Molti anni
fa, quando il nostro paese era ancora popolato da nobili casate, i ricchi si
rifiutavano di mangiare tutto ciò che noi oggi definiremmo “quinto quarto”, il
popolo invece faceva di necessità virtù e nelle cucine spadellava cercando di
creare deliziosi manicaretti con quello che aveva, anche perché diciamocelo,
per i più l’importante era avere lo stomaco pieno.
Si racconta
che a Napoli, patria della buona tavola, le donne povere andavano fuori dal
palazzo reale aspettando gli scarti delle cucine, contendendoseli a gran voce;
il popolo imparò in fretta a sopravvivere con gli scarti dei nobili, cucinando
quei tagli di carne che nessuno voleva, i vicoli della città si riempirono di
carnacottari, i venditori di carni cotte, nel loro pentolone ribolliva notte e
giorno una mistura di trippa, piedini, muso e frattaglie di maiale, che detta
così sembra una cosa strana, ma non è molto lontana dalla nostra attuale trippa
in umido, o trippa in bianco, per strada si trovavano anche i ventraiu, che
vendevano trippa cotta da mangiare al momento, uno street food niente male, se
solo avessero saputo che mangiare la trippa riempie e non fa male probabilmente
l’avrebbero mangiata anche più volentieri, e questo è uno dei motivi per cui
oggi è tornata di moda: la trippa non fa ingrassare.
Da allora la
trippa è diventata parte della tradizione culinaria di Napoli, come oggi lo è
di Firenze, Milano e Roma, e come nei tempi antichi lo è stata della Grecia,
dove veniva cotta alla brace e allo spiedo, oggi sono centinaia, ma che dico,
migliaia le ricette in cui viene utilizzata la trippa, la famosa trippa alla
fiorentina con salsa al pomodoro come la sua parente romana, il salume
piemontese prodotto a Moncalieri a base di trippa da condire come un carpaccio,
la trippa alla milanese, quella con patate e zafferano, la trippa
allaparmigiana e il lampredotto da gustare dentro la focaccia o un panino, e
poi ancora: la zuppa di trippa e lenticchie, la trippa fritta, il ragù di
trippa, la trippa in bianco e quella con il parmigiano.
Ma cos’è la
trippa?
La trippa
viene ricavata dallo stomaco dei bovini, il cui apparato digerente è formato da
tre stomaci, il rumine, il reticolo e l’omaso chiamato centopelli, e da uno
stomaco completo chiamato abomaso, più saporito, con cui si prepara il
lampredotto, poi c’è il rumine, il reticolo, anche detto cuffia o nido d’ape.
Come vi ho
anticipato la trippa è un cibo magro, 100 grammi di prodotto contengono meno di
100 kcal, è inoltre ricca di fibre, ferro e vitamina B, perciò è consigliato
nelle diete anche se per molto tempo si è creduto il contrario.
Oggi
utilizzeremo una parte soltanto: l’abomaso, più scuro e saporito, e prepareremo
una ricetta tipica fiorentina, il lampredotto alla puttanesca, meno conosciuto
del classico lampredotto servito con la salsa verde ma altrettanto ottimo, più
saporito della versione classica, lo si mangia così oppure dentro una focaccia
o un panino.
Lampredotto
alla puttanesca
Se non siete
di Firenze forse non lo avete mai sentito nominare, è sicuramente più saporito
della versione classica e si presta benissimo ad un bell’abbinamento con un
bicchiere di vino rosso e focaccia.
Il segreto
per un panino con il lampredotto a regola d’arte?
Semplice!
Aprite il
panino, inzuppate la mollica nel sugo e farcite, servite subito!
Lampredotto prelessato
1 kg
4 acciughe
dissalate
2 cucchiai
di capperi dissalati
Olive nere
denocciolate 100 g
Passata di
pomodoro La Fiammante 600 g
Spicchi d’aglio
3
1
peperoncino
Olio evo q.b
Trita
grossolanamente le olive e i capperi, in una pentola versa un filo abbondante
di olio, unisci il peperoncino tritato e provato dei semi, l’aglio tritato
finemente e le acciughe, soffriggete a fuoco lento.
A parte
tagliate il lampredotto a striscioline irregolari, aggiungetelo in pentola insieme
agli altri ingredienti, fate cuocere per almeno 30 minuti a fiamma bassissima,
se necessario salate a fine cottura e unite a piacere del pepe nero macinato
fresco.
Potrete
gustare il lampredotto alla puttanesca così, servito in un piatto, oppure
servito dentro a del pane o della focaccia, quella in foto è stata realizzata
da me, a brevissimo vi posterò la ricetta.
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