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mercoledì 21 marzo 2012

Un dessert da favola, Mini Cake alla Mousse di Albicocche

Giorni fa ho scoperto un contest interessantissimo, "C'era una volta in cucina...", la parte divertente è che, per partecipare, si deve pubblicare una ricetta con una favola, inventata o già esistente, io non avevo ben chiara la ricetta che volevo postare, ma avevo già deciso quale storia raccontare.
Una storia che scrissi anni fa per la mia bambina....



Il principe senza regno

C’era una volta, in un regno lontanissimo, un re tanto malvagio ed avido, che comandava a bacchetta i suoi poveri sudditi, facendoli vivere nel terrore.

Questo re, conosciuto da tutti come “re di ghiaccio” aveva un figlio di nome Ezechiele.

Re di ghiaccio era così avido che non voleva cedere il trono neanche a suo figlio, il suo interesse era solo quello di circondarsi di ricchezze.

Il piccolo principe Ezechiele desiderava un regno tutto suo, ma il padre gli impediva sempre di comandare.

Così, un giorno, Ezechiele prese la sua spada di rame,la sua armatura di bronzo ed il suo asinello sellato con briglie di corda, e partì alla ricerca di un regno tutto suo.

Cammina, cammina, Ezechiele arrivò in un piccolo villaggio ai confini del regno di suo padre.

Un contadino, che se ne stava seduto a guardare i viandanti, rise sbeffeggiando il povero ragazzo.

- Dove pensi di andare con quell’asinello dalle briglie di corda?- disse divertito il contadino.

- Voglio andare molto lontano, per trovare un regno tutto mio dove potrò essere il principe - rispose Ezechiele.

- Tu!Il principe??- disse ridendo il contadino – Ma non farmi ridere!! Non credo proprio che tu sia un principe! Dove hai lasciato la tua scorta!?!

E dove sono le tue ricchezze??!! –

Il contadino continuò a ridere mentre il principe continuò tristemente il suo cammino.

Il sole era alto nel cielo e picchiava sulla terra come in una torrida giornata di mezza estate.

Non si vedeva, neanche di lontano, né un lago, nè un fiume.

Non c’era neanche un albero dove fermarsi all’ombra a riposare.

Cammina, cammina, Ezechiele arrivò al secondo villaggio.

Correva voce che un grande drago sbarrava il passo ai viandanti che volevano proseguire il loro cammino.

Il principe pensò dunque di liberare il villaggio da quella grande minaccia. Ezechiele non si scoraggiò, e si diresse verso la grotta dove dimorava il terribile drago.

- Cosa pensi di fare con quella ridicola

spada di rame? – lo derise un

abitante del villaggio.

Il principe non si fermò e proseguì.

Entrò nella grotta buia, e si ritrovò davanti ad una bestia orrenda, con le squame color della lava incandescente e gli occhi rossi come tizzoni ardenti.

Il drago era veramente enorme, con lunghi artigli neri insanguinati e file di denti affilatissimi.

Il principe con tanto coraggio si inoltrò nelle profondità della caverna impugnando saldamente la sua spada.

Il drago lo guardò con aria di sufficienza,

- come osi giovane cavaliere?

entrare nella mia dimora…- disse il drago.

- Io sono il principe Ezechiele, e sono venuto fin qui perché sei una minaccia per la gente del villaggio.-

- Quindi sei qui per scacciarmi?- replicò il drago ridendo – E cosa ti fa pensare che io non ti riservi il trattamento che ho riservato agli altri, forti e coraggiosi cavalieri che sono venuti a sfidarmi?

Potrei arrostirti e mangiarti in un sol boccone!-

- Lo so – disse Ezechiele intimidito –ma io ti chiedo di andartene, per favore…-

- E così tu mi chiedi per favore…- disse il drago divertito – Nessuno mai mi ha chiesto per favore, ma se questo è il tuo volere, io me ne andrò, ma prima voglio che tu abbia questa in mio ricordo. -

Così dicendo il drago spalancò le sue grandi e pesanti ali, liberando scintille infuocate, lasciando cadere nelle mani del principe una grossa squama luminosa.

- Questa – disse il drago – è una delle

mie portentose squame, non può essere scalfita neanche dalla spada più tagliente.

Ti proteggerà sempre.-

Il drago spiccò il volo verso terre lontane.

Ezechiele una volta tornato al villaggio, pensò che adesso, i cittadini lo avrebbero acclamato, ma niente, continuavano a ridere di quel povero ragazzo che, in sella ad un asinello e con una spada di rame aveva scacciato il drago.

Ezechiele ripartì alla volta di terre lontane.

Camminò per giorni attraversando ispide montagne innevate, ed aride terre bruciate dal sole.

Finalmente un giorno scorse un grande villaggio all’orizzonte.

Tutti gli abitanti stavano festeggiando, il villaggio era allestito con banