Il mio nuovo vicino di casa avrà ormai finito di tagliare quella enorme pianta di Glicine che si trova nel suo giardino, era così enorme da aver spaccato il muro, sbriciolato in tanti pezzetti come se fosse sabbia.
Tanto grande che ormai il tronco della pianta stessa era diventato muro.
Non mi capacito di come si possa tagliare una piabnta così vecchia, così grande e così bella, sarà che amo la natura, e mi piange il cuore quando alla nostra terra dobbiamo abbattere un albero che, vuoi per il ghiaccio, vuoi per una malattia, si è seccato inesorabilmente senza possibilità di ripresa.
Tuttavia, anche se non ho propriamente il pollice verde, mi prodigo a far crecere bene le mie piantine, trattandole quasi come animali domestici, mi emoziono quando il gelsomino, uscendo sul terrazzo, mi scompiglia i capelli, perchè vuol dire che è cresciuto, e che il ramo appesantito e cadente, va legato sulla rete, verso l'alto.
Mi intenerisco quando porto l'acqua di cottura delle verdure al mio piccolo Ginseng, esulto quando il mio ibisco fiorisce in pieno Dicembre!
E sono molto orgogliosa quando dico che la mia Ipomea Ibrida, che mi avevano assicurato che in mano mia sarebbe campata 2 mesi, ha ormai superato 3 lunghi inverni, senza mai perdere una foglia.
Spero solo che il mio nuovo vicino non abbia tagliato il Glicine perchè pensava fosse secco....
Mamma mia quanto mi dispiace...
Era così grande che i grandi grappoli viola accarezzavano i passanti che camminavano sul marciapiede, ed ora dove andrò a prendere i fiori di glicine per le frittelle?
O per i miei biscotti al glicine e limone....
Cambiamo discorso, questo mese l'ho passato all'insegna delle ricette di cucina Giapponese, e sicuramente ve ne sarete accorti.
Anche oggi vi propongo una ricetta Giapponese, davvero utilissima!!!!
La mia è la versione base, ma potete colorare l'impasto con dei coloranti alimentari e dare la forma ed il colore che più vi piace al kamaboko, potete fare delle spirali bianche e rosa, o dei cilindri a stricioline!
Ma prima di tutto, cos'è il Kamaboko?
Il Kamaboko è un semplicissimo Surimi, come quelli di granchio che troviamo al supermercato, facilissimo da preparare in casa, bastano giusto 3 ingredienti, e le varianti sono infinite, potete creare surimi di gamberoni, di ombrina, come ho fatto io, di sogliola o di orata, o perchè no, surimi misti, i Giapponesi utilizzano il Kamaboko come inrediente per le zuppe, il Chawanmushi, o per quella specie di crepe che vedevate in Kiss Me Licia, ricordate??
Io che già adoro i surimi, e che a Barcellona, l'anno scorso, li ho consumati come snack passeggiando per strada, posso dirvi che il Kamaboko è buonissimo consumato anche a morsi, ma è una rivelazione nelle insalatone!!
Anche Benjamyn, il mio gatto, ha molto gradito!!!!
Gli ingredienti sono davvero pochissimi, per realizzare il surimi che vedete in foto ho utilizzato:
250 g di filetto di ombrina decongelato (o fresco, va bene in entrambi i modi, se lo utilizzate fresco però c'è la possibilità che dobbiate aggiungere un paio di cucchiai d'acqua alla preparazione)
1 cucchiaio abbondante di maizena
1 cucchiaino raso di sale
1 cucchiaio di salsa di soia
Unite tutti gli ingredienti nel robot a lame, e frullate fino ad ottenere un composto lavorabile, leggermente più molliccio di una pasta frolla fresca.
Aggiustate di sale e date la forma che preferite, vi consiglio di iniziare con un Kamaboko semplice, di un solo colore, ma potete sbizzarrirvi veramente, provate a cercare "Kamaboko" in rete, ci sarà da divertirsi!!!!
Cuocete a vapore per circa 30 minuti, o fino a che sarà ben compatto.
In alternativa potete dare all'impasto crudo la forma di piccole palline, e friggerle in olio bollente di semi, buone ugualmente, ma molto meglio i surimi ;)
Una volta cotti, dovete aspettare che si raffreddino, poi conservateli in frigorifero fino al momento dell'utilizzo.
E ' possibile prepararne grandi quantità da congelare!
E stasera Jap!! ;) Grazie!!
RispondiEliminanon capisco anche io come si possa tagliare una pianta, soprattutto così bella e maestosa. di cucina giapponese so poco o niente, adesso grazie a te conosco almeno una ricetta. un abbraccio
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