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L'arte è tutto ciò che nasce dal sogno, e plasmato dalle mani dell'uomo diventa realtà....

venerdì 31 agosto 2018

100 Ore nel Piceno : Giorno 5 Un pranzo con Nikita Sergeev


Quarto giorno di #100orenelPiceno
Giorno 4: Offida la bella

Vorrei iniziare questo post con una premessa, anzi, con due: andare via al mattino e saltare l'ultimo giorno delle 100 ore sarebbe stato per me infinitamente più semplice, sarei partita con un treno diretto e sarei stata a casa per l'ora di pranzo; partire a fine tour invece significava prendere 3 treni per arrivare nel tardo pomeriggio in stazione, da li avrei chiamato un taxi e mi sarei ritrovata a casa per cena, leggermente più complicato, ma mai complicato quanto si è rivelato in realtà, dato che il mio treno "San Benedetto del Tronto - Faenza" è arrivato in stazione con 50 minuti di ritardo, facendomi perdere la coincidenza, e così me ne sono rimasta fino alle 20:30 in stazione a Faenza, dove, per inciso, sui binari non c'è neanche una panchina per aspettare il treno, per poi prendere un treno che mi ha portata a Firenze facendo una fermata ogni 12 metri, con mezze carrozze al buio ed un freddo polare, a Firenze io ed altre allegre famigliole che avevano perso la coincidenza a Faenza ci siamo ritrovate ad aspettare il treno per Livorno, alla fine sono arrivata a casa alle 2 di notte.
Ecco, perchè vi ho raccontato tutto questo?

Perchè l'ultimo giorno di tour prevedeva un pranzo preparato dallo Chef Nikita Sergeev e non volevo perdermelo per niente al mondo, per questo ho scelto di partire a fine tour, e se tornassi indietro non cambierei assolutamente treno, anzi, riperderei la coincidenza e ripeteri tutto esattamente come ho fatto, perchè Nikita Sergeev è un mito della cucina!

Io dico sempe che ognuno è artefice del proprio destino, ma credo anche che alcune persone siano predestinate a qualcosa, ed il destino lo abbiano già scritto nelle stelle ancor prima di nascere, una di queste persone è Nikita Sergeev, lui la cucina ce l'ha nel sangue, e probabilmente avrebbe potuto svolgere egregiamente qualsiasi altro lavoro, ma in cucina lui è una divinità, il suo è un talento raro, e molti chef e cuochi pagherebbero per avere la sua creatività, la sua inventiva, il suo animo...

La sua cucina è al pari dei migliori stellati, i suoi piatti sono studiati nei minimi particolari, gli abbinamenti sono perfetti.



E' giovanissimo, classe 1989, ma cucina da moltissimi anni, praticamente da che era un bambino, sono la mamma Ekaterina e la nonna Tamara a trasmettergli inconsapevolmente la memoria dei sapori della sua terra, la Russia, che conserva nel cuore, e così ecco che nei suoi piatti compaiono le bacche selvatiche, i funghi, i pesci affumicati e i generosi piatti delle feste, come l'anatra e il maialino, la passione per la cucina l'aveva già da piccolo quando aiutava le donne di casa a preparare i pasti.
Dopo un viaggio nelle Marche si innamora dell'Italia, in particolare del territorio Piceno, così per 12 mesi studia all'Alma, con maestri del calibro  di Luciano Tona, Andrea Grigaffine, Silvio Salmoiraghi e Paolo Lopriore, e come rettore l'indimenticabile Gualtieri Marchesi.
Nel 2013 a soli 22 anni apre L'Arcade, un ristorantino nel cuore del centro storico di Porto San Giorgio, i primi successi non tardano ad arrivare, viene chiamato per partecipare a diverse trasmissioni, tra cui "Gambero Rosso Channel" e "My Chef Tv", si guadagna in fretta il titolo di "Chef Emergente per il Centro Italia", ottenuto nel 2015 al Concorso di Luigi Cremona, ed un cappello nella Guida Espresso ristoranti 2017, al pari di tanti ristoranti stellati.



