Ma nooo, io non ci credo, spero che sia un cambiamento, come è stato previsto dai Maya, ma all'apocalisse non ci credo proprio!
E pensare che su internet spopola la vendita delle indulgenze e di kit di emergenza pieni di scatolette di tonno, e medicinali, insieme al kit viene fornita anche una corda, per arrampicare o per pensare al peggio???
Ma davvero, non riesco a capacitarmi di come certi ricconi russi si siano costruiti un bunker per evitare questa nuova apocalisse, e non riesco a capire come sia possibile ancora credere a queste cose, sia chiaro, per me il 21 sarà una bellissima scusa per brindare con una buona bottiglia di vino, però in casa mia niente allarmismi alla "MORIREMO TUTTIIII!" con tanto di mani nei capelli, tanto è provato che ogni 100 anni c'è qualcuno che dice che il mondo dovrebbe finire, e da che son nata io, negli ultimi 25, di apocalissi ne abbiamo evitate almeno una dcina, compreso il passaggio tra il 1999 e il 2000, e l'arrvio di Cell sconfitto da Goku in Dragon Ball, e anche quella nel telefilm Supernatural.
Adesso parliamo di qualcosa di più serio...
Ho in forno un filoncino di pane che sta letteralmente esplodendo, da essere una treccina piccolina, così carina e coccolina sta invadendo il forno e si è trasformata nell'omino della Michelin, ma dico io, è normale o solo io riesco a combinare 'sti casini!?!?!
Vabbè, passiamo a qualcosa di più concreto, ormai ho preso la strada del filone nostalgico in questi giorni, ed ho voluto preparare per la mia bimba, Keira, e per voi, la merenda che mia nonna mi faceva sempre quando ero piccola:
Le Palacinke
La storia delle palacinke è particolare, la loro paternità è più contesa di quella delle patatine fritte.
Ma per mia nonna non c'erano dubbi, questa preparazione non era nata nè in Francia, nè in altre zone della Jugoslavia, questa ricetta era Istriana, e per me lo è tutt'ora.
Le palacinke oggi vengono confuse con lecrepes, ed a me proprio non piace questa cosa, metto il broncio, un'pò come quando, da bambini, chiamano con il nome sbagliato il nostro miny pony, e noi tutti imbronciati replichiamo che lui non si chiama così, dopotutto per noi quel miny pony è famoso come per mia mamma George Clooney, e quindi come si fa a sbagliare, eresia!!!
Le palacinke, per come la storia è stata raccontata a me, sono nate in Istria, con tanto latte e poche uova, e farina quanto basta.
Niente burro, lievito o zucchero nell'impasto, questa è una ricetta contadina, la si addolciva con la marmellata, che la rendeva sostanziosa.
Poi è arrivata la cioccolata, e poi lo zucchero sopra, ed è così che le ho conosciute io, ma se credete che la ricetta originale sia ricca di burro, margarina, lievito e farina setacciata vi sbagliate di grosso.
1 uovo
500 ml di latte
farina q.b
Sbattete l'uovo con una frusta a mano, unendo il latte a temperatura ambiente a filo, meglio se appena munto.
Unite la farina q.b fino ad ottenere una pastella liscia e molto liquida, deve essere consistenza "cioccolata calda da bar".
Ungete leggermente un tovagliolino e passatelo su una padella rovente, disponete un paio di cucchiai di impasto a seconda della grandezza della padella e fate cuocere.
Quando iniziaerà a far le bollicine giratela.
Noterete che la parte che è stata per prima a contatto con la padella sarà di base chiara, con delle crosticine marroncine dorate, farcitela subito, quindi mettete subito la cioccolata o la marmellata.
Arrotolatela con l'aiuto di una spatola e servitela in un bel piatto spolverando con lo zucchero.
Per me questa ricetta è colma di dolci ricordi, ed anche se con la cioccolata è sicuramente più golosa, mi piace farmela con la marmellata, come faceva mia nonna, e siccome ci vuole una buonissima marmellata dal sapore buono e genuino, ne ho approfitatto per usare questa piccola delizia:
composta di mele al caramello di Mariangela Prunotto, così delicata e buona, che la tentazione di mangiarsela a cucchiate è sempre presente...
P.S:
buonissime, come le faceva il cugino spalatino di mio marito!
RispondiEliminaAnche mia mamma le faceva così come le aveva insegnato sua nonna di Moschiena. Piatto povero, con un ovo se fa' cena per tutti e tutti ex contenti!
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