Per arrivare sulle nostre tavole il pomodoro ha compiuto un viaggio attraverso lo spazio ed il tempo, ha visto la luce in America, anni dopo la sua scoperta è stato trasportato in Europa, ma solo agli albori del 1700 diventa protagonista di molte ricette, piatto regale, consumato dai Re di Francia, ma quasi alla portata di tutti, grazie alla sua larga diffusione avuta in precedenza come pianta ornamentale che si era adattata perfettamente al clima costiero Europeo.
Foto By Mario Marius Mele
Ancora oggi i pomodori migliori del mondo sono quelli coltivati nel sud del nostro paese, forse perchè ne assorbono il caldo sole dorato, forse perchè vengono coltivati con amore, o forse perchè le sapienti mani dei nostri antenati e la passione dei produttori dei giorni nostri, sono riusciti a far sentire il pomodoro a casa...
Già una volta vi ho parlato della storia del pomodoro, Pablo Neruda dedicò un ode a questo frutto dal potenziale illimitato, da che è entrato nelle nostre case non è più uscito, ormai fa parte del nostro dna.
Grazie all'iniziativa di Msr in collaborazione con La Fabbrica della Pasta di Gragnano e La Fiammante, ho avuto la bellissima possibilità di andare a visitare i luoghi in cui i pomodori nascono e vengono lavorati, la lunga strada che fanno per arrivare fino alle nostre tavole, ho visto come viene preparata la pasta in uno dei più famosi pastifici d'Italia e sono stata fortunata ad avere al mio fianco Keira, mia figlia, che mi ha dato la possibilità di vedere questo nuovo mondo con gli occhi e lo stupore di un bambino.
Partiamo dall'inizio:
Msr altro non è che My Social Recipe, la prima piattaforma web che vi consente di registrare e certificare la creazione delle vostre ricette, tramite una certificazione storica e digitale rilasciata dal sito che dimostrerà a tutti che quella ricetta è stata realizzata da voi.
La Fiammante è una storica azienda che si occupa della produzione di conserve alimentari, pelati, pomodorini, polpa di pomodoro, ma anche peperoni grigliati, friarielli e carciofini alla brace, una filiera controllata e certificata, con una grande trasparenza, il nostro viaggio è iniziato proprio qui, alle pendici del Vesuvio, sui campi di pomodori coltivati da mani esperte che La Fiammante usa per le sue conserve, qui troviamo coltivatori e cooperative che si prendono cura dei pomodori migliori per poi far si che La Fiammante li imbarattoli, per portare il vero pomodoro Italiano nel mondo.
La loro missione non è solo quella di far arrivare sulle tavole un ottimo prodotto, questa azienda lavora con "le porte aperte", così che ogni consumatore possa vedere e toccare con mano la qualità e la passione con cui questi prodotti vengono lavorati.
Non a caso i controlli nello stambilimento sono rigidissimi, ed i pomodori vengono controllati più e più volte.
Questo viaggio per me è stata una crescita personale, dal seme alla pianta, dal coltivatore alla tavola, dall'azienda al cliente, ho avuto modo di conoscere splendide persone, ho assaporato i pomodori appena colti dalla pianta, ho ammirato meravigliata i terreni argentati su cui crescono, ho osservato i semi diventare frutti, li abbiamo assaporati sul pane insieme ai coltivatori e ad i loro figli, abbiamo osservato le signore intrecciare con le mani i grappoli per poi metterli a seccare, li abbiamo poi gustati al ristorante e li abbiamo portati a casa con noi, per scoprire che quando un prodotto è lavorato con passione riesce a trasmettere qualcosa di unico.
Questo viaggio parte dai campi ed arriva alla tavola, ma quello che questa esperienza ci ha lasciato, arriva dritto al cuore.
Diciamo che tutto è iniziato con una visita a quella che potrebbe essere definita la Fabbrica dell'italinità, ovvero La Fabbrica della Pasta di Gragnano, dove ci hanno svelato il segreto della loro pasta, che molto presto vi svelerò, poi abbiamo proseguito con un aperitivo contadino immersi nel vigneto dell’azienda agricola Sicignano, dove tra i viticci ed i grappoli d'uva si ha una spettacolare vista sul Vesuvio e silla città di Napoli, è con queste uve che nasce il Gragnano DOC “Ottouve” di Salvatore Martusciello, nei bicchieri uno splendido vino rosso rubino, fresco e frizzante, il Gragnano della Penisola Sorrentina doc conosciuto nel mondo come "il vino della città di Napoli", citato anche da Totò nel film "Miseria e Nobiltà", un vino profumato con sentori di frutti rossi, fragole, lamponi e rose, la sua caratteristica particolare è che va servito freddo; Ottouve è un nome dato per omaggiare gli storici vitigni del luogo: l’aglianico, il piedirosso, la castagnara, lo sciascinoso, la suppezza, l’olivella, la surbegna e la sauca.
