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venerdì 27 settembre 2013

Pizza Sirenetta

Lasciate che vi racconti una storia...
Non che a voi debba importare certo, ciò che faccio io dentro queste quattro mura, ma le storie a volte, hanno una morale, o una perla di saggezza al loro interno, la custodiscono gelosamente, come solo l'ostrica sa fare.
Ed a volte, le storie, fanno riflettere.
Io ho riflettuto molto su ciò che mi è capitato in questi giorni, e la prima conclusione è stata che sono semplicemente stata vittima di un episodio sfortunato, la seconda riflessione però è stata più profonda, mi ha fatto riflettere su quanto, dei piccoli errori, influiscano inesorabilmente sulle nostre vite, a volte, anche portando con se, gravi conseguenze.

Non sono passati molti giorni, da quella strana mattina, in cui, per attaccare il kenwood ed iniziare a fare il pane, mi accorsi che, l'adattatore a cui era attaccata anche la spina del frigo, non andava...
Non ci ho pensato due volte, e con noncuranza, ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque, ovvero: riattaccare la spina del frigo, sostituendo l'adattatore.
Ma a me serviva un adattatore che non avevo, e quello che avevo tolto dal frigo ormai era inutilizzabile, visto che non passava corrente.
Mi sono guardata intorno, per cercare una soluzione, e poi l'ho trovata, la prolunga era li, dimenticata in un angolo, allora l'ho presa, ci ho attaccato la spina del frigo, ed ho fatto per disinserire la spina della prolunga, già attaccata ad una presa nel muro, ma troppo lontana dal frigo.
Il caso ha voluto che io non avessi niente di bagnato in dosso, e che, stranamente, portassi ancora le scarpe da tennis con la suola in gomma, perchè di solito io, quando fa caldo, giro scalza in casa.
È bastato un attimo, e la corrente mi ha attraversata con una facilità che non credevo possibile....
Le mie dita mi sembravano affusolati bastoncini di metallo vibrante, incapaci di staccarsi dalla spina, diventata forte come una calamita...
Non so come, ho fatto un balzo all'indietro, così, di istinto, un attimo prima che la corrente prendesse possesso anche delle mie gambe, il tutto è durato un attimo, ma a me sembrava un eternità...
La spina non sono riuscita a toglierla dal muro, mi sono staccata e l'ho lasciata li, e ciò che ha fatto la corrente l'ho visto solo dopo.
All'istante però, ho notato la mano, di uno strano colorito scuro, a chiazze, un'pò come quando si porta la busta della spesa, troppo pesante, e troppo a lungo, fino a far dolere la mano, a fermare la circolazione.
Le dita informicolite non tremavano, scattavano come piccole anguille.
Il braccio mi faceva un male cane, il gomito, invece, faceva una strana cosa, ogni volta che lo muovevo, mandava una scossa forte verso il polso, come quando lo si sbatte contro uno spigolo.
È durata fino a sera questa mia sensazione di scossa ed insensibilità tattile, ma poi, passato tutto.
L'adattatore a cui era attaccata la spina della prolunga invece, si è schiantato, percorso da mille crepe.
Che fortuna, ho pensato, non essere stata scalza, come al mio solito, o imprudente, come al mio solito, quando le mani sono ancora umide quando faccio queste cose, pensando: non capiterà mai a me...
Che stranezza, quel salto all'indietro, un salto strano, voluto forse dall'istinto, ma io mi sono tanto sentita un gatto preso per la collottola, e velocemente spostato dalla premurosa mamma...

