La
origini della pizza sono incerte, più versioni accompagnano la nascita di
questa ricetta, ma ciò accade per ogni piatto che si rispetti, e forse non
sapremo mai com'è andata esattamente, ma una cosa la sappiamo, non esiste
persona che non ami la pizza.
Nel
sedicesimo secolo la parola "pizza" approda a Napoli, viene usata per
chiamare un pane schiacciato, simile ad una focaccia ma con il sapore del pane,
la parola altro non è che una storpiatura di "pitta", ovviamente,
prima della scoperta dell'America e della relativa importazione dei pomodori in
Europa, che prima di allora crescevano solo in territorio Americano, la pizza
era bianca.
Solo
nel 1734 nasce la Marinara, una base di pasta di pane condita da uno strato di
pomodoro ed origano, così chiamata perché veniva mangiata dai marinai di
ritorno dalla pesca nella baia di Napoli, e gli Italiani osannarono il
pomodoro.
Nel
giugno 1889, la Regina d'Italia Margherita di Savoia approda a Napoli, e
Raffaele Esposito, pizzaiolo dell'epoca, pensa bene di dedicarle un condimento
apposito, con i colori della bandiera Italiana, il pomodoro per il rosso, la
mozzarella per il bianco, ed il basilico per il verde, pensa quindi di
chiamarla Margherita in onore della bellissima regina, e da li, il piatto è
storia.
Era
uno dei pochi piatti in grado di unire poveri e nobili, poiché non solo era un
piatto economico, in quanto lo si poteva preparare con farciture a piacere,
rendendolo adatto a tutte le tasche, ma perchè era amato da tutti, era infatti
servita spesso durante le cene dei sovrani Borbonici, e durante i pranzi dei
Savoia.
Tuttavia
già nel 1830 appare uno scritto in cui compare la pizza condita con pomodoro,
mozzarella e basilico, sicuramente non si chiamava Margherita, o forse
differiva in qualcosa, questo non lo sapremo mai.
Durante
i primi anni del 900 le pizzerie iniziano a fiorire tra i vicoli di Napoli,
arrivando mano a mano nella provincia e diramandosi piano piano, come una
pianta che stiracchia le sue radici, in tutta Italia.
Dopo
la seconda guerra mondiale migliaia di Italiani emigrano in ogni parte del
mondo, e poco importa che essi siano Napoletani o Milanesi, tutti quanti
portano con se la ricetta della pizza.
Esistono
anche delle regole specifiche per cucinarla, una vera pizza deve essere
cucinata in un forno a legna, ad una temperatura di 485° per non più di 90
secondi, la base deve essere stesa a mano, e non con il mattarello, non deve
superare i 35 centimetri di diametro ed il centro non deve superare lo spessore
di 3 millimetri.
La
vera pizza ha una base sottile al centro, con un bordo soffice e lievitato con
sentori di legna e brace, e poi si arriva ai giorni nostri, dove la pizza non
viene più cotta solamente a legna ma anche al vapore, l’impasto si divide in
croccante o soffice e la pizza diventa gourmet.
Ma che
cos’è una pizza gourmet?
La
pizza, quella vera potrebbe già dirsi gourmet, dopotutto se utilizziamo un
pomodoro eccellente e dell’ottima mozzarella di bufala siamo già sulla buona
strada, ma la pizza diventa gourmet quando il pizzaiolo si trasforma in chef, e
adatta un piatto di alta cucina alla pizza, non è da tutti e soprattutto non è
per tutti un piatto gourmet adattato ad una base più o meno soffice di pasta di
pane, c’è chi preferisce restare sul classico, ma questa nuova versione della pizza
non pone limiti alla fantasia e si presta ad abbinamenti ricercati ed
ingredienti costosi e dai sapori inimitabili, e così via a cotture a bassa
temperatura, creme di formaggi, marinature, non esiste un limite…
È il
futuro della cucina.
Per
questo quando ho saputo che una delle categorie del contest Latti da Mangiare
5.0 era appunto la pizza, mi ci sono letteralmente tuffata, nonostante tutta la
mia buona volontà e la voglia trovare il giusto equilibrio non è stato
semplice, sono tante le prove che ho fatto prima di arrivare “alla” pizza,
quella che avevo in mente.