Per farvi godere a pieno dell'esperienza che ho vissuto ho pensato di raccontarvela dividendola in più parti, inizierò raccontandovi di uno dei protagonisti di questo viaggio:
il pomodoro.
Il Vesuvio è affascinante, comunque lo si guardi, sembra uscito dalla tela di un grande artista, le pendici sono pennellate di carbone, ed i terreni circostanti un esplosione di argento, verde e oro, inaspettatamente fioriscono piccoli fuochi d'artificio di fiori gialli, immersi in un terreno argentato ricoperto di cenere e storia, le fronde degli ulivi centenari accarezzano distese di foglie verdi che donano a questo mondo preziosi pomodori.
Ci troviamo alle pendici del Vesuvio, qui cresce un pomodoro particolare ed unico: il piennolo.
Una varietà coltivata dalla famiglia che gli ha dato il nome: gli Acampora, 4 generazioni di coltivatori di pomodori, dell'Azienda Rosso Vesuvio, di Ercolano.
Il piennolo Acampora ha in se qualcosa di miracoloso, cresce immerso in un terreno di cenere, sotto un sole caldo e dorato che solo qui potrete trovare, cresce senza aver bisogno di essere annaffiato, il che di per se è qualcosa di magico, questo fa si che si conservi molto a lungo, è l'unico pomodoro al mondo che si conserva per ben un anno dopo la raccolta, la polpa soda e compatta è un esplosione di sapore, in bocca è dolce con un retrogusto acidulo e racchiude in se un vago sentore di spezie tostate, che richiama alla mente ricette semplici ma ricche: pomodori saltati in padella con la pasta, pomodori al forno, alla brace, sul pane...
La buccia spessa ed il sapore corposo fanno si che l'armonia che si crea unendolo a del pane cotto a legna sia perfetta.
I pomodori del piennolo sono piccoli, non pesano più di 20 grammi l'uno, hanno una forma tondeggiante ed una caratterisica punta chiamata "pizzo", crescono sospesi da terra, grazie alla pazienza degli agricoltori che con l'aiuto di picchetti e filo fanno che si che questi preziosi frutti non tocchino mai il suolo e rimangano sempre esposti al sole
Ad accoglierci è la famiglia Acampora, in uno scenario che sembra uscito dalla penna di Gabriel Garcia Marquez, i bambini giocano tra loro, mentre le signore, con pazienza intrecciano i piennoli in grandi grappoli appesi, chiamati "schiocche", fanno questo da generazioni, ogni anno per due mesi, in piena estate, poi i grappoli ottenuti vengono appesi al fresco, in un luogo ben ventilato.
L'azienda agricola Rosso Vesuvio si trova proprio a due passi dal famoso vulcano, ed il panorama che si gode dai campi è spettacolare, un mare cristallino in lontanaza fa da cornice a questo splendido paesaggio, mentre noi ascoltiamo estasiati il racconto di Salvatore Acampora, che con le sue mani grandi e la luce negli occhi ci mostra entusiasta il frutto del suo lavoro, ed a quel punto, sederci in silenzio all'ombra degli alberi, ad ascoltare rapiti i suoi racconti è davvero facile.
Tra un bicchiere di vino ed una mozzarella fresca ecco che arrivano i pomodori della sua terra, appena raccolti, vengono saltati in padella con un filo d'olio e finiscono per coronare un piatto di pasta, preparato in pochi minuti e con pochi egregi ingredienti.
L'atmosfera è festosa, si ride, si mangia, si assaggia dell'ottimo olio, mentre in lontananza risuonano le note di qualche vecchia canzone italiana, un brindisi tutti insieme e poi ancora a parlare di pomodori in una scena molto Felliniana.
Ci si rende conto, sempre di più di quanta passione ci sia dietro a questo prodotto, quanto gli agricoltori lavorino duramente, e quanto sia dura la realtà che c'è dietro, il barattolo che arriva sulle nostre tavole è frutto di un lungo e duro lavoro, e l'ottimo risultato non sarebbe possibile se questi uomini non lavorassero con passione.
