilled peppers, friarielles and chicken artichokes, a controlled and certified chain, with great transparency, our journey began just here, on the slopes of Mount Vesuvius, on the fields of tomatoes cultivated by expert hands that La Fiammante uses for its preserves, here we find growers and cooperatives who take care of the best tomatoes then make the Flammante entice them, to bring the true Italian tomato in the world. 
 
 
Their mission is not only to get a good product on the boards, this company works with "open doors" so that every consumer can see and touch the quality and passion with which these products are processed. It is no coincidence that stamina controls are stiff, and tomatoes are checked over and over again. This trip to me was a personal growth from seed to plant, farmer to table, company to client, I got to know wonderful people, I tasted the tomatoes just picked from the plant, I admired marvelous silver ground on grow up, I watched the seeds become fruit, tasted them on the bread with the farmers and their children, we observed the ladies braided the bunches and then dried them, then we tasted them at the restaurant and brought them at home with us, to find out that when a product is worked with passion, it succeeds in transmitting something unique. This journey starts from the fields and comes to the table, but what this experience has left us comes straight to the heart.   We say that everything started with a visit to what could be called the Fertilization Factory, that is, the Fabbrica della Pasta di Gragnano, where they revealed the secret of their pasta, which I will soon reveal, then we continued with an aperitif farmer immersed in the vineyard of the farm Sicignano, where grapes and bunches of grapes have a spectacular view of Vesuvius and so on the city of Naples, with these grapes is born the Gragnano DOC "Ottouve" by Salvatore Martusciello, in glasses a gorgeous wine ruby, fresh and sparkling bone, the Gragnano della Penisola Sorrentina doc known in the world as "the wine of the city of Naples", also quoted by Totò in the film "Misery and Nobility", a scented wine with hints of red fruits, strawberries, raspberries and roses, its particular characteristic is that it should be served cold; Ottouve is a name given to homage to the historical vineyards of the place: the jackal, the feet, the chestnuts, the luscious, the lush, the olive groves, the husk and the sauca.   To make you enjoy the experience I've lived with, I thought about sharing it in several parts, I'll start telling you about one of the protagonists of this trip: tomato. Vesuvius is fascinating, however you look at it, it seems to have come out of the canvas of a great artist, the slopes are charcoal strokes, and the surrounding lands an explosion of silver, green and gold, unexpectedly bloom small fireworks of yellow flowers, immersed in a silvery soil covered with ash and history, the centuries-old olive trees caress the expanse of green leaves that give this world precious tomatoes. We are on the slopes of Mount Vesuvius, here a unique and unique tomato grows: the little one. A variety cultivated by the family that gave it the name: Acampora, 4 generations of tomato growers, of the Red Vesuvius company, of Herculaneum. The little Acampora has something miraculous, it grows immersed in ash, under a warm and golden sun that you can only find here, grows without needing to be watered, which is something magical for you it is the only tomato in the world that is preserved for a year after collection, the soda and compact flesh is an explosion of flavor, in the mouth it is sweet with an acidic aftertaste and encloses in itself a a vague smell of roasted spices, which recalls simple but rich recipes for the mind: tomatoes sliced ​​in a pan with pasta, baked tomatoes, grilled bread, bread ... The thick skin and the full bodied flavor make the harmony that is made by combining it with the wood-baked bread is perfect. The small tomatoes are small, weigh no more than 20 grams, have a round shape and a characteristic tip called "lace", grow suspended from the ground, thanks to the patience of the farmers who with the help of pegs and wire make that these precious fruits never touch the soil and remain exposed to the sun The Acampora family welcomes us, in a scenario that seems to have come out of Gabriel Garcia Marquez's pen, the children play with each other, while the ladies, patiently intertwining the crowds in large clusters hung, called "snaps", have been doing this for generations, every year for two months, in the summer, then the bunches obtained are hung in the cool place, in a well-ventilated place. The Rosso Vesuvio farm is just a stone's throw from the famous volcano, and the spectacular view of the fields is spectacular, a crystal clear sea far beyond the cornerstones of this beautiful landscape, while we listen to the story of Salvatore Acampora, that with his big hands and the light in the eyes shows us excitement the fruit of his work, and at that point, sit silently in the shade of trees, listening to kidnapped stories is really easy. Between a glass of wine and a fresh mozzarella, here comes the tomatoes of his newly harvested land, sautéed in a frying pan with a pinch of oil and end up crowning a plate of pasta, prepared in a few minutes and with a few exquisite ingredients. The atmosphere is festive, laughs, eats, tastes great