Poi, arriviamo a ieri.
Io sono sbadata, distratta, sempre di corsa, ed a volte, molte volte, le cose mi sfuggono.
Ieri sera, stavo preparando i totani i fritti, erano piccolini e credevo di averli puliti e sfilettati tutti, ma evidentemente, me ne era sfuggito uno....
Mi sono accorta del totano intero ma senza tentacoli, solo quando l'ho messo in padella a friggere, insieme ai suoi compagni.
"Esploderà?" Mi sono chiesta, ma poi ho liquidato questa idea, pensando che anche se fosse successo, non avrebbe di certo fatto un gran danno.
Ma poi è successo.
La sacca all'interno del totano deve essersi rotta, ed il totano è schizzato fuori dalla padella mentre una bolla d'olio esplodeva in mezzo alla cucina.
Inutile dire che il piano cottura era un disastro, ma quello che mi preoccupava di più, era che io ero piena d'olio bollente.
Non so come, nella sfortuna, io questa bolla d'olio, l'ho vista arrivare, verso di me, mentre schizzava dentro i miei occhi, e non so come , li ho chiusi, giusto una frazione di secondo prima che mi colpisse.
Ho fatto poi la cosa più sensata, che farebbe rabbrividire ogni medico, ma che con me funziona sempre, mi sono interamente cosparsa di burro, e dolorante sono corsa davanti allo specchio, pregando e sperando in bene.
La palpebra iniziava a gonfiarsi, la fronte mi bruciava, il viso era rovente e la spalla mi prendeva fuoco, per non parlare del collo...
Mi sono guardata allo specchio, e mi sono vista in uno stato orribile, come se qualcuno mi avesse tirato addosso della tinta rossa, che bruciava quanto l'inferno.
Ma il burro per me, è la manna dal cielo, e dopo poche ore, quel rosso scarlatto, ha lasciato il posto a tenui macchioline rosate, per poi scomparire pian piano.
Il dolore però non era andato via del tutto, e la palpebra restava gonfia e pulsante di caldissimo dolore.
Ho pensato "se non avessi chiuso gli occhi, probabilmente sarei in ospedale" ho pensato poi che li ho chiusi perchè ho visto arrivare l'olio, ed allora, ho detto grazie all'istinto, ancora una volta.

Adesso se mi tocco la fronte, ho sempre una striatura leggermente rialzata, che probabilmente domani sarà scomparsa.
Ma al di la di questo, e delle mille spiegazioni che mi sono data "è l'istinto, sono stata fortunata ad essere veloce, guarisco velocemente da tagli e ustioni...." 
Mi sono domandata se è davvero possibile avere una serie di sfortunate coincidenze che si intrecciano con un istinto guizzante e repentino che ti fa fare balzi all'indietro come se qualcuno ti spostasse, con olio bollente che ti schizza negli occhi ma non ti prende, e che lascia una bruciatura di gravità inferiore a quella che mi sarei fatta prendendo con le dita una patatina fritta ancora bollente...
Allora mi domando: forse abbiamo davvero qualche Santo in paradiso....

Oppure sono una mutazione gentica (ovviamente sto scherzando)


Volete cucinare la pizza per un pranzo in famiglia?
Restando in tema di storie e racconti ecco una mia ricetta per una strana pizza, che mi sono inventata ispirandomi al racconto 'la Sirenetta'


Pizza Sirenetta





Pizza rossa, condita con:
polpa di granchio ( non surimi, proprio polpa)
patè di alghe wakame
scampi a tocchetti


giovedì 26 settembre 2013

Moscardini in Tecia con Polenta

Quando oggi a pranzo, ho realizzato questa ricetta, non avrei mai pensato di iniziare questo post così...
Avevo intenzione di parlarvi di Fabrizio, che è il compagno della mamma del mio fidanzato, volevo dirvi che persona stupenda che è, sempre pieno di attenzioni, così tanto che, dopo aver saputo che la mia famiglia ha origini Istriane, ha voluto organizzare una cena tipica, dove ha portato un libro di foto, dove si vedeva la mia Cherso dall'alto.
Per cena, il menù prevedeva una sorta di cacciucco, accompagnato dalla polenta (una cosa che io adoro), e poi, un buoissimo passito ai fichi portato dalla Croazia.
Mi ha fatto così tanto piacere poter gustare nuovamente quei sapori, che oggi, avevo deciso di fare un post dettagliato sulle tradizione culinarie Istriane, ed avevo deciso di fondere il cacciucco, tipico piatto Livornese, città in cui abito, con la polenta, come si fa in Istria, solo, l'intento era proprio di "fondere" le due cose, giusto perchè il mio fidanzato mi ha portato dei moscardini, e mi ha proposto di farli "cacciuccati", come fa lui.
Ma devo rimandare tutto ciò ad un altro giorno, cioè, non prprio tutto, tutto, la ricetta la scrivo uguale, ma c'è una notiziona talmente fantastica che non sto più nella pelle!