Ogni anno arano la terra, la scavano e piantano i semi, piano piano questi semi germogliano, e le piante vengono poi assicurate a dei picchetti di legno, ogni giorno controllate affinchè il pomodoro non tocchi il terreno e sia esposto al sole pieno, e poi arriva il periodo della raccolta, dell'intreccio dei grappoli e delle colazioni contadine, a base di pane e pomodoro, neanche il tempo di risistemare il tutto che si riparte da capo, questo è un lavoro che richiede tanta manualità, e che vede tutta la famiglia coinvolta, nella selezione e nella conservazione, da qui partono i primi controlli dei pomodori che vengono selezionati uno ad uno da queste famiglie esperte, per poi essere consegnati a La Fiammante.
Lasciamo a malincuore la famiglia Acampora, con la promessa di ritrovarci presto, e partiamo.
Il secondo campo di pomodori che abbiamo visitato era totalmente diverso, ad accoglierci gli agricoltori della cooperativa agricola La Montagna, qui si coltivano San Marzano, in una pianura sconfinata, in cui i filari di pomodori si perdono a vista d'occhio, con il maestoso vulcano immancabile sullo sfondo.
Siamo ad Acerra, area tristemente conosciuta per i tristi fatti di cronaca riguardanti discariche abusive, il clima del viaggio si fa più serio, gli sguardi vagano per le strade di campagna, scrutano, indagano, ma delle discariche di cui parlano i telegiornali neanche l'ombra.
Qui si respira un clima diverso rispetto a quello che abbiamo trovato ad Ercolano nei campi dove cresce il Piennolo, qui l'atmosfera è più informale, gli agricoltori che abbiamo davanti hanno a che fare con un lavoro completamente diverso, sono vigili ed attenti, perchè, ci spiegano, il San Marzano è una varietà delicata, in poche ore la situazione si capovolge, qui si vive letteralmente nei campi, e si raccoglie a mano, si tasta, si guarda, e poi si decide se staccarlo o meno dalla pianta, questo è un pomodoro che ha bisogno di cura ed attenzioni.
La missione qui è più vasta del coltivare un buon prodotto, qui ci si tiene a far sapere che questa non è "la terra dei fuochi" che i telegiornali ci hanno fatto conoscere, qui di fuoco ce n'è solo uno, e si chiama "passione".
L'atmosfera piano piano si fa gioviale, e Keira, mia figlia, si fa timidamente avanti,chiedendo il permesso di raccogliere un pomodoro.
In un attimo ci ritroviamo sommerse dall'entusiasmo, questo è un mestiere che i giovani non considerano più, anche se da molta soddisfazione, ed il vedere una bambina di 9 anni che vuole andar per campi a cogliere i pomodori incuriosisce i presenti, ecco quindi che arriva un agricoltore con un secchio, che si avventura con Keira per i campi, sotto il sole cocente, a raccogliere pomodori, una scena che a molti rimarrà nel cuore, la passione dell'agricoltore raccontata con parole dolci e con amore ad una bambina, come i racconti di un padre ad un figlio o di un nonno ad un nipote, qui abbiamo visto piantare un seme importante, quello lasciato dal racconto dell'esperienza attraverso le parole, da questo seme nascerà la passione per qualcosa di grande, l'amore per la terra, il racconto di vita di un uomo tramandato alla nuova generazione, ecco a cosa abbiamo assistito, ad un passaggio di testimone.
"Raccogliere i pomodori è la cosa più bella del mondo!" esclama Keira piena di entusiasmo mentre addenta un San Marzano appena raccolto "è dolce, ma anche saporito, è caldo come se avesse rinchiuso dentro di se tutti i raggi del sole e il caldo del vulcano" prosegue puntando gli occhi al cielo.
Dietro ad un’eccellenza alimentare c’è un lavoro enorme, che da soddisfazioni immense, e i racconti di questi uomini non fanno che confermarcelo, anche loro ci mostrano con orgoglio il frutto del loro lavoro, raccolgono il pomodoro dalla pianta, lo annusano, lo guardano, ne sentono il porfumo e poi lo offrono, con il più bel gesto che un uomo possa fare, donare i frutti del proprio lavoro.
Il racconto degli agricoltori di Acerra è coinvolgente, sono uomini forti e cordiali, attraverso le loro parole si sente quanto questo lavoro possa mettere alla prova, ma anche quanto ci tengano ad ottenere un ottimo risultato, le piante vengono accarezzate, ed i pomodori quasi cullati dalle loro forti mani, il loro è un lavoro frutto di passione ma anche di perseverenza ed attenzione, ed alla sera si arriva stanchi, ma felici, consapevoli di aver partecipato a costruire qualcosa di grande, qualcosa che non sarà solo un barattolo di pomodoro spedito dall'altra parte del mondo, sarà bensì un pezzo di Italia che trasmetterà l'amore per questo paese e per la sua terra a chi lo assaggerà.