in oil, while in the distance some old Italian song sounds, a toast all together and then talking about tomatoes in a very Felliniana scene. You realize more and more of the passion behind this product, as far as farmers are working hard, and how hard the reality behind is, the jar that comes to our boards is the result of a long and hard work, and the good result would not be possible if these men did not work with passion. Each year the earth is plowing, digging and planting the seeds, these seeds slowly sprout, and the plants are then secured with wooden stakes, every day checked for the tomato to not touch the soil and be exposed to full sun, and then the harvesting period, the bunches of grapes and peasant breakfasts, bread and tomato, not even the time to reset everything that starts from the beginning, is a work that requires so much manuality and that it sees the whole family involved, in selection and conservation, from here start the first checks of tomatoes that are selected one by one from these expert families, and then delivered to La Fiammante. We reluctantly leave the family
Acampora, with the promise to find ourselves early, and let's start.   The second tomato field we visited was totally different, to welcome the farmers of the agricultural cooperative La Montagna, here is cultivated San Marzano, in a boundless plain where the rows of tomatoes are lost in sight, with the majestic volcano inevitable in the background. We are in Acerra, a sadly known area for the sad news stories about abusive landfills, the climate of travel is more serious, the gaze wandering through the country roads, scrutinizing and investigating, but the dumps reported by the news, shadow. Here we breathe a different climate than we found in Herculaneum in the fields where the Piennolo grows, here the atmosphere is more informal, the farmers we have in front have to do with a completely different job, are vigilant and careful, because , they explain to us, San Marzano is a delicate variety, in a few hours the situation turns up, here you live literally in the fields, and picking up by hand, you will, look, and then you decide whether to detach it or not from the plant, this is a tomato that needs care and attention. The mission here is broader than cultivating a good product, here we are told that this is not "the land of the fires" that the news broadcasts made us know, here there is only one fire, and it is called "passion". The atmosphere slowly becomes jovial, and Keira, my daughter, is timidly ahead, asking for permission to pick up a tomato. In a moment we find ourselves overwhelmed by enthusiasm, this is a job that young people no longer consider, albeit with much satisfaction, and seeing a 9-year-old girl who wants to go to fields to pick up tomatoes intrigues those present, so that a farmer arrives with a bucket, who ventures with Keira for fields, under the sunny sunshine, to pick up tomatoes, a scene that many will remain in the heart, the farmer's passion told in sweet words and with love to a little girl , such as the stories of a father to a son or a grandfather to a niece, here we saw planting an important seed, the one left by the story of experience through the words, from this seed will be born the passion for something great, love for the earth, a life story of a man handed down to the next generation, here is what we have witnessed, to a passage of witnesses. "Collecting tomatoes is the most beautiful thing in the world!" exclaims Keira full of enthusiasm as he adds a freshly harvested San Marzano "it's sweet, but tasty, as warm as if it had locked in it all the sun's rays and the heat of the volcano", he continues, pointing his eyes to the sky. Why find yourself in a field on the slopes of the vesuvio to seize the tomatoes is a must-do experience, to be done at least once in life, as well as strolling through the alleys of Naples while enjoying the pizza with their pulp; because if italia were alive, tomato pasture would flow into its veins, and the tomato would be its heart. Behind a food excellence there is enormous work, of immense satisfactions, and the accounts of these men only confirm that, they too proudly show us the fruit of their work, collect the tomato from the plant, sniff it, they look, they hear the porphyry and then offer it, with the finest gesture a man can do, to give the fruits of his work. The story of Acerra's farmers is intriguing, they are strong and friendly people, through their words they feel how much this work can put to the test, but also how much it takes us to achieve a great result, the plants are caressed, and the almost lulled tomatoes by their strong hands, their work is a result of passion but also of perseverance and attention, and in the evening you get tired but happy, aware of having participated in building something great, something that will not just be a jar of shipped tomatoes on the other side of the world, it will be a piece of Italy that will transmit the love for this country and its land to those who will taste it. I am proud and proud to have known these people who have sent me something special.   And this is just the beginning of the tomato story, and how it comes to our tables, that's what's behind each jar. Here comes the La Fiammante, Campana company, which represents the best of Made in Italy tomato for over 50 years. This is a company where transparency is all, the factory in Buccino, in the province of Salerno, covers an area of ​​90,000 square meters and has always the doors open for visitors who want to see with their own eyes the product processing; one of the main features of this company is the value from the agricultural work, making direct agreements that guarantee support 

