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mercoledì 19 giugno 2019

Thèke la Daunia apre gli scrigni, giorno 4 Biccari e il suo convento


Tre splendidi giorni passati a Lucera ed una mezza giornata ancora da trascorrere tra un convento di suore di clausura, Biccari e Foggia.
Purtroppo il tempo di maggio quest’anno non è stato dei migliori, ed il quarto giorno di tour ci ha riservato una brutta pioggia, di quelle incessanti che rendono il cielo cupo e grigio, ciò ha reso la parte fotografica del tour più difficoltosa da fare e sicuramente meno interessante da guardare, ma i paesaggi non erano meno belli, perciò anche se di foto ne abbiamo fatte poche i posti meritavano comunque.


 
 Lucera è una delle poche città della Capitanata a vantare l’appellativo di “città d’arte”, ed è depositaria di vastissimi giacimenti culturali che ancora attendono di essere valorizzati, anche per questo non basterebbero tre giorni per godersela a pieno, ma il nostro organizzatore del tour, l’agenzia di viaggi Komanse, ha fatto davvero del suo meglio, organizzandoci un percorso che prevedeva un po’ di tutto, dal buon cibo, tipico e rivisitato in chiave moderna, ai siti archeologici, alle chiese e all’arte, senza dubbio la Fortezza Svevo –Angioina vale una visita, la sua posizione strategica sul colle più alto della città fa si che dlla torre si goda di una vista spettacolare, la Fortezza poi è enorme, la cinta muraria misura 900 metri e al suo interno sono ancora visibili i resti del Palatium di Federico II.
Anche l’anfiteatro Romani Augusteo vale una visita costruito nel I secolo a.C dal prefetto di Lucera Marco Vecilio Campo in onore di Ottaviano Augusto è il più grande anfieteatro del meridione, con una capienza di circa 18.000 spettatori, nel medioevo cadde in disuso per poi essere riportato alla luce nel 1900, oggi il sito archeologico non solo è visitabile e accessibile ai turisti, ma è anche sito di spettacoli ed eventi culturali.
La Basilica è senza dubbio il simbolo della città, o almeno è la struttuta che più mi è rimasta impressa di questo viaggio, forse perché la vedevo dalla finestra del mio B&B Tenente Schiavone, o perché ci facevo colazione davanti ogni mattina, ad ogni modo la sua facciata è bella ed imponente, e cambia aspetto con la luce ad ogni ora del giorno, guardarla è emozionante, sapere poi che fu costruita da Carlo D’Angiò nel 1300 dopo la vittoria sulla colonia Saracena fa sentire letteralmente immersi nella storia.
In stile tardo romanico- gotico, a croce latina a tre navate la splendida cattedrale è dedicata a Santa Maria ed è un magnifico esempio dell’arte marmorica napoletana di fine 700.
Un grande piacere è stato anche poter visitare il bellissimo teatro civico Garibaldi, progettato dall’architetto Oberty e costruito nel 1837 ed il museo Fiorelli situato nel settecentesco palazzo Cavalli- de’ Nicastri, intitolato all’archeologo Giuseppe Fiorelli che fu sentaore del Regno prima di organizzare gli scavi di Pompei, al suo interno si trovano numerosi reperti dall’età pre-romana ai giorni nostri, e poi ancora tante cose ci sarebbero da citare, il Chiostro della biblioteca, la cupola di S. Antonio Abate, il Museo Diocesano, la Villa Comnale…

Il periodo migliore per visitare Lucera?
Durante le sue feste!
Splendido il corteo storico del 13 agosto, ed imperdibile la festa patronale dal 14 al 16 agosto, dove la città si riempie di luci e musica.

Anche la città di Troia è stata una scoperta, a me è davvero piaciuta tanto, sarà che quest’anno compie letteralmente mille anni, o che la sua posizione strategica nel cuore dell’Appennino Dauno la incastona tra paesaggi che sembrano dipinti, o per la sua enorme cattedrale Romanica conosciuta in tutto il sud Italia, il cui rosone è talmente bello che è diventato il simbolo della città.
Spero di poter tornare presto in questa splendida città per dedicargli il tempo che merita.

 
 
Il quarto giorno ci siamo diretti a Biccari, il cui centro abitato sorge su di un poggio del Subappennino dauno, sulla vetta più alta della Puglia, qui è stato scoperto l'insediamento neolitico a maggiore altitudine della Puglia, ad oltre 700 m di quota in località Boschetto, a pochi chilometri dall'attuale centro abitato.
Le sue origini risalgono tra il 1024 ed il 1054 ad opera dei bizantini del catapano Basilio Bojannes (Bogiano) e del vicario di Troia, Bisanzio de Alferana, una testimonianza dell'epoca ancora visibile è la torre cilindrica, facente parte di una serie di avamposti militari realizzati per meglio difendere la via Traiana, importante arteria di collegamento per i traffici ed il commercio tra l'Irpinia e il Tavoliere.
Non potevamo perciò non perderci tra i vicoli di questo piccolo ma accogliente paese e visitare la sua Torre Bizantina, che oggi ospita il Museo Etngrafico della Civiltà Contadina, e mette in mostra gli attrezzi che sono stati usati nei secoli per coltivare la terra, in quello che ancora oggi è chiamato “il granaio d’Italia”.
Abbiamo avuto modo anche di visitare il convento di S. Antonio, il quarto convento a venire alla luce nella Provincia minoritica con bolla di Sisto IV, il 18 giugno 1472, dopo quelli di Lucera, “SS. Salvatore” (1407); Troia; “S. Bernardino” (1440); S. Severo, “S. Bernardino” (1453).
La fondazione del convento fu voluta dal conte di Biccari Matteo Stendardo, dopo soli 53 anni dalla sua costruzione il convento aveva ospitato due frati diventati poi Santi: fra Cristiano da S. Donato (L’Aquila), ricordato il 30 maggio 1525 e fra Giovanni da Ischitella (Foggia), ricordato il 10 giugno 1525, entrambi sepolti nella chiesa del convento.


Oggi il convento è affidato alle Clarisse, le Sorelle Povere di Santa Chiara, provenienti dal Monastero Santa Maria della Pace di Norcia, che dopo il devastante terremoto di Norcia in cui hanno perso una Sorella, sono state trasferite qui, parlare con una di loro è stata una vera e propria esperienza, la suora con tanto amore per il convento che la ospita ci ha raccontato la storia di quelle mura, ma anche la sua storia e quella delle sue Sorelle che da Norcia oggi sono arrivate fino a Biccari.

 

Una volta lasciato il convento ci siamo diretti a Foggia, in un piccolo ristorante accogliente e con un arredamento favoloso che offre piatti tradizionali con ingredienti freschissimi, il Casa Nik, che io ho adorato, non solo per la sua ottima cucina ma anche per l’ambiente, per non parlare poi della gentilezza e della disponibilità dei proprietari, purtroppo avevamo poco tempo e siamo dovute scappar via prima del dolce, che comunque ci hanno incartato, dopotutto con che coraggio potevamo perderci i babà fatti personalmente dalla proprietaria?

 

Il viaggio del ritorno è stato lungo ma piacevole, il cupo cielo grigio gonfio di pioggia ha lasciato il posto ad uno splendido arcobaleno, luminoso e bello come i ricordi che questo tour mi ha lasciato.
 




Fine. 


Racconto del giorno 1: qui
Racconto del giorno 2: qui 
Racconto del giorno 3: qui


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