Sono fiera ed orgogliosa di aver conosciuto queste persone, che mi hanno trasmesso qualcosa di speciale.
E questo è solo l'inizio della storia del pomodoro, e di come arriva sulle nostre tavole, ecco cosa c'è dietro ad ogni barattolo.
Qui entra in gioco La Fiammante, azienda Campana, che rappresenta il meglio del pomodoro Made in Italy da oltre 50 anni.
Questa è un'azienda per cui la trasparenza è tutto, lo stabilimento di Buccino, in provincia di Salerno, copre una superficie di 90mila mq ed ha sempre le porte aperte per i visitatori che vogliono vedere con i propri occhi la lavorazione del prodotto; una delle caratteristiche principali di questa azienda è il valore che da al lavoro agricolo, facendo accordi diretti che garantiscono sostegno agli agricoltori per tutte le fasi di produzione, un rapporto basato sul rispetto reciproco con un unico obiettivo: un risultato perfetto.
Nei periodi di produzione, concentrati da luglio a settembre, vengono confezionate oltre 1.100 tonnellate al giorno di pomodori, le materie prime sono al 100% Italiane e certificate dal seme al frutto.
La Fiammante è un marchio che opera solo con prodotti di alta qualità, ed il fatto che ci siano più selezioni manuali e non, prima di arrivare al confezionamento lo conferma, siamo rimasti piacevolmente impressionati da questa "catena di montaggio", sapevate ad esempio che, dopo la prima scrematura del contadino, i pomodori vengono analizzati da una macchina, che li lava e scarta quelli non idonei?
Poi passano su un rullo dove vengono controllati meticolosamente da decine di signore operosissime, passano quindi l'ennesima fase di lavaggio per poi essere spostati nei barattoli, ma i controlli mica sono finiti qui, in azienda hanno anche una macchina a raggi X, di cui mia figlia si è innamorata, che serve per vedere se nel prodotto finito, quindi nella latta già pronta e chiusa, ci sia qualcosa di anomalo, tipo una fogliolina o un ramoscello di qualche pomodoro finito li per sbaglio, o qualsiasi cosa che non dovrebbe trovarsi all'interno del barattolo.
La chimica che è in me poi si è fatta prepotentemente largo quando siamo entrati nel laboratorio in cui i responsabili dell'Università di Napoli analizzavano ogni partita di passate, conserve e pomodori con provette e microscopio, qui si fa la storia, in ogni senso, in quanto stanno studiando un metodo per sterilizzare e conservare al meglio passate e conserve, ma non con prodotti chimici, assolutamente no, 100% naturali, e non è cosa da poco.
Una cosa che mi ha colpito e che potrete verificare voi stessi sono le idee che queste persone hanno, sul loro sito ad esempio potrete trovare le video interviste di tutti i loro collaboratori, dei coltivatori delle cooperative con tanto di indirizzo preciso, potrete perciò vedere con i vostri occhi con quali mani vengono raccolti i pomodori, quale tragitto fanno, che strumenti vengono utilizzati e quali obiettivi si pone l'azienda, ecco perchè ho sottolineato più volte che questa è un'azienda per cui la trasparenza è tutto.
Ogni scelta, come potrete vedere voi stessi, è fatta in accordo con l'agricoltore, qui non c'è sfruttamento dei terreni o fretta di concludere un lavoro per vedere il guadagno, qui si stringono accordi tra le piante, nei campi, si decide insieme il programma di raccolta, le date di consegna ed un prezzo giusto, per tutelare i campi, ma sopratutto la dignità del lavoratore e la qualità del prodotto finito.
Perciò, potrete trovarli tutti là, dal direttore al dirigente, a stringere mani agli agricoltori, abbandonando giacca e cravatta per andare a vedere con i propri occhi la semina, il punto di maturazione, tutti sempre al lavoro, intenti a fare test sulle acqua, sul terreno, monitorando costantemente la salute delle piante...
La Fiammante promuove la raccolta meccanica dei pomodori, per combattere la piaga del caporalato e lo sfruttamento della manodopera, questo non solo fa si che il lavoratore sia tutelato, ma garantisce tempi più rapidi e quindi un prodotto più fresco, perciò agli agricoltori che coltivano varietà di pomodoro che rendono possibile la raccolta meccanica viene proposta questa scelta, che non va a compromettere il prodotto, che viene quindi raccolto e coltivato rispettando i protocolli nazionali ed europei, l'azienda incoraggia inoltre i propri agricoltori a ridurre l'uso dei pesticidi.