Dal 2015 è docente di cucina presso l'Accademia Chefs di San Benedetto del Tronto, riconosciuta dalla Regione Marche, nel 2017 entra a far parte del sodalizio "Gli Ambasciatori del Gusto", presieduto dalla Chef Cristina Bowerman, a novembre dello stesso anno la Guida Espresso Ristoranti gli conferisce due cappelli su cinque per l'anno 2018 e la menzione speciale "2 forchette" per la cucina creativa, un gran successo, all'alba del 2018 Nikita con il suo risrante l'Arcade entrano nel "Golosario" e nella guida digitale di Identità Golose, nel mentre continuano le sue partecipazioni a trasmissioni, programmi, manifestazioni e cooking show.



Ma chi è veramente Nikita Sergeev?
Una parola per descriverlo: un portento.
Vi ho detto che è nato nel 1989 e, da non crederci, cucina da 23 anni!
 Originario di Mosca e marchigiano d'adozione, la sua è una cucina moderna, che si avvale delle migliori tecniche, in abbinamento a materie prime di eccellenza, i suoi piatti hanno sapori decisi ma perfettamente bilanciati, come ad esempio il suo risotto ai sentori di mare, un piatto a cui è molto affezionato, dove il Carnaroli che rappresentare il bagnasciuga
viene mantecato con sedano rapa cotto al forno, che conferisce importanti note acide, minerali e terrose, viene poi coronato da limone candito e capperi per conferire una nota di Mediterraneità, il sapore del mare viene dato da polveri di alghe, cozze e ostriche, che profumano d'estate e ricordano giornate in spiaggia.
Al ristorante Nikita fermenta le verdure, adora l'acidità lieve che conferiscono ai piatti, per lui le fermentazioni sono indispensabili. 
Nikita affumica anche i suoi piatti, ma con parsimonia ed intelligenza, perchè l'affumicatura gli da una sensazione di casa che fa parte della sua storia, per noi ha preparato un dessert affumicato che non scorderò facilmente...


Il suo ristorante  ha appena 22 coperti, ma è sempre pieno, la mise en place è moderna e contemporanea, tavoli in legno, luci soffuse e parquet per uno stile minimal ma elegante.
La carta dei vini conta circa 700 etichette, nazionali e internazionali.
Le materie prime come il pesce sono per lo più locali, in stagione potete trovare anche i "moscioli" le cozze selvatiche marchigiane, assolutamente imperdibili!
Nel ristorante c'è anche un piccolo orto con erbe e ortaggi, qui la freschezza è di casa.

Noi non abbiamo pranzato al ristorante, ma in una location messa a disposizione appositamente per l'evento, l'Azienda "Le Caniette".
L'Azienda agricola "Le Caniette" si estende per un totale di 20 ettari composti da vigneti, uliveti e boschi, le vigne godono di un particolare microclima  mediterraneo contrastato dall'aerea Balcanica, producono vini biologici tra cui 100% Pecorino, Passerina I.G.P, Offida Pecorino D.O.C.G, Marche Rosato I.G.P, Piceno D.O.C e Rosso Piceno D.O.C.


I  loro vini sono pluripremiati e ci hanno accompagnato per tutto il pranzo, l'etichetta che mi ha colpito di più è stata "Io sono Gaia non sono Lucrezia", il nome è stato scelto da Gaia, la figlia più piccola del proprietario, che ha anche disegnato l'etichetta (anche sua sorella più grande ha il suo vino "Lucrezia"), "Io sono Gaia" è un vino bianco fermo ottenuto da sole uve Pecorino, barricato 1 anno, dal colore giallo paglierino brillante screziato d'oro e con un intrigante bouquet di camomilla, fieno, burro, macedonia e nocciola al palato è minerale e agrumato, un vino davvero ottimo.


"Io sono Gaia" è stato premiato da "Vinibuoni d'Italia" nel 2009 e nel 2018 conferendogli la Corona, il massimo premio assegnato, è presente sulla Guida Vini 2015 del Gambero Rosso che gli ha assegnato "2 bicchieri", e "3 bicchieri" nel 2016.