Vi ricordate il concorso Io chef?
Il concorso organizzato dalla F.I.C in collaborazione con Teresa De Masi di Scatti Golosi?
Bene, se non ve lo ricordate il post lo trovate qui, altrimenti, se lo ricordate, sono felice di annunciarvi che:

Sono tra i 12 Finalisti!!!

Ancora non ci credo, e non sto più nella pelle, e giuro, mi sembra di sognare, continuo a rileggermi l'elenco dei finalisti, ripetendomi che non è possibile che un'opportunità così bella sia capitata a me!
Per me questa è già una grandissima vittoria, che arriva dopo un periodo buio, un raggio di sole dorato che scalda l'anima, e mi fa sognare!!!

Ringrazio di cuore Teresa De Masi, l' Unione Regionale Cuochi Lucani, la giuria, gli chef, la Federazione Italiana Cuochi, e tutti coloro che mi hanno regalato questa bellissima opportunità!!!!
Grazie infine al Magna Grecia Hotel Village che ci ospiterà!!!



Moscardini in Tecia con Polenta



Di certo mia nonna li avrebbe chiamati così, lei che cucinava tanto bene, e che i miei piatti, non li avrebbe visti neanche tanto era brava...
Di certo lei poi, non avrebbe "unito" così tanto sugo e polenta, in modo da farli diventare una cosa sola, come ho fatto io.
Ma ho voluto tentare, ed il sughetto polentoso mi è piaciuto un sacco.


800 g di moscardini
200 g di passata di pomodoro
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
2 foglie di salvia
Olio evo di majatica
3 spicchi d'aglio
una manciata di polenta
sale e pepe a piacere
1 bicchiere di vino rosso


Pulite i moscardini.
Intanto soffriggete l'aglio in camicia in una pentola di coccio, aggiungete i moscardini puliti e la salvia, sfumate con il vino.



Unite quindi la passata ed il concentrato, un bicchierone abbondante di acqua, coprite e portate a cottura.
A fine cottura aggiustate di sale e di pepe, ed unite una manciata di polenta, quanto basta per far addensare il soghetto.
Servite subito.


E questa,è la mia ricetta che è arrivata in finale:





lunedì 23 settembre 2013

Gnocchi di Patate Rosse e Melanzane su fonduta di Camembert al Bordeaux

I vicini di casa di mio padre hanno il pollice verde.
Da che ci sono loro, quell'angolo di giardino che prima ospitava solo il capanno dei piccioni ed il recinto delle galline, ed al massimo una fila di pomodori, è diventato un piccolo paradiso.
E se si ha la fortuna di avere dei vicini così, il bottino ogni volta è ricco.
Un loro amico ha portato dal suo ultimo viaggio in Romania, due buonissimi barattoli di miele per me (dei contadini, la non usano pesticidi, la differenza è tangibile, la si nota anche solo guardando il batrattolo) ed un sacchetto di patate per loro.
Ovviamente, quel sacchetto di patate, si è trasformato in un campo fiorito, e da quel campo, sono sbucati altri sacchi di patate, e da li, viene il ricco bottino che mi sono in parte portata a casa.
Sono patate particolari, piccole, bitorzolute, a buccia rossa, e molto compatte, in Romania le usano "in insalata", perchè non si sfaldano e non si riducono in purea anche se vengono cotte troppo.
La differenza in effetti si nota, si possono bollire per ore, ma lapolpa rimane soda e compatta, saporita e salina, con un gusto che si avvicina alla castagna, davvero buone!
Se poi non vengono dal supermercato, ma dal campo del vicino, lo sono ancora di più, no?
Ad ogni modo, ascoltando la storia di queste magiche patate che non assorbono acqua e rimangono compatte, ho pensato di utilizzarle per fare degli gnocchi; bhè, ho pensato che non assorbendo acqua, avrebbero richiesto meno farina, sarebbero venuti gnocchi più "patatosi" e morbidi, e così è stato.
Ovviamente, mi rendo conto che non avete a disposizione dei vicini che coltivano patate provenienti dalla Romania, per questo potrete sostituirle con patate Cherie, o pasta gialla e buccia rossa.
Man mano che impastavo, mi rendevo conto che la mia idea era giusta, le patate assorbivano pochissima farina, e quel retrogusto "castagnoso" rendeva il sapore davvero particolare e persistente.
Ho pensato quindi di prendere una bellissima melanzana striata, di quelle che hanno la polpa bianca come la neve, ed aggiungerla all'impasto, il risultato è stato una grande sorpresa.
La presenza della melanzana rendeva lo gnocco più morbido e quasi fondente, e la melanzana sposava a meraviglia quella nota di castagna, si esaltavano a vicenda in pratica.
Dato però, che questi gnocchi erano belli saporiti già di per se, talmente tanto che li si poteva mangiare tranquillamente scottati in acqua e conditi con un filo d'olio, ho pensato di affiancare un condimento dal sapore "consistente", un qualcosa di acidulo, che contrastasse il dolciastro di quella nota castagnosa, un qualcosa di vellutato, ricco e denso, che esaltasse la nota della melanzana...
Nasce così uno dei mie nuovi piatti....

Gnocchi di Patate Rosse e Melanzane su fonduta di Camembert al Bordeaux



Per gli gnocchi


200 g di patate tipo cherie o rosse di Bolgheri, o rosse Francesi
100 g di polpa di melanzana striata
farina q.b
sale e pepe nero appena macinato


Il procedimento lo sapete, bollite le patate con la buccia, quindi una volta pronte, sbucciatele, e schiacciatele.
Per la melanzana ci vorrà più tempo, dovrete avvolgerla nella stagnola e farla cuocere in forno a 180°, fino a che sarà morbidissima, quindi dovrete pelarla, tamponare il liquido in eccesso con un panno di cotone pulito e schiacciarla, a questo punto dovrete solo aggiungerla alle patate schiacciate.
Una presa abbondante di sale, una macinata di pepe, ed impastate energicamente, aggiungendo farina quanto basta per rendere l'impasto lavorabile.

Per la fonduta di Camembert al Bordeaux


50 g di burro
1 bicchiere di panna
80 ml di Bordeaux
sale e pepe
1 cucchiaio e mezzo di concentrato di pomodoro
100 g di Camembert
1 rametto di timo fresco
2 cucchiai di farina

In un pentolino fate sciogliere il burro, unite la farina e mescolate, fino a che non avrà assunto un colore dorato.
Unite il vino, continuando a mescolare, ed il timo fresco, fate restringere, ed unite la panna ed il Camembert a cubetti.
Se necessario allungate con un filo di latte.
Unite il concentrato, mescolate, salate e pepate.

Componiamo il piatto

Disponete uno specchio di fonduta sul fondo del piatto, quindi gli gnocchi conditi con un filo d'olio.
Pepate a piacere e servite.







domenica 22 settembre 2013

Cena a Viareggio!

"Pranzo o cena di pesce in riva al mare di Viareggio al Balena Restaurant Beach & Spa con trilogia di antipasti, primo e secondo a scelta come gnocchetti agli scampi o frittura con gamberi e calamari, dolce e bottiglia di vino per 2, 4 o 6 da 34 € invece di 137"


Così recitava la scritta che troneggiava sopra l'offerta di Groupon...
Voglio dire, mare, pesce,Viareggio...


Impossibile lasciarsela scappare!
Così decido di accaparrarmi questa offerta.