Una volta che barattoli e partite vengono controllate una per una si procede con l'etichettatura, poi i barattoli vengono imballati e lasciati nel grande magazzino, in attesa dei camion che come tante formiche operaie affollano il piazzale, si riempiono e ripartono alla volta della loro destinazione, ecco come arrivano nei negozi, ecco come alla fine giungono sulla nostra tavola, dietro ad ogni barattolo c'è una storia, fatta di terra e di sole, di uomini e passioni, ma sopratutto di sogni e obiettivi.
Francesco Franzese amministratore unico de La Fiammante ci ha accompagnati in questo viaggio, raccontandoci con parole colme di emozione le tappe percorse, ci ha presentato gli agricoltori, nessun intermediario tra gli alti vertici dell'azienda e chi si occupa di semina e raccolta, è Franzese ad andare a stringere mani ed accordi, questo è l'inizio del patto di filiera, tutto certificato, il prodotto infatti gode della Social FootPrint, grazie all'impegno quotidiano di persone che hanno fatto della propria passione un lavoro, ecco quindi un prodotto 100% Made in Italy, che riconosce il giusto prezzo del lavoro al contadino.
Non a caso l'azienda Campana ha ricevuto il Premio "Le Fonti" per la categoria "Eccellenza agroalimentare Italiana"
Tutto questo rende il prodotto La Fiammante unico ed eccellente, la loro passata è il segreto dei pizzaioli Napoletani, che lo usano per le loro pizze, e questo non lo dico io, provatea chiedere voi stessi ai pizzaioli, non ne esiste uno che non consigli La Fiammante; tra le conserve podotte da questa azienda troviamo anche una polpa di pomodoro finissima fatta apposta e solo per la pizza; sono già tanti i nomi noti che utilizzano i loro prodotti, come Sorbillo, con la sua storica pizzeria in Via dei Tribunali, il Campione Mondiale S.T.G Attilio Albachiara, Antonio Starita altro pizzaiolo storico della città di Napoli conosciuto in tutto lo stivale, e potrei continuare per ore: i Condurro, Da Michele, Gennaro Russo....
Non perdete l'occasione di ascoltare anche voi il racconto di Salvatore Acampora a questo link.
Qui invece potrete conoscere tutti i produttori.
Godetevi il video del nostro viaggio su Vimeo.
Leggete il racconto sul blog de La Fiammante.
Le foto dellle cooperative, degli agricoltori e dei campi su My Social Recipe.
Il racconto di Maria Romano.
Il mio album di foto su Facebook.
La Fiammante
Piazza della Concordia 7 - 80040 San Sebastiano al Vesuvio (Na)
Tel 081 5615316
www.lafiammante.it
info@lafiammante.it
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We talked about the history of the true Neapolitan pizza, today I would like to briefly discuss the history of tomato.
To arrive on our tables the tomato traveled through space and time, saw the light in America, years after its discovery was transported to Europe, but only at the beginning of 1700 became the protagonist of many recipes, royal dish , consumed by the King of France, but nearly everyone's reach, thanks to its large diffusion that had previously been an ornamental plant that had adapted perfectly to the European coastal climate.
At the time in southern Italy peasants were hungry, because of the lack of food, they began to cultivate the tomato in any way possible to make it more velvety and substantial, that is why Italy is considered domicile of tomato, because it is in the south of our country that the tomato is crowned King of the table thanks to the work of wise hands who can cultivate it and work it at its best, the peasants then were so skilled in their work to be able to select the seeds to create so many varieties and thanks to them that today we find the past and preserve it, each city gave them a name, here are the tomatoes of the Piennolo, the Corbarino, and many others.
Even today the best tomatoes in the world are those cultivated in the south of our country, perhaps because they absorb the warm golden sun, perhaps because they are cultivated with love, or perhaps because the wise hands of our ancestors and the passion of the producers of our day, I managed to make the tomato at home ...
Once I talked about the history of tomato, Pablo Neruda devoted an ode to this fruit with the unlimited potential that he has entered into our homes has ceased to exist, now it is part of our DNA.
Thanks to the initiative of Msr in collaboration with La Fabbrica della Pasta di Gragnano and La Fiammante, I had the wonderful opportunity to go to the places where tomatoes are born and worked, the long way to go to our tables , I saw how the pasta is prepared in one of Italy's most famous pasties and I was lucky to have my daughter Keira with me, which gave me the opportunity to see this new world with the eyes and the amazement of a child.