La cantina si trova immersa nel verde tra le colline Picene, la struttura è moderna con grandi vetrate che rendono luminoso l'ambiente, da qui si vede il mare abbracciato dai verdi vigneti, ed è proprio in questa location spettacolare che Nikita ha cucinato per noi.



Il nostro menù:

Cannolo di gamberi rosa, mortadella ghiacciata e avocado



Sgombro marinato con anice verde di Castignano, crema di carote viola alla vaniglia e crema di carote arancioni allo zenzero



Riso al succo di manzo e ricci di mare



Polpo, cocco e cipollotto



Dessert Trelatti


 
Il cannolo servito come antipasto è stato un perfetto inizio, ma lo sgombro  era arte pura: una marinatura magistrale e per niente invadente, resa fresca sul finale dalla lieve nota di anice perfettamente equilibrata, il tutto adagiato su una doppoa crema di carote, arancioni allo zenzero per un piatto peno di brio e crema di carote viola alla vaniglia per un gusto sorprendendte che non ti aspetti che va ad addolcire il sapore deciso della carota viola, un piatto memorabile e indimenticabile.
Il riso era strepitoso, cottura perfetta, ed un sapore che non si può spiegare, va assolutamente assaggiato, il polpo era fantastico, morbido come burro, ma il dessert era qualcosa di commuovente: tre tipi di latte, tre diversi sapori e consistenze, una base di marshmallows di latte di capra, al centro un cuore freddo di gelato al latte di bufala affumicato, sopra una spuma morbida di latte vaccino al cardamomo, a dare croccantezza al piatto tante piccole meringhe.
E' un dessert che si scioglie in bocca, definito "sublime" da tutti coloro che lo hanno assaggiato.


Che dire, pur di assaggiare i piatti di Nikita Sergeev ho decido di tornare a casa prendendo 3 treni (che poi vabbè, si è trasformata in un'odissea di 10 ore), invece del treno veloce che partiva prima di pranzo, ne è valsa la pena?
Assolutamente si, comprese le 10 ore di treni e attese, tornassi indietro rifarei tutto!
La sua cucina vi conquisterà al primo assaggio, lo trovate al ristorante L'Arcade a Porto San Giorgio, non potete perdervelo!

Tenete d'occhio questo ragazzo, è destinato a diventare una stella del firmamento culinario!

 Fine
 


 In foto potete vedere la mia faccia contrariata mentre attendevo il treno a Fenza, e così si concludono le #100orenelPiceno edizione 2018, 100 ore ricche di eventi affiancata da persone d'oro, ricorderò questo tour con le immagini dei vicoli di Offida, con la vista della Piazza di Ascoli Piceno dalla Terrazza del Caffè Meletti, con il profumo dei tartufi e dei boschi della famiglia Trivelli, con i vini ottimi de Le Caniette e dell'Azienda San Giovanni, affiancati dai funghetti Offidani di Fior di Farina, dei pranzi e dalle cene da Vistrò, a Le Scuderie, da Attico sul Mare, alla Degusteria del Gigante, alla Senduiccerì, all'Osteria Ophis, ricorderò il confort del Di Sabatino Resort e il relax al Sapore della Luna, la competenza della nostra guida Lella Palumbi, la simpatia degli organizzatori del tour, Emanuele, Federica e Marco, l'amico che ogni persona vorrebbe avere, ricorderò le risate sulla bicicletta Ivel sul lungomare di San Benedetto del Tronto e lo spettacolare pranzo di Nikita Sergeev.