Prima di tutto, il Balena Restaurant non è il solito ristorante, che da sulla strada, il Balena si affaccia sulla piscina e sulla spiaggia, ed è ben lontano dal caotico traffico del viale di viareggio, nascosto dietro ad una bella facciata.
E' grande, luminoso, con vetrate da cui è possibile godersi uno splendido tramonto.
Il servizio è celere, il proprietario è una di quelle persone che fanno il proprio lavoro con passione, e che vi regalano sempre un sorriso, vi farà sentire come a casa vostra, ma coccolati come solo un grande ristoratore sa fare.

Ci sediamo a tavola, il proprietario ci porta subito un buon prosecco, ed immediatamente arrivano pane ed antipasti.




Trilogia di antipasti con rotolino di sogliola su vellutata alle carote, buono,  ma secondo me mancava un pizzico di sale, ma vabbè, io mangio parecchio saporito.



Acciughe marinate alla viareggina, buone


salmone marinato, davvero squisito!


Di primo io prendo gli gnocchetti fatti in casa agli scampi, una delizia, prima di tutto, porzione abbondantissima, condimento piccantino al punto giusto, saporito, cremoso, gli gnocchi, come quelli che preparavano le nonne, eccellente!



e dei saporitissimi spaghetti allo scoglio.


Di secondo un'orata, pescata in giornata, in crosta di patate, davvero fresca e molto buona, però ero così piena che non sono riuscita a finirla ed un fritto misto con gamberoni, calamari, verdurine miste...



Mai assaggiata una frittura così, calamari e gamberi erano freschissimi, e lo si avvertiva chiaramente, una cosa eccezionale!



Ma l'eccezionale doveva ancora arrivare, ovviamente, io non me lo aspettavo, perchè io non sono amante dei dolci, ma, la sfogliatina con crema pastiiccera mi ha particolarmente tentata.
E mi ha tentata e conquistata così tanto che alla fine ero tentata di chiedere al cameriere se era possibile portarne un paio a casa!!!



Che dire, complimenti allo Chef, per la cura e la bontà dei piatti, complimenti al personale, gentilissimo e disponibile, ecomplimenti al proprietario di questa meravigliosa struttura, che è una gioia per l'anima.
Si, si, per l'anima, perchè amerete la piscina, la vista sul mare, l'ottimo cibo, e la Spa, dico, vogliamo mica dimenticare la Spa, vero!?


     
     

sabato 21 settembre 2013

Salmone marinato alla Birra con mele arrosto, cotto su plancia di legno

Oggi ho deciso di riproporvi una mia ricetta, di cui vado molto orgogliosa, è una mia personale ricetta fusion, ed è fantastica, ero emozionatissima all'idea di prepararla per la prima volta, e lo ero tantissimo quando l'ho assaggiata, ed oggi, sono già pronti 4 mini taglieri monoporzione, che attendono di essere posizionati sulla brace....
E' una ricetta che mi piace moltissimo preparare, ed oggi, anche voi imparerete questa straordinaria cottura, ma prima, un'pò di nozioni base.
Può sembrare una ricetta elaborata, ma alla fine si tratta di mettere a marinare ed attendere.

La cottura su plancia di legno è stata inventata dagli indiani d'America, ed è poi stata adottata dai canadesi.
Può sembrare strano, ma la plancia di legno va messa a mollo in acqua, alcool e spezie, io ho eseguito delle piccole modifiche, mirando allo stesso risultato, in pratica, le spezie in infusione nell'alcool rilasciano il loro aroma, e l'alcool misto unito all'acqua, impolpa il legno, i profumi poi si sprigionano durante la cottura, e credetemi, le spezie si sentiranno chiaramente.
Ho voluto preparare del salmone, che è la pietanza più diffusa da preparare su plancia di legno, però, ho voluto "aggiungere agli ingrediernti" un tocco di cucina Polacca, ho servito quindi il salmone con le mele, come ho imparato a Varsavia , dove i secondi si accompagnano con la frutta, ma prima l'ho marinato con la birra.


Un profumino che non vi dico...
.
Cominciamo????