Let's start from the beginning:
Msr is nothing other than My Social Recipe, the first web platform that allows you to register and certify the creation of your recipes through a historical and digital certification released from the site that will show everyone that that recipe was made by you.
Fiammante is a historic company dealing with the production of preserved food, peeled, cherry tomatoes, tomato pulp, grilled peppers, friarielles and chicken artichokes, a controlled and certified chain, with great transparency, our journey began just here, on the slopes of Mount Vesuvius, on the fields of tomatoes cultivated by expert hands that La Fiammante uses for its preserves, here we find growers and cooperatives who take care of the best tomatoes then make the Flammante entice them, to bring the true Italian tomato in the world.
Their mission is not only to get a good product on the boards, this company works with "open doors" so that every consumer can see and touch the quality and passion with which these products are processed.
It is no coincidence that stamina controls are stiff, and tomatoes are checked over and over again.
This trip to me was a personal growth from seed to plant, farmer to table, company to client, I got to know wonderful people, I tasted the tomatoes just picked from the plant, I admired marvelous silver ground on grow up, I watched the seeds become fruit, tasted them on the bread with the farmers and their children, we observed the ladies braided the bunches and then dried them, then we tasted them at the restaurant and brought them at home with us, to find out that when a product is worked with passion, it succeeds in transmitting something unique.
This journey starts from the fields and comes to the table, but what this experience has left us comes straight to the heart.
We say that everything started with a visit to what could be called the Fertilization Factory, that is, the Fabbrica della Pasta di Gragnano, where they revealed the secret of their pasta, which I will soon reveal, then we continued with an aperitif farmer immersed in the vineyard of the farm Sicignano, where grapes and bunches of grapes have a spectacular view of Vesuvius and so on the city of Naples, with these grapes is born the Gragnano DOC "Ottouve" by Salvatore Martusciello, in glasses a gorgeous wine ruby, fresh and sparkling bone, the Gragnano della Penisola Sorrentina doc known in the world as "the wine of the city of Naples", also quoted by Totò in the film "Misery and Nobility", a scented wine with hints of red fruits, strawberries, raspberries and roses, its particular characteristic is that it should be served cold; Ottouve is a name given to homage to the historical vineyards of the place: the jackal, the feet, the chestnuts, the luscious, the lush, the olive groves, the husk and the sauca.
To make you enjoy the experience I've lived with, I thought about sharing it in several parts, I'll start telling you about one of the protagonists of this trip:
tomato.
Vesuvius is fascinating, however you look at it, it seems to have come out of the canvas of a great artist, the slopes are charcoal strokes, and the surrounding lands an explosion of silver, green and gold, unexpectedly bloom small fireworks of yellow flowers, immersed in a silvery soil covered with ash and history, the centuries-old olive trees caress the expanse of green leaves that give this world precious tomatoes.
We are on the slopes of Mount Vesuvius, here a unique and unique tomato grows: the little one.
A variety cultivated by the family that gave it the name: Acampora, 4 generations of tomato growers, of the Red Vesuvius company, of Herculaneum.
The little Acampora has something miraculous, it grows immersed in ash, under a warm and golden sun that you can only find here, grows without needing to be watered, which is something magical for you it is the only tomato in the world that is preserved for a year after collection, the soda and compact flesh is an explosion of flavor, in the mouth it is sweet with an acidic aftertaste and encloses in itself a a vague smell of roasted spices, which recalls simple but rich recipes for the mind: tomatoes sliced in a pan with pasta, baked tomatoes, grilled bread, bread ...
The thick skin and the full bodied flavor make the harmony that is made by combining it with the wood-baked bread is perfect.
The small tomatoes are small, weigh no more than 20 grams, have a round shape and a characteristic tip called "lace", grow suspended from the ground, thanks to the patience of the farmers who with the help of pegs and wire make that these precious fruits never touch the soil and remain exposed to the sun
The Acampora family welcomes us, in a scenario that seems to have come out of Gabriel Garcia Marquez's pen, the children play with each other, while the ladies, patiently intertwining the crowds in large clusters hung, called "snaps", have been doing this for generations, every year for two months, in the summer, then the bunches obtained are hung in the cool place, in a well-ventilated place.
The Rosso Vesuvio farm is just a stone's throw from the famous volcano, and the spectacular view of the fields is spectacular, a crystal clear sea far beyond the cornerstones of this beautiful landscape, while we listen to the story of Salvatore Acampora, that with his big hands and the light in the eyes shows us excitement the fruit of his work, and at that point, sit silently in the shade of trees, listening to kidnapped stories is really easy.