E' così che voglio ricordarmi le 100 Ore nel Piceno, mentre ammiro i vigneti ed il mare, con un calice di vino in mano, sulla riva della piscina,





Dove:

Ristorante L'Arcade

Via Giordano Bruno, 76
63822 Porto San Giorgio (FM)


Le Caniette

Contrada Canali, 23, 63038 Ripatransone AP


 Le mie compagne di viaggio:


dalla Toscana, (me) Shamira (IGFacebook) 
dalla Val d'Aosta Mary (Blog - Facebook)
dalla Lombardia, Cassandra (IG - Facebook - Blog)
dal Veneto, Silvia (IG)
dalla Sardegna, Natascia (IG - Facebook - Blog)
dalla Puglia, Patrizia (IG - Facebook - Blog)
dalla Liguria, Alessia (IG)
dalla Campania, Anna (IG - Facebook - Blog)



mercoledì 29 agosto 2018

100 ore nel Piceno: Giorno 4 Offida la bella

Quarto giorno di #100orenelPiceno

Giorno 1: alla scoperta di Ascoli
Giorno 2: alla ricerca del tartufo nei boschi Marchigiani
Giorno 3: passeggiando in bicicletta lungo la costa Picena



Il quarto giorno delle 100 ore è iniziato all'insegna del relax, mi sono svegliata all'alba, la giornata era calda e piacevole, sono corsa a fare le foto alla sala ristorante e mi sono fiondata a fare colazione, abbondante come al solito, con spremuta fresca e dolci fatti in casa, mi sono seduta a tavola nel patio, la piscina scintillava sotto i raggi del sole, dalle colline verdi arrivava un profumo dolce di grano e di fiori, il mare spiccava all'orizzonte come un nastro blu tra gli alberi, come potevo non fare un bagno?



Mi sono messa il costume e mi sono tuffata in piscina, poi mi è venuta un'idea:
"la piscina è a forma di bottiglia, e l'agriturismo Il sapore della Luna produce vino... Perchè non chiedere una bottiglia da fotografare davanti alla piscina?"










Così ho chiamato Marco, uno degli organizzatori per chiedere se potevo, speravo che mi dicesse si, ed infatti è esattamente quello che ha detto, così ho chiesto alla cameriera che è stata davvero gentilissima, una bottiglia da fotografare ed un bicchiere, è tornata con "Spiagge", un vino bianco DOCG di tipo Pecorino, pluripremiato, denominato così dal nome della contrada di campagna in cui si trova la cantina, il vitigno con il quale viene prodotto è esposto ad est, verso la costa Adriatica, gode quindi della brezza salmastra del mare che ne caratterizza il gusto, il colore è giallo luminoso, con riflessi dorati, profumato di frutta fresca e albicocca con note floreali di biancospino e ginestra, un vino equilibrato ed armonico, il piacere di gustarlo fresco immersa in piscina è indescrivibile.






Una cosa tira l'altra e sono finita a fare da "modella" mentre Cassandra di "Viaggiando a Testa Alta" mi faceva le foto e Mari di "Un Architetto in Cucina" scattava le foto ad entrambe, un momento molto divertente che ricorderò a lungo.



Ad un certo punto è partito pure l'idromassaggio, un paradiso...
Non sarei più uscita di li, tuttavia c'era così tanto da esplorare, l'agriturismo infatti ha un carinissimo giardino officinale a forma di mezzaluna, pieno di piante aromatiche, e che dire dei vigneti?



Così sono uscita e sono andata ad esplorare, mi sono addentrata nei vigneti, e sapere che quei grappoli si sarebbero poi trasformati in Pecorino, Montepulciano e Cabernet-Sauvignon mi ha messo una certa sete, così dopo una veloce sessione fotografica tra le rose rosse e la lavanda sono andata a visitare la cantina.









La cantina è immersa nel tipico paesaggio Marchigiano, nel più totale silenzio, si sente solo il canto delle rondini, mi ritrovo sul balcone della cantina che si affaccia sul mare con vista sul vigneto, circondata da numerosissimi ulivi; quella de ll Sapore della Luna, è una delle cantine più curate di quest’area, rientra tra le aziende vinicole delle Marche che si stanno facendo sempre più apprezzare, anche fuori regione.
Nessun particolare è lasciato al caso e il vigneto si distingue dagli altri anche esteticamente grazie alle rose rosse o bianche piantate davanti ad ogni filare a seconda che si tratti di uva bianca o scura.



Assaggio il bianco, il rosso e anche il rosè, che ancora non è in produzione, e felice e soddisfatta mi avvio verso la camera, prenoto una bottiglia da portarmi a casa e mi vesto.