Salmone marinato alla Birra con mele arrosto, cotto su plancia di legno
 

Per la plancia di legno



In mezzo bicchiere di Whisky lasciate marinare un cucchiaio di miscela di spezie Colorado, indicata per carni rosse, la mia scelta è caduta su questa miscela perchè ho voluto trattare il pesce in maniera particolare, ed ho voluto usare un mix che esaltasse l'affumicatura e la marinatura del salmone, con la birra.
La miscela Colorado è composta da:
pepe, coriandolo, semi di senape, noce moscata,kummel, cumino, zenzero, pimento, origano, basilico, timo, glcosio, rosmarino, urcuma, foglie di alloro, chiodi di garofano, cipolla, e chili.

Unite la miscela di spezie al Whisky e lasciate in un barattolo chiuso, in infusione, per una notte.


Il giorno dopo:


acqua
whisky con le spezie


In un recipiente disponete la planca di legno.
Molto spesso viene utilizzata di legno di cedro, adattissima per il pesce, la si puù trovare anche nei negozi che vendono articoli per il bbq, se avete la fortuna di trovare una sezione di albero da frutta, come è successo a me, il risultato sarà anche migliore, devo avvertirvi però, che dopo poche cotture, il tagliere sarà da buttar via, perchè pian piano il sotto si brucerà e diventerà inutilizzabile.
(La plancia da me utilizzata è in legno di albicocco)


Una volta disposta la plancia nel recipiente, versatevi sopra il whisky e coprite con acqua.
Lasciate a bagno per 4 ore.
Per il salmone

1 trancio di salmone (200 g a persona) con la pelle

200 ml di birra chiara artigianale
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
1 peperoncino
pepe nero
olio extra vergine d'oliva

Fate marinare il salmone, precedentemente deliscato, per non più di tre ore, in una marinatura composta da 200 ml di birra, 4 cucchiai di olio, sale e pepe, una cipolla tagliata a tocchetti, uno spicchio d'aglio schiacciato, il rametto di rosmarino, sale e pepe.
Una volta trascorsa  la marinatura pulitelo per bene e mettetelo da parte.

La cottura su plancia di legno



1 mela rossa
ramoscelli di rosmarino
1 limone
sale e pepe
olio extra vergine d'oliva

Toglietela la plancia di legno dalla sua marinatura.
Tagliate a fette non troppo spesse la mela.
Tagliate a metà il limone e passatelo sulla superficie delle fette di mela affinchè non si anneriscano, quindi disponetele sulla base di legno, unite qualche rametto di rosmarino, salatele e pepeatele, disponetevi sopra il salmone, salatelo, pepatelo ed irroratelo con un bel filo d'olio.


La cottura non sarà accessivamente lunga, tutto dipende dallo spessore della plancia e della grandezza del salmone, ma preparatevi ad un'esperienza unica.
Il legno rilascerà l'aroma della miscela delle spezie durante la cottura, insaporendo perfettamente il salmone, il legno poi, bruciandosi pian piano, conferirà un piacevolissimo retrogusto di affumicato.
Non dovrete far altro che disporre la plancia sopra la griglia con sotto la brace, nel vostro bbq, e poi, coprire tutto, se non avete il bbq che si copre allora potete creare una cupola con la stagnola, da posizionare sopra alla plancia, il risultato sarà ugualmente perfetto, ma la cottura più lunga.
Infine, se proprio non avete un bbq, potete disporre la plancia in padella, ricoprire la padella con la stagnola, e quindi coprire con un coperchio o con un'altra padella.





Con questa ricetta, partecipo al Contest di Vaty
 


con questa ricetta partecipo al contest del blog “lastufaeconomica”

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venerdì 20 settembre 2013

Cheesecake al Parmigiano ed uva

Se c'è una cosa che adoro dei rinfreschi, è che non so mai cosa aspettarmi.
L'unica cosa certa in queste occasioni, è che puntualmente, io mi presento con l'idea di mangiare abbuffarmi con stile, in modo da non apparire una morte di fame che fa scorta di cibo, e pntualmente, finisco ad abbuffarmi e basta, lo stile lo lascio da qualche pate, tra la frutta e i crostini...