Mi ero
messa in testa che volevo assolutamente utilizzare un pastrami d’anatra home
made al bbq, già solo quello ha richiesto 3 giorni di preparazione, ma ne è
valsa la pena perché era di una delizia sublime, una volta portato in tavola è
stato spolverato, volevo per forza dare alla pizza una nota dolce, per
contrastare il sapore forte dell’anatra, così ho pensato di creare un impasto
al sidro, volevo altresì che fosse sia croccante che morbida, ho quindi
proceduto con una doppia cottura, prima al vapore, sempre di sidro, che l’ha
resa profumatissima, e poi in forno, direttamente su pietra.
Tre
gli ingredienti principali ad accompagnare il pastrami d’anatra homemade al
bbq, una crema di Fior di Mugello che conferisce cremosità e lega tutti gli
ingredienti insieme, soncino per dare freschezza, gel di agrumi e scaglie di
Gran Mugello.
Ma
partiamo dall’inizio…
La
scelta della farina
La farina
è sicuramente una parte importantissima della pizza, per ottenere il miglior
risultato è bene non scegliere farine appena macinate, poiché contengono una
percentuale d’acqua elevata, e questo fa si che durante l’impasto ne assorba di
meno, inoltre anche la maglia glutinica ottenuta non è forte come quella che si
otterrebbe con una farina più “veccia” e meno umida, il risultato sarebbe
appiccicoso ed avrebbe una bassa lievitazione, una farina matura renderà molto
di più, quindi abbiate cura di non scegliere una farina appena macinata.
L’impasto
Anche
l’acqua è importante, abbiate cura di scegliere una buona acqua minerale e non
quella del rubinetto, è proprio quando acqua e farina si incontrano che la maglia
glutinica si forma, l’aggiunta di un agente lievitante fa si che si dia il via
ad una fase di fermentazione in cui lieviti e batteri lattici si nutrono degli
zuccheri, e per far procedere al meglio una lievitazione l’impasto va curato,
un po’ come un bimbo in una culla, ha bisogno di tranquillità e del giusto
ambiente, un impasto freddo infatti avrà una lievitazione rallentata, al
contrario una lievitazione troppo rapida darà vita ad un impasto facilmente
stappabile e dal retrogusto acido, quindi l’ingrediente migliore da aggiungere
in questo caso è il tempo.
La
temperatura ideale per una corretta lievitazione non deve andare oltre i 27°, poiché
altrimenti la pizza risulterebbe aspra e acida, mentre noi vogliamo ottenere un
impasto soffice e dal sapore e dal profumo del grano.
La
cottura
Meglio
se effettuata direttamente su pietra, meglio se nel forno a legna, ma sappiate
che questa non è l’unica cottura possibile, la si può fare al vapore e poi al
forno, in doppia cottura come la mia, oppure immersa in un liquido bollente per
qualche secondo e poi finita di cuocere in forno, o passata in forno e poi
fritta, anche qui non c’è limite alla fantasia.
La
farcitura
Ciò
che caratterizza e distingue una pizza gourmet da una pizza classica è la
farcitura, ovvero il condimento, l’importante è che seguiate alcune semplici
regole, una pizza gourmet altro non è che un piatto d’alta cucina riadattato
per essere servito su una base di pasta di pane, occorre perciò cercare di
ricreare tutti gli elementi, dal cremoso al croccante, per dare una giusta
consistenza e una giusta masticabilità, e un buon ventaglio di sapori che si
sposino bene tra loro, quando create una pizza gourmet mettetevi in testa che
state realizzando un piatto vegetariano, di carne o di pesce che andrà adagiato
su un disco di pasta lievitata anch’esso adattato all’occorrenza,in base al
condimento scelto potrete decidere la cottura da effettuare, gli ingredienti e
le farine da utilizzare, aggiungere ad esempio una piccola percentuale di
farina di farro o integrale, o perché no, cuocerla con vapore di consommè o
estratti.
La mia
pizza
Una
pizza un po’ fuori dagli schemi lo ammetto, con una pastrami di petto d’anatra
al bbq, adagiato su una crema di Fior di Mugello, arricchita da songino,
scaglie di Gran Mugello ed un’emulsione al profumo di agrumi, per rendere più
equilibrato il gusto del pastrami d’anatra ho deciso di creare un impasto di
base con il sidro e di cuocerlo in doppia cottura, prima al vapore di sidro e
poi in forno su pietra.