Partenza, direzione: Offida!
Non sapevo bene cosa aspettarmi esattamente da Offida, me ne avevano parlato tanto bene ma visto che rientravo da un mese fuori casa, di cui 10 giorni passati all'estero, non avevo avuto tanto tempo per documentarmi, e su internet avevo visto giusto un paio di immagini e si, mi era sembrata carina, e invece è proprio bellissima, l'ho adorata dal momento in cui ci ho messo piede, vuoi perchè scese dalla "Cascioli-mobile" ci hanno steso il tappeto rosso, letteralmente, vuoi per l'accoglienza, o la simpatia degli abitanti.







All'entrata di Offida, ad accoglierci troviamo le signore che lavorano al tombolo, con una maestria davvero inspiegabile a parole, vanno viste, sono veloci ad intrecciare i rocchetti tra loro formando bellissimi disegni con i fili, e così nascono orecchini, centri, tendine, tovaglie, ho provato anch'io a cimentarmi nella realizzazione di un centrino, ma ero veramente lenta...
La nascita del merletto a tombolo si perde nel tempo, le prime testimonianze di quest’arte si trovano in affreschi del 1500.
Il primo documento in cui si parla del merletto Offidano è datato 1511 ed è relativo ad un’offerta di pizzi da parte del Comune di Offida alla chiesa della Croce Santa, per soddisfare un voto fatto dalla cittadinanza per ottenere la fine della peste del 1507.
Nel 2010 è stata inaugurata “Via del Merletto”, una via storicamente dedita alla lavorazione del merletto a tombolo, ove, ad ogni ora, è possibile trovare signore di ogni età che si cimentano nella lavorazione.



Per il pranzo ci siamo fermati al Vistrò, che si trova proprio sul corso principale, il menù che propone è legato al territorio ed ogni giorno propone piatti tipici freschi, come il chichì ripieno è una focaccia rustica ripiena di tonno, capperi, sottoli e olive, tipica di Offida, “chichì” nel dialetto locale vuol dire “pizza", e la potete trovare solo qui, pensate che ogni anno, la prima domenica di agosto nel centro storico offidano si svolge la Sagra del Chichì Ripieno, divenuta una delle sagre storiche della Regione.
Tornando a noi, al Vistrò potrete trovare una cantina strettamente legata al Piceno, con piccole cantine biologiche, curata personalmente dai proprietari che la rinnovano periodicamente offrendo anche una buona scelta di vini al bicchiere.
I dolci sono preparati quotidianamente, i fritti come le olive all'Ascolana sono sempre disponibili, come zuppe, panini ripieni e polpette, ma la chicca sono i panini gourmet creati dallo Chef patron Daniele Citaroni Maurizi dell'osteria Ophis.
L'ambiente è piccolo ma accogliente, d'estate i tavoli sono anche fuori, i proprietari sono gentilissimi e partecipano davvero a tante iniziative, il Vistrò ad esempio organizza insieme ad altri locali enogastronomici l'aperitivo diffuso, con un solo biglietto il partecipante all'aperitivo potrà sedersi in uno dei tavoli messo a disposizone delle attività aderenti e gustare 4 street food e 2 calici a sua scelta, il tutto accompagnato da musica live.

Il nostro menù comprendeva



Tagliere di salumi e formaggi








Chichì




Vistrò burger di stagione



Per dessert abbiamo assaggiato il dolce tre, sei, nove, di cui vi parlerò presto, e il caffè del marinario, restate sintonizzati per saperne di più!

Insieme a noi c'è Ivan Pignataro, un artista con la "A" maiuscola, nato a Bari, classe 1981, diplomato al liceo Artistico di Bari e poi traferitosi a Torino per frequentare la Scuola di Cinema e di Animazione, prosegue quindi alla Scuola Adriatica di Fumetto, i suoi disegni, inutile dirlo, sono bellissimi!
Quando lo abbiamo incontrato era intento a disegnare le nostre caricature che ci avrebbe poi consegnato la sera.



Finito il pranzo abbiamo proseguito la nostra visita, la prima tappa è stato il magnifico Teatro Serpente Aureo, rimodernato nel 1862, è davvero meraviglioso.


