La mattina del nostro secondo giorno a
Barcelona non ci siamo alzati prestissimo, così, la nostra colazione in ritardo si è trasformata in un pranzo in anticipo, ancora da
Lizarran, dove troviamo le cameriere simpatiche e
gentilissime pronte a darci
informazioni su come arrivare a
parc Guell.
Ancora
pincho al salmone, con tortilla, prosciutto e con polpo e poi via in
metropolitana!!
Questa volta la direzione è
Parc Guell, opera di
Gaudì, quel grande uomo di
Gaudì che mi ha fatto innamorare di un parco.
Usciamo dalla metro e ci ritroviamo in una piazza tutta storta, ci mettiamo a ridere, guardiamo la piazza in pendenza a destra, il marciapiedi che pende a sinistra, in
vialetto in salita, che termina in un angolo a destra dopo una discesa vertiginosa, commentiamo, ridiamo, ed ovviamente chi troviamo?
L'Italiano che ci risponde "è, si sono persi la livella".
Pieno, pieno, pieno di Italiani, abbiamo trovato anche chi, per passare il tempo in
metropolitana si era portato la Gazzetta Dello Sport...
La strada per arrivare a
Parc Guell è tutta in salita, un'ammazzata come si dice a Livorno, Trieste in confronto è una passeggiata...
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Ma sapete, ne vale veramente la pena, la vista di
Barcelona dall'alto è
meravigliosa, e nel parco, tra la vegetazione rigogliosa e quasi tropicale, troviamo mosaici di piastrelle
coloratissime e colonne altissime.
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Sicuramente, se torneremo a
Barcelona, ed abbiamo detto che la prossima estate
probabilmente lo faremo, ritorneremo a
Parc Guell.
La nostra merenda l'abbiamo fatta sdraiati su un prato, all'ombra di un ulivo, abbiamo tirato le
mollichine di pane ai passerotti ed ai piccioni,
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e poi sono sbucati fuori anche i topi, immensi topi, sembravano scoiattoli, ma non lo erano, la coda parlava chiaro...
E le persone stavano calme e tranquille, bei
topoloni però!
Meraviglioso Parc Guell, ma cosa a
Barcelona non lo è?
Ascoltiamo i musicisti sparsi ad ogni angolo del parco, assaporiamo il bellissimo momento di una vacanza
indimenticabile e poi, ripartiamo!
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Per strada, questa volta tutta in discesa, ci fermiamo a bere ad una fontana, facciamo praticamente la doccia vestiti e ci rinfreschiamo un'pò, proprio quello che ci voleva dato il tanto caldo.
Con la metro linea gialla arriviamo a
Jaume, quartiere che a Luca piace tanto, Shopping, ho preso un vestitino rosso e nero da ballerina di flamenco per la mia piccola
Keira, con il
fermacapelli uguale e le scarpine a pois in tinta.
Due cartoline, il regalino per Anna, la mia vicina di casa, per mia mamma ovviamente , due mini nacchere per
Keira, poi merenda con un
pincho alla crema di gamberi ed un
Mojito, e poi di nuovo albergo.
Doccia, lunga doccia, faceva caldissimo, umidità al 67%, pappagalli al posto dei piccioni, palme ad ogni angolo di strada, piante grasse alte come lampioni...
In pratica una città tropicale...
E bellissima.
Dopo cena ritorniamo sulla
Rambla, i genitori di Luca ci hanno consigliato di andare a vedere il museo delle cere, e quindi ci andiamo!
Inizialmente è un'
pò inquietante, trovarsi in quei grandi stanzoni pieni di persone immobili, che sembrano vere ma sono fatte di cera...
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Di sera il museo è
praticamente deserto, così ce la prendiamo comoda e facciamo un sacco di foto.
Il percorso
obbligatorio ci porta davanti ad un ascensore che si apre da solo...
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Saliamo , la porta si chiude e scendiamo, una voce ci avverte del cambio di pressione e ci fa intendere che siamo
sott'acqua, in realtà, alla fine, quando si apre l'ascensore, ci troviamo davanti alla porta di un sottomarino, entriamo, si muove tutto, dagli oblò vediamo le sirene, carino carino!!!!
Una firma sul libro delle firme e poi andiamo a bere qualcosa al
bosc de
les fades,
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ovvero "il bosco delle fate" l'interno del locale è come un bosco incantato, ci sono alberi, castelli e piccole cascate, prendiamo un
mojito e poi usciamo, andiamo verso il porto, che è
alla fine della
Rambla, e che contentezza.
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Ero contenta, rilassata, stavo bene, davvero tanto bene...
Ritorniamo alla metro e poi albergo, mettiamo la sveglia e poi a nanna!!!