Una volta, anni fa, mi invitarono ad una grande inaugurazione, di un negozio prestigioso, i "pochi eletti" che avevano l'onore di partecipare all'inaugurazione, venivano accompagnati in un giardino, ed in giardino, grandi tavolate imbandite erano in attesa di essere assaltate.
Camerieri eleganti, un tavolo con calici di vetro e buon vino, ed io che alla fine, anche se sulle tavole c'era ogni cosa si potesse immaginare (mai come il rinfresco a S.Marino con Lola Ponce, Max Biaggi, Ruben Xaus, Noriyuki Haga, Broc Parkes, Yukio Kagayama e Ben Spies, immaginatevi un rinfresco a base di sushi e ciliege grandi quanto noci...) sono rimasta folgorata (ah, a proposito di folgorazione, ieri sono quasi rimasta attaccta alla corrente, non so manco io come ho fatto a staccarmi...) da una grande forma di parmigiano, aperta a metà, e ripiena di scagliette, contornata da enormi grappoli d'uva.
Avrò mangiato si e no un grappolo intero, con una scaglietta per ogni chicco, e questo abbinamento mi è piaciuto così tanto, che oggi, a distanza di anni, ho pensato di riproporlo, ovviamente inventandomi una ricetta che, volendo, può essere presentata tranquillamente ai vostri ospiti al momento dell'aperitivo, accompagnata da un buon calice di vino bianco.

Cheesecake al Parmigiano ed uva







Per la base


130 gr di sciacciata secca
60 gr di burro fuso
40 g di pistacchi

Sbriciolate la schiacciata, riducete i pistacchi ad una granella grossolana, uniteli alla schiacciata ed al burro, dispnete il composto sul fondo della teglia , trasferite in frigorifero e fate raffreddare.

per la crema al parmigiano


400 g di robiola
400 g di philadelphia
sale e pepe
100 g di parmigiano grattugiato
100 ml di panna fresca
3 fogli di colla di pesce
olio extra vergine d'oliva Novis Azienda Iannarilli Ferruccio

Ammollate i fogli di colla di pesce in acqua fredda.
Intanto unite la robiola, il philadelphia ed il parmigiano, condite con sale, pepe ed olio.
Intanto scaldate la panna, quindi unitevi la colla di pesce ammollata e ben strizzata, fatela sciogliere per bene, mescolando, e lasciate intiepidire.
Unite quindi la panna al composto di formaggi, disponete sulla base croccante e lasciate raffreddare in frigorifero

Per la gelatina di Uva bianca


300 ml di succo di uva bianca (appena spremuto)
1 pizzico di sale
1 foglio di colla di pesce

Ammollate la colla di pesce in acqua fredda.
Scaldate il succo d'uva, quindi scioglietevi la colla di pesce, e fate intiepidire.
Appena sarà tiepido versate sopra la base di formaggio e fate raffreddare in frigorifero.
Guarnite a piacere con chicchi d'uva.

Il  meraviglioso Piatto che vedete in foto è di Porcellana Bianca

giovedì 19 settembre 2013

Tortelloni ripieni di melanzana di rotonda affumicata e Triglia saltati al burro di bufala e Pinoli

Quante cose da fare in questi giorni!
I primi giorni di scuola di Keira sono lunghi ed intensi, un sacco di faccende da sbrigare, di cose da comprare..
Io intanto incrocio le dita sperando che riesca a cavarsela bene...
Tra i mille e mille impegni, qualche giorno fa, il corriere mi ha beccata per un soffio!
Mi ha consegnato un pacco contenente un regalo bellissimo, ed io dovevo assolutamente parlarvene perchè quando ho deciso di ordinarli su Poinx, ero scettica, e timorosa, si sa, comprare i coltelli su internet è sempre un azzardo, colorati poi, lo è ancora di più...
Ma appena sono arrivati, (ho scartato il pacco che sembravo una bambina la mattina di Natale) mi sono ritrovata davanti dei coltelli serissimi, bellissimi a vedersi, perchè così colorati portano allegria in cucina, ed eccellenti, super taglienti, ed ovviamente, li ho subito messi all'opera.
I miei bellissimi coltelli colorati rivestiti in ceramica sono stati così incignati per affettare il salmone, sfilettare una triglia, tritare melanzane, sminuzzare mozzarella....
Perfettissimi!
Tanto perfetti che, nonostante il tempo a mia disposizione, che è praticamente nullo, mi hanno messo una voglia di cucinare assurda!
Se li volete anche voi non vi resta che andare su Poinx, hanno un sacco di cose interessanti, e non solo di cucina!
Non preoccupatevi se l'offerta al momento è esaurita, fonti ben informate mi dicono che presto tornerà (così io comprerò un'altra serie di coltelli, che son perfetti per fare un Signor regalo)!