Pizza
al vapore di sidro con pastrami d’anatra al bbq, songino, crema di Fior di Mugello, scaglie di Gran
Mugello, gel di agrumi e songino
Per il
sidro
Nessuno
vi vieta di acquistarlo già pronto, nel caso non riusciate a trovarlo potete
tranquillamente farlo in casa.
Estratto
di succo di mela bio 1 l
Versa il
succo in un contenitore e coprilo con una garza, lascialo riposare al buio tra
i 20 e i 25°, dopo circa 2 giorni inizierà a fermentare, inizieranno a formarsi
delle bollicine sulla superficie, attenzione che non si creino muffe, in tal
caso occorrerà ricominciare tutto da capo.
Dopo
qualche giorno il sidro sarà pronto per l’utilizzo.
Per l’impasto
a lunga lievitazione
Farina
di tipo 1 600 g
Sidro 100
g
Zucchero
1 cucchiaino
Versa
la farina nell’impastatrice insieme allo zucchero e impasta fino ad ottenere un
impasto omogeneo, copri con un panno di cotone e lascia maturare a 20° per 12
ore.
Secondo
impasto
Primo impasto
200 g
Sidro 100
g
Farina
tipo 1 190 g
Preleva
200 g dell’impasto precedentemente ottenuto ed impastalo con la farina e il
sidro, impasta per bene e fai lievitare fino al raddoppio per circa 4 ore.
Ultimo
impasto
Secondo
impasto
Farina
tipo 1 500 g
Acqua fresca
270 g
Sale fino
25 g
Unisci
tutti gli ingredienti insieme nell’impastatrice ed impasta, dividi in panetti da
230 g l’uno e lascia che lievitino fino al raddoppio, otterrete una pasta
elastica da stendere a mano senza mattarello.
Per il
pastrami d’anatra al bbq
Petto d’anatra
da 500 g
Acqua 1
l
Chiodi
di garofano 5
Macis 1
cucchino
Anice stellato
3 bacche
Cardamomo
2 bacche
Pepe nero
in grani appena pestati 1 cucchiaino
Salvia
secca 1 cucchiaino
Peperoncino
secco senza semi 1
Salsa di
soia 1 cucchiaio
Cannella
di Ceylon 1 stecca
Sale 200
g
Zucchero
200 g
Unite
tutti gli ingredienti tranne la carne in un pentolone, portate ad ebollizione,
mescolate e lasciate raffreddare, quindi immergete il petto d’anatra e
lasciatelo marinare per 3 giorni, quindi asciugatelo per bene e cuocetelo 1
minuto dalla parte della carne sul bbq e portatelo a cottura cuocendolo dalla
parte della pelle, sarà pronto quando forandolo il liquido che fuoriuscirà sarà
roseo, toglietelo dal bbq e lasciatelo avvolto nella stagnola per 3 minuti,
quindi affettate sottilmente.
Per il
gel di agrumi
Acqua 100
ml
Scorza
di 1 lime
Scorza
di 1 bergamotto
Scorza
di 1 limone
Sale 1
presa
Xanana
1 g
Unisci
tutti gli ingredienti e frulla, aggiusta di sale e trasferisci nel biberon.
Per la
crema di Fior di Mugello
Fior
di Mugello 300 g
Panna fresca
100 g
Pepe bianco
q.b
Tritate
molto finemente il formaggio, unitelo alla panna, pepate e trasferite sul fuoco
fino a creare una sorta di fonduta.
Per l’insalata
di songino
Songino
300 g
Olio evo
robusto q.b
Condite
e tenete da parte.
Per la
doppia cottura della pizza: al vapore di sidro
Sidro rimasto
Stendete
la pizza dando all’impasto forma rotonda, cuocetela per 1 minuto con il vapore
di sidro nell’apposito cestello per la cottura al vapore.
Finitura
e impiattamento
Gran
Mugello a scaglie
Olio evo
Stendete
la crema di Fior di Mugello sulle pizze ed infornatele su pietra alla massima
temperatura per qualche minuto, portandole a cottura, sfornate e conditele con
il songino, tagliatele a spicchi e disponetele sul tagliere, tagliatele a
fette, su ogni fetta disponete due puntini di gel di agrumi, una fetta di
pastrami e scaglie di Gran Mugello, ultimate con un filo d’olio e servite.
Con questa ricetta partecipo al contest Latti Da Mangiare
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