Between a glass of wine and a fresh mozzarella, here comes the tomatoes of his newly harvested land, sautéed in a frying pan with a pinch of oil and end up crowning a plate of pasta, prepared in a few minutes and with a few exquisite ingredients.
The atmosphere is festive, laughs, eats, tastes great in oil, while in the distance some old Italian song sounds, a toast all together and then talking about tomatoes in a very Felliniana scene.
You realize more and more of the passion behind this product, as far as farmers are working hard, and how hard the reality behind is, the jar that comes to our boards is the result of a long and hard work, and the good result would not be possible if these men did not work with passion.
Each year the earth is plowing, digging and planting the seeds, these seeds slowly sprout, and the plants are then secured with wooden stakes, every day checked for the tomato to not touch the soil and be exposed to full sun, and then the harvesting period, the bunches of grapes and peasant breakfasts, bread and tomato, not even the time to reset everything that starts from the beginning, is a work that requires so much manuality and that it sees the whole family involved, in selection and conservation, from here start the first checks of tomatoes that are selected one by one from these expert families, and then delivered to La Fiammante.
We reluctantly leave the family
Acampora, with the promise to find ourselves early, and let's start.
The second tomato field we visited was totally different, to welcome the farmers of the agricultural cooperative La Montagna, here is cultivated San Marzano, in a boundless plain where the rows of tomatoes are lost in sight, with the majestic volcano inevitable in the background.
We are in Acerra, a sadly known area for the sad news stories about abusive landfills, the climate of travel is more serious, the gaze wandering through the country roads, scrutinizing and investigating, but the dumps reported by the news, shadow.
Here we breathe a different climate than we found in Herculaneum in the fields where the Piennolo grows, here the atmosphere is more informal, the farmers we have in front have to do with a completely different job, are vigilant and careful, because , they explain to us, San Marzano is a delicate variety, in a few hours the situation turns up, here you live literally in the fields, and picking up by hand, you will, look, and then you decide whether to detach it or not from the plant, this is a tomato that needs care and attention.
The mission here is broader than cultivating a good product, here we are told that this is not "the land of the fires" that the news broadcasts made us know, here there is only one fire, and it is called "passion".
The atmosphere slowly becomes jovial, and Keira, my daughter, is timidly ahead, asking for permission to pick up a tomato.
In a moment we find ourselves overwhelmed by enthusiasm, this is a job that young people no longer consider, albeit with much satisfaction, and seeing a 9-year-old girl who wants to go to fields to pick up tomatoes intrigues those present, so that a farmer arrives with a bucket, who ventures with Keira for fields, under the sunny sunshine, to pick up tomatoes, a scene that many will remain in the heart, the farmer's passion told in sweet words and with love to a little girl , such as the stories of a father to a son or a grandfather to a niece, here we saw planting an important seed, the one left by the story of experience through the words, from this seed will be born the passion for something great, love for the earth, a life story of a man handed down to the next generation, here is what we have witnessed, to a passage of witnesses.
"Collecting tomatoes is the most beautiful thing in the world!" exclaims Keira full of enthusiasm as he adds a freshly harvested San Marzano "it's sweet, but tasty, as warm as if it had locked in it all the sun's rays and the heat of the volcano", he continues, pointing his eyes to the sky.
Why find yourself in a field on the slopes of the vesuvio to seize the tomatoes is a must-do experience, to be done at least once in life, as well as strolling through the alleys of Naples while enjoying the pizza with their pulp; because if italia were alive, tomato pasture would flow into its veins, and the tomato would be its heart.
Behind a food excellence there is enormous work, of immense satisfactions, and the accounts of these men only confirm that, they too proudly show us the fruit of their work, collect the tomato from the plant, sniff it, they look, they hear the porphyry and then offer it, with the finest gesture a man can do, to give the fruits of his work.
The story of Acerra's farmers is intriguing, they are strong and friendly people, through their words they feel how much this work can put to the test, but also how much it takes us to achieve a great result, the plants are caressed, and the almost lulled tomatoes by their strong hands, their work is a result of passion but also of perseverance and attention, and in the evening you get tired but happy, aware of having participated in building something great, something that will not just be a jar of shipped tomatoes on the other side of the world, it will be a piece of Italy that will transmit the love for this country and its land to those who will taste it.
I am proud and proud to have known these people who have sent me something special.
And this is just the beginning of the tomato story, and how it comes to our tables, that's what's behind each jar.
Here comes the La Fiammante, Campana company, which represents the best of Made in Italy tomato for over 50 years.