Oggi quindi, presa dalla voglia di cucinare qualcosa di particolare, mi sono armata (letteralmente) di coltelli, ingredienti ottimi e...

Sinceramente non mi piace tantissimo come li ho presentati, però il sapore era buono, e questo è importante.
Il ripieno si scioglieva in bocca, con quella nota di affumicato esaltata dal burro di bufala, il tutto era molto delicato e la triglia si sentiva davvero molto bene.
Per esaltare il ripieno ho preferito saltarli in poco burro, senza sughi o salse che avrebbero appesantito il piatto.
Il pomodorino conferisce la giusta acidità che altrimenti sarebbe venuta a mancare, ed i pinoli, quel croccante inaspettato che strega il palato!



Tortelloni ripieni di melanzana di rotonda affumicata e Triglia saltati al burro di bufala e Pinoli
 




Per le melanzane


melanzane rosse di rotonda g 200
olio Roi extra vergine di oliva  Monocultivar Taggiasca


Affettate finemente le melanzane, fatele dorare in una padella con l'olio, aggiungete 1 bicchiere d'acqua e portate a cottura a fuoco lento, non appena saranno cotte tritatele, e passate all'affumicatura

Per affumicare le melanzane:

In una pentola disponete su un lato un cartoccetto di carta stagnola.
Riempite lo con foglie di salvia secche e timo.
Date fuoco a foglie e rametti, soffiate sulla fiamma, affinchè si spenga, ed appena vedrete "la punta rossa" dalla quale esce un bel filo di fumo, disponete le melanzane dalla parte opposto della pentola, chiudete il coperchio e lasciate affumicare almeno 20 minuti senza aprire mai.

Per la pasta

100 g di farina 
sale q.b
Unite tutti gli ingredienti, lavorate a mano impastando con forza, aggiungendo acqua a filo fino ad ottenere un impasto liscio e malleabile, quindi stendete e ricavate tanti cerchi.
Per il ripieno
1 triglia
melanzane
1 spicchio d'aglio
1 mazzetto di prezzemolo
sale e pepe
In una padella fate soffriggere lo spicchio d'aglio tritato molto finemente.
Intanto sfilettate la triglia, deliscatela e tritatela grossolanemente.
Unite la triglia alla melanzana, e fate saltare in padella per un minuto, a fuoco vivace, unite quindi il prezzemolo tritato.
Salate, pepate e tenete da parte

Componiamo il piatto
burro di bufala
timo fresco
pomodorini tipo pachino 
pinoli
Prima di tutto, dovete realizzare i tortelloni, quindi, una volta pronti, cuocerli nel consommè di pomodoro, la ricetta è semplicissima e la si può preparare con giorni di anticipo, guardatela qui.
In una padella tostate i pinoli e teneteli da parte
In un'altra padella fate sciogliere il burro di bufala, quindi, una volta sciolto, unite le foglioline di un rametto di timo ed i pomodorini tagliati in 4, saltate a fuoco alto, quindi unite i tortelloni scolati, pepate e servite.
Ultimate coronando il piatto con i pinoli tostati.



Partecipo a:





Coltello da chef  rosso lama 19 
Coltello da pane azzurro lama 19 
Coltello da intaglio  verde lama 19 
Coltello multiuso  fucsia lama 11.5 
Coltello per sfilettare  arancione lama 8


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