for all phases of production, a relationship based on mutual respect with one goal: a perfect result. During production periods, concentrated from July to September, more than 1,100 tonnes per day of tomatoes are packed, the raw materials are 100% Italian and certified from the fruit seed. Fiammante is a brand that works only with high quality products and the fact that there are more manual selections and not, before arriving at the packaging confirms it, we were pleasantly impressed with this "assembly line", for example, , after the first peeling of the farmer, the tomatoes are analyzed by a machine, which lays them and discards the unsuitable ones? Then they pass on a roller where they are meticulously checked by dozens of very talented ladies, then pass the other wash phase and then moved into the jars, but the mica controls are over here, the company also has an X-ray machine, of which my daughter has fallen in love to see if there is something wrong in the finished product, then in the ready-made and closed tin, such as a leaf or a twig of some tomatoes ended up by mistake, or anything that should not be inside the jar. The chemistry that is in me then became overwhelmingly wide when we entered the lab where the University of Naples officials analyzed each game of past, preserved and tomato with tubes and microscope, here is history, in every sense, as they are studying a method to sterilize and preserve the past and preserved, but not with 100% natural chemicals, and it's no small thing. One thing that struck me and you can check yourself is the ideas these people have on their site, for example, you can find the video interviews of all their co-workers, cooperative growers with a precise address, so you can see with your eyes with which hands are picked tomatoes, which way they make, which tools are used and what goals the company is setting up, that is why I have repeatedly emphasized that this is a company where transparency is all. 
 

Each choice, as you can see yourself, is made in agreement with the farmer, here is no land exploitation or in a hurry to conclude a job to see the gain, here settle agreements between the plants, the fields, you decide together with the collection program, delivery dates and a fair price to protect the fields, but above all the worker's dignity and the quality of the finished product. Therefore, you can find them all there, from the director to the manager, to hold hands to the farmers, abandoning their jackets and ties to go see with their eyes the sowing, the ripening point, all at work, trying to test the water, on the ground, constantly monitoring plant health ... The Fiammante promotes the mechanical harvesting of tomatoes, to combat the plague of the caporalate and the exploitation of labor, not only that the worker is protected but guarantees faster times and therefore a cooler product, therefore to farmers who cultivate varieties tomatoes that make mechanical harvesting possible, this choice, which does not compromise the product, is harvested and cultivated in compliance with national and European protocols, the company also encourages its farmers to reduce the use of pesticides. Once jars and matches are checked one by one they proceed with labeling, then the jars are packed and left in the department store, waiting for the trucks that, like so many ants, flock to the square, fill up and resume at their own destination, here's how they come to the shops, here's how they come to our table, behind each jar there's a story about earth and sun, about men and passions, but above all about dreams and goals. Francesco Franzese, Unique Administrator of La Fiammante, accompanied us on this journey, telling us with words filled with emotion the steps that were running, presented us to the farmers, no intermediary between the top leaders of the company and who deals with sowing and harvesting, is Franzese to go hand in hand and chord, this is the beginning of the chain of affiliations, all certified, the product benefits from Social FootPrint thanks to the daily commitment of people who have made a passion for their work, so here is a product 100 % Made in Italy, which recognizes the fair price of work for the farmer. It is no coincidence that Campana has received the "Le Fonti" Award for the "Italian Food Quality Excellence" All this makes the product La Fiammante unique and excellent, their past is the secret of the Neapolitan pizzas, who use it
or for their pizzas, and that's not what I say, try to ask yourself for the pizzas, there is no one who does not recommend La Fiammante; among the preserved podotte from this company we also find a very fine tomato pulp made just for pizza; there are already many known names using their products, such as Sorbillo, with his historic pizzeria in Via dei Tribunali, STG Attilio Albachiara World Champion, Antonio Starita, another historic pizzaiolo in the city of Naples known throughout the boot, and I could continue for hours: the Condurro, By Michele, Gennaro Russo ....

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