Foto by Marco Cicconi

Non ha una facciata propria e l’ingresso è posto sotto il portico del Palazzo Comunale. Attraverso un atrio adornato con statue rappresentanti quattro Muse, si entra nella sala formata da 50 palchi in giro di tre ordini con loggione e platea, la volta è stata dipinta da Alcide Allevi, è decorata con stucchi ed intagli dorati su fondo verde, opera di G. Battista Bernardi, offidano (sec. XVIII-XIX).
Al centro un enorme lampadario di cristallo coronail teatro a forma di ferro di cavallo, dalle morbide poltroncine in velluto rosso è possibile assistere a manifestazioni culturali ed ai Veglionissimi di Carnevale.





Sul palcoscenico si conserva ancora il vecchio sipario con dipinta la leggenda del mitico Serpente d’Oro, è magnifico ma viene esposto solo durante alcune manifestazioni, provate ad immaginarlo...




La visita continua, passeggiamo tra i vicoli cullati dal dolce suono del canto delle rondini, arriviamo alla fine di Offida dove si staglia verso il cielo un imponente edificio, è la Chiesa di Santa Maria della Rocca


Foto by Marco Cicconi







Ed è davvero una Chiesa magnifica che ha tanto da raccontare, sulla parte sinistra della scalinata orientale potrete notare una pecorella che mangia un quadrifoglio, la credenza popolare vuole che chiunque ci si posizioni sopra ad occhi chiusi con i piedi, possa esprimere un desiderio che in teoria dovrebbe avverarsi, poi vi dirò se un giorno il mio si avvererà, una volta espresso il desiderio per completare il "rito della scalinata" occorre tornare indietro, sempre ad occhi chiusi.



Nell’anno 1039 Longino d’Azone, un signore di Offida donò all’Abbazia di Farfa gran parte dei suoi possedimenti che si estendevano dal Tronto all’Aso all’Adriatico e con questi anche il castello di 0ffida e la chiesa di S. Maria della Rocca, allora piccola e non molto importante.
Offida el 1047 diventò possedimento dei monaci benedettini e la piccola di S. Maria venne parzialmente demolita quando per edificare la chiesa attuale.




La nuova chiesa prevedeva una larghezza maggiore rispetto a quella esistente; quindi tra i vecchi muri e quelli nuovi furono ricavati due spazi, uno dei quali fu destinato a cimitero.
Nel 1511, fu completato il piano superiore della chiesa e fu tolta ogni comunicazione con il piano inferiore.
Ad oggi la comunicazione fra i due piani è assicurata da una scala a chiocciola interna.
Sull'altare della cappella di sinistra c'è un lastrone con un canaletto, si pensa che questa lastra sia appartenuta ad un altare pagano, e che il canaletto servisse per far scorrere dentro la coppa del sacerdote il sangue della vittima sacrificata.
Nell'altra cappella guardando in alto invece si può vedere un dipinto della Madonna e degli angeli vestiti con il merletto di Offida.
Cammina, cammina, ecco arrivare il momento dello spuntino pomeridiano, per noi Cremini e olive Ascolane appena preparate da Sonia Darini di Fior Di Farina.


Foto by Marco Cicconi

Fior di Farina è una tappa imperdibile se volete assaggiare i prodotti tipici, Sonia e Nora cucinano con amore e passione, e servono ai clienti cartocci fumanti di Olive all'Ascolana, quelle vere, preparate a mano, Cremini profumati all'Anisetta, biscotti al vin cotto, chichì ripieno, pasta fresca, pasta all'uovo, tortelli ed i famosi funghetti Offidani, i durissimi biscotti all'anice tipici di qui, da Fior Di Farina potrete trovare anche la versione moderna, più morbida, prodotta sempre con gli ingredienti della tradizione: farina, zucchero e anice verde di Castignano, presidio Slow Food.
In assoluto le migliori Olive Ascolane di sempre!