This is a company where transparency is all, the factory in Buccino, in the province of Salerno, covers an area of 90,000 square meters and has always the doors open for visitors who want to see with their own eyes the product processing; one of the main features of this company is the value from the agricultural work, making direct agreements that guarantee support
for all phases of production, a relationship based on mutual respect with one goal: a perfect result.
During production periods, concentrated from July to September, more than 1,100 tonnes per day of tomatoes are packed, the raw materials are 100% Italian and certified from the fruit seed.
Fiammante is a brand that works only with high quality products and the fact that there are more manual selections and not, before arriving at the packaging confirms it, we were pleasantly impressed with this "assembly line", for example, , after the first peeling of the farmer, the tomatoes are analyzed by a machine, which lays them and discards the unsuitable ones?
Then they pass on a roller where they are meticulously checked by dozens of very talented ladies, then pass the other wash phase and then moved into the jars, but the mica controls are over here, the company also has an X-ray machine, of which my daughter has fallen in love to see if there is something wrong in the finished product, then in the ready-made and closed tin, such as a leaf or a twig of some tomatoes ended up by mistake, or anything that should not be inside the jar.
The chemistry that is in me then became overwhelmingly wide when we entered the lab where the University of Naples officials analyzed each game of past, preserved and tomato with tubes and microscope, here is history, in every sense, as they are studying a method to sterilize and preserve the past and preserved, but not with 100% natural chemicals, and it's no small thing.
One thing that struck me and you can check yourself is the ideas these people have on their site, for example, you can find the video interviews of all their co-workers, cooperative growers with a precise address, so you can see with your eyes with which hands are picked tomatoes, which way they make, which tools are used and what goals the company is setting up, that is why I have repeatedly emphasized that this is a company where transparency is all.
Each choice, as you can see yourself, is made in agreement with the farmer, here is no land exploitation or in a hurry to conclude a job to see the gain, here settle agreements between the plants, the fields, you decide together with the collection program, delivery dates and a fair price to protect the fields, but above all the worker's dignity and the quality of the finished product.
Therefore, you can find them all there, from the director to the manager, to hold hands to the farmers, abandoning their jackets and ties to go see with their eyes the sowing, the ripening point, all at work, trying to test the water, on the ground, constantly monitoring plant health ...
The Fiammante promotes the mechanical harvesting of tomatoes, to combat the plague of the caporalate and the exploitation of labor, not only that the worker is protected but guarantees faster times and therefore a cooler product, therefore to farmers who cultivate varieties tomatoes that make mechanical harvesting possible, this choice, which does not compromise the product, is harvested and cultivated in compliance with national and European protocols, the company also encourages its farmers to reduce the use of pesticides.
Once jars and matches are checked one by one they proceed with labeling, then the jars are packed and left in the department store, waiting for the trucks that, like so many ants, flock to the square, fill up and resume at their own destination, here's how they come to the shops, here's how they come to our table, behind each jar there's a story about earth and sun, about men and passions, but above all about dreams and goals.
Francesco Franzese, Unique Administrator of La Fiammante, accompanied us on this journey, telling us with words filled with emotion the steps that were running, presented us to the farmers, no intermediary between the top leaders of the company and who deals with sowing and harvesting, is Franzese to go hand in hand and chord, this is the beginning of the chain of affiliations, all certified, the product benefits from Social FootPrint thanks to the daily commitment of people who have made a passion for their work, so here is a product 100 % Made in Italy, which recognizes the fair price of work for the farmer.
It is no coincidence that Campana has received the "Le Fonti" Award for the "Italian Food Quality Excellence"
All this makes the product La Fiammante unique and excellent, their past is the secret of the Neapolitan pizzas, who use it
or for their pizzas, and that's not what I say, try to ask yourself for the pizzas, there is no one who does not recommend La Fiammante; among the preserved podotte from this company we also find a very fine tomato pulp made just for pizza; there are already many known names using their products, such as Sorbillo, with his historic pizzeria in Via dei Tribunali, STG Attilio Albachiara World Champion, Antonio Starita, another historic pizzaiolo in the city of Naples known throughout the boot, and I could continue for hours: the Condurro, By Michele, Gennaro Russo ....
or for their pizzas, and that's not what I say, try to ask yourself for the pizzas, there is no one who does not recommend La Fiammante; among the preserved podotte from this company we also find a very fine tomato pulp made just for pizza; there are already many known names using their products, such as Sorbillo, with his historic pizzeria in Via dei Tribunali, STG Attilio Albachiara World Champion, Antonio Starita, another historic pizzaiolo in the city of Naples known throughout the boot, and I could continue for hours: the Condurro, By Michele, Gennaro Russo ....
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