Pagine

domenica 13 aprile 2014

Simone Cristicchi a Buti

Tutto è iniziato qualche giorno fa, quando per caso ho appreso che Simone Cristicchi sarebbe stato presente, nel pomeriggio di sabato 12 aprile, a Buti.
Capite bene, non potevo assolutamente mancare!
E non potevo assolutamente farmi scappare l'occasione di parlargli della mia famiglia, visto che raccoglie le testimonianze di chi la guerra l'ha vissuta.
Certo, come riassumere in pochi secondi la storia di almeno 50 anni?
Ovvio, scrivendo!


Bhè, anche quello un bel problema, due giorni soli a disposizione, e quindi, poche ore, per riassumere tutto ciò che avrei voluto raccontargli, un gran casino, lasciate che ve lo dica, prima di tutto perchè per me non è facile raccontare certe cose, che ancora fanno male, perchè la memoria in noi che siamo rimasti e che abbiamo vissuto la guerra solo attraverso i racconti dei nostri nonni e dei nostri genitori, è più forte di quanto si pensi, ed il dolore è vivo, sopratutto perchè questa storia, questa verità, ci è stata negata pe anni, ed io sono convinta, che non esista futuro senza la conoscenza del passato, senza la memoria.

Difficile anche perchè, per una persona che non ha capacità di sintesi come me, fare un riassunto è praticamente impossibile, mettiamoci poi che i fatti da raccontare erano tanti, e quindi avrei dovuto riassumere in poche righe circa 50 anni, aggiungiamo che la mia, in Istria, era una famiglia numerosa e molto conosciuta, quindi si, di storie da raccontare ne ho davvero tante, e quindi ho cercato di riassumere il più possibile, certo che ce ne sarebbero di cose da raccontare, di foto da far vedere, la mia famiglia è una di quelle che l'esodo ha infranto, e come quando uno specchio si infrange a terra, ogni mio parente è volato lontano, come la scheggia di uno specchio caduto, c'è chi adesso è in America, chi è rimasto in Istria, chi è invece in Australia, e chi, come me, è in Italia.

E allora mi son messa li d'impegno, e di fretta, perchè tengo molto alla mia storia, alla storia della mia famiglia, ed in mano a Simone l'avrei saputa al sicuro, in buone mani.
Forse un giorno la racconterò anche a voi, per intero, ma preparatevi che è lunga, e probabilmente inizierà intorno all'anno 1900, perchè del 1907 è una delle foto più vecchie che i miei sono riusciti a salvare dalla guerra, e quella foto porta fino ai giorni nostri, passando per la storia dell'Istria, per i campi di concentramento, per la resistenza, e attraversando nuove terre ed oceani arriva fino ai giorni nostri.
E menomale che so scrivere, perchè, in quanto a parole io, sto proprio messa male, sarà l'emozione, o la timidezza, o il mio grandissimo difetto di non avere capacità di sintesi, fatto sta, che ieri, quando me lo sono ritrovata di fronte, le parole sono scappate, si vede son rimaste fuori dalla stanza, mille cose da dire, e riuscivo solo a pensare "grazie"...



Grazie perchè hai fatto conoscere la storia dell'Istria e dell'esodo, grazie per aver onorato la memoria di molti, grazie perchè hai fatto qualcosa di grandioso, ed hai voglia te di cercare le parole, non esistono parole per spiegare quanto hai fatto, se non un "grazie", che anche se è una parolina piccola, piccola, racchiude dentro di se anni di silenzio, anni di speranze, e vedere un grande artista, un grande uomo, come Simone Cristicchi, su un palco, a raccontare quella che poi è anche la storia della mia famiglia, per me è stata un'emozione grandissima, e questo "grazie" è pieno di libertà, riconoscimento e gratitudine, di felicità ed emozione.
Grazie perchè nonostante tutto, nonostante si neghi ancora la verità, tu sei li, e sono fiera ed orgogliosa di sapere in buone mani la storia dell'istria, perchè quando parla Simone, tutti stanno zitti, e sa incantarti con le sue parole, e mentre racconta, gli brillano gli occhi, come se quella che racconta fosse la sua storia, come se l'avesse vissuta in prima persona, perchè in fondo questa, è la storia di tutti, e non avrei potuto immaginare persona migliore per raccontarla.
 Un "grazie" lo volevo dire anche alla sua ssistente, che è stata così carina da farmi parlare con Simone, ma poi, dopo due parole che ci siamo scambiati, proprio due perchè l'emozione era tanta, ho pensato di andar via, per paura di dar noia.
Ieri a Buti, tutti aspettavano di vedere il suo spettacolo "In questi tempi di finta pace", ed eravamo tutti li, seduti davanti al palco, ad ascoltarlo in silenzio, penso che abbia un grande dono, quello di poter parlare direttamente al cuore delle persone, forse perchè lui è il primo a mettere il cuore in ciò che fa, e quando parla, incanta, e tutti stanno li, a bocca aperta, ad ascoltare assorti il suo racconto, poi ogni tanto strappava una risata, e poi cantava e ricominciava a raccontare, parlava di guerra, di sopravvissuti, e di storie che le nuove generazioni devono conoscere.
Erano presenti anche gli alunni di una scuola, penso che quando si parla di storia, non esista lezione migliore di questa, di racconti e testimonianze, di aneddoti e storie, di canzoni che commuovono, e poi alla fine, tutti in piedi ad applaudire!


Nessun commento:

Posta un commento