Quest'oggi è il turno del Grissino Torinese
Il Grissino Torinese è conosciuto in tutto il mondo, praticamente tutti nella nostra vita abbiamo mangiato un grissino, sono così diffusi che vengono serviti nei ristoranti self service, quelli nelle bustine trasparenti, secchi secchi e poco salati, ma anche dai ristoranti stellati, che però li servono in un bel cestino e li preparano in deliziose varianti aromatizzate.
Sono così diffusi che persino all'ospedale vi sarà capitato di vedervi arrivare sul vassoietto del pranzo, un pacchettino di grissini.
Era poi usanza credere che il grissino fosse più magro del pane e per questo veniva consumato dalle persone che seguivano una dieta, peccato però che solitamente i grissini prodotti industrialmente siano pieni di grassi, a volte tra gli ingredienti si può trovare scritto "lardo, strutto, burro"...
Senza dubbio meglio farseli in casa, senza dubbio mille volte più salutari, ma di certo non meno calorici del pane, i grissini infatti sono un impasto lievitato, tale e quale al pane, la forma e la cottura veloce ad alta temperatura danno poi quell'irresistibile croccantezza che, uno tira l'altro, ma i grissini, fanno parte degli impasti lievitati, come il pane.
Il Grissino, si sa, è piemontese, la famosa città natale del grisino è Torino.
La Storia del Grissino, una storia da Re
Napoleone spendeva un patrimonio per farsi recapitare, direttamente da Torino, i grissini croccanti appena sfornati; la figlia di Carlo Emanuele III posò per un suo ritratto con un grissino in mano.
Il grissino era apprezzatissimo dai francesi, pensate che il famosissimo Re Sole non riusciva a trovare uno chef che sapesse farli a regola d'arte, sapori e dissapori della dorata Versailles.
Esistono 2 storie sulla nasita del grissno, la prima narra che fu creato per soddisfarre una mamma che aveva un figlio inappetente, il bambino in questione era Vittorio Amedeo II, soffriva di continui mal di stomaco e non riusciva a mangiare, poi al medico, dopo preghiere e tisane, venne in mente l'illuminazione, che forse, era colpa del pane, che, parlando del 1600, era ancora grezzo, pesante, lievitato male.
Il medico in questione era Baldo Pecchi, affiancato dal cuoco Antonio Brunero, iniziò a studiare un pane che potesse essere leggero, con la mollica asciutta e ben cotta, così che potesse essere più digeribile, doveva essere sfizioso, perchè questo nuovo pane avrebbe avuto il compito arduo di riaccendere l'appetito di un bambino inappetente ormai diventato uomo.
Così una sera servirono a Vittorio Amedeo dei bastoncini di pane lievitato a lungo ma cotto velocemnete, croccanti e salati, sottili e lunghi.
Vittorio Amedeo si innamorò dei grissini, e medico e cuoco, tutti soddisfatti per aver risolto il problema, vissero felici e contenti.
Il Gheressin
La secoda versione sulla nascita del grissino si lega al suo nome, appunto "gheressin" in dialetto piemontese.
Si narra infatti che 1300, a Torino ci fosse la tassa sul pane, e non veniva tassato a peso, ma per forma e grandezza, al tempo, il pane di Torino era la Ghersa, un pane lungo, lievitato e biscottato.
Ma vista la povertà del popolo, un fornai si ingegnò, e creo tante grisse in miniatura, da li appunto gheressin, perchè essendo lunghi e stretti, la tassa da pagare sopra ad un mazzetto di queste delizie era praticamente nulla!!!
Il primo grissino distribuito al popolo si chiamava "robatà" ed era lungo dai 40 agli 80 cm!
Il grissino di cui oggi vi do la ricetta è il Grissino Striato, nato più recentemente rispetto al compagno robatà, che viene prodotta facendo lievitare a lungo la pasta di pane, e poi, una volta tagliata la striscia, viene allungata per le estremità, e non arrotolata sul piano di lavoro, in questo modo il grissino sarà molto più friabile.
Il Grissino Striato
500 g di farina 00
1 cubetto di lievito
1 cucchiaino di sale
40 ml di olio extra vergine d'oliva
2 cucchiai di malto di riso
acqua calda circa 200 ml
Sciogliete il lievito nell'acqua calda.
Intanto disponete a fontana la farina sul piano di lavoro, iniziate ad impastare unendo in ordine: sale, olio, malto e quindi l'acqua con il lievito.
Lavorate a lungo fino ad ottenre un impasto liscio ma non appiccicoso, potrebbero essere necessari altri 50 ml di acqua per impastare meglio, a questo punto munitevi di:
olio extra vergine d'oliva
sale
farina di semola rimacinata
Con un mattarello stendete la pasta per il pane che vi servirà per fare i grissini, dovete ottenere un panetto rettangolare alto 1 cm.
Massaggiatelo con l'olio e quindi con la semola ed il sale, ripetete l'operazione da entrambi i lati.
Fate lievitare fino al raddoppio.
A questo punto con un coltello tagliate tante piccole striscioline, prendetele per le estremità, e con delicatezza, allungatele.
Infornate in forno caldo a 200° per circa 15 minuti, fino a doratura.
Sfornate e fate raffreddare completamente!
buonissimi!
RispondiEliminaun abbraccio, Tiziana