Proseguiamo con una degustazione di vini allo showroom dell'Azienda Agrobiologica San Giovanni.
L’azienda San Giovanni, nasce nel 1990 da una lunga tradizione familiare, si estende sulle meravigliose colline Picene a pochi chilometri da Offida.





I vigneti si trovano su un’altitudine media di 320 mt. sul livello del mare, tutti i vini sono esclusivamente biologici e rappresentativi delle varietà tipiche locali,come Passerina, Pecorino, Trebbiano, Montepulciano e Sangiovese...



Si è fatta ora di cena, ad accoglierci è lo chef Daniele Citeroni Maurizi dell’Osteria Ophis, un ristorante accogliente ricavato dalle ex stalle di Palazzo Alessandrini, un palazzo con 4 secoli di storia alle spalle, dove lo Chef patron con 17 anni di esperienza alle spalle, rivista i piatti della tradizione locale, la sua attenzione per la scelta della materia prima è maniacale, lui stesso ricerca i produttori, e li sceglie a seconda della stagione, ovviamente tutti ingredienti del territorio, non è raro trovarlo al mattino presto nel campo con il contadino, a scegliere le verdure migliori, o a preparare pasta e pane fresco con grani antichi da servire ogni giorno freschi al ristorante, è per questa sua grande attenzione che i piatti che prepara sono eccellenti, per questo il Gambero Rosso ha conferito ben 3 gamberi, ed è l'unica Osteria nelle Marche ad averli, ed ha anche la Chiocciola Slow Food, unica Osteria ad averla nell’intera provincia Picena.
Non lasciatevi ingannare dai piatti in menù, in cui potrete leggere anche un comune "pollo arrosto e patate", a tavola vi arriverà un morbidissimo e saporitissimo polletto ruspante rivisitato in chiave moderna, ne abbiamo avuto un esempio gustando il menù studiato per noi.
Per farvi avere un'idea vi basti pensare che "Il pancotto che diventa Tombolo" era una crocchetta di pancotto, croccante fuori e morbida e calda dentro, posizionata sopra un mini piedistallo stampato con la stampante 3D, identico al piedistallo su cui si poggia il Tombolo per fare il merletto Offidano, e il "rosbif e piselli" è fatto con piselli home made, noce di vitellone bianco Traini, olio extra vergine il bled di Aleandri, carote sedano e cipolle az.bio Mari.

Il nostro menù:


Benvenuto dello chef












Il pancotto che diventa Tombolo



"Rosbif" ai piselli




Cannelloni al cucchiaio








Pollo 'ngip 'ngiap








Come un funghetto Offidano








Il pollo era divino, morbido e gustoso, senza neanche un ossicino, un piatto che ti entra nel cuore, anche il resto della cena è stato sublime, i cannelloni in piedi erano croccanti e preparati con ingredienti così freschi che erano un esplosione di sapore, quel sughetto di pomodoro era una delizia, un sapore che ormai è difficile da trovare, come quello del pomodoro che i nonni coltivavano nell'orto...


Che dire, una cena indimenticabile!

Se volete provare a replicare le ricette sappiate che lo chef ha scritto un libro, si intitola "La cucina Picena" e lo trovate on line, nel libro trovate anche le ricette della cena!
















A fine cena ci attendeva una piacevole sorpresa, Ivan Pignataro, in arte Piv ci ha consegnato le caricature, un ricordo meraviglioso di questo entusiasmante tour, purtroppo per alcuni è arrivato il momento dei saluti, ma per me il viaggio prosegue...













Eccoci in foto: le blogger, gli organizzatori, Piv, lo chef e la fotografa ufficiale!







Ultima sera all'agriturismo "Il sapore della Luna", mi godo le stelle ed il fresco della sera.








L'articolo uscito su Il Telegrafo sulla mia esperienza per #100orenelPiceno




Vistrò

Corso Serpente Aureo 64 Offida




Fior di Farina di Ciabattoni Nora e Darini Sonia

Via Roma, 6A, 63073 Offida AP





Azienda Agrobiologica San Giovanni










Contrada Ciafone, 63073 Offida AP




Osteria Ophis

Corso Aureo Serpente, 54 B, 63073 Offida AP






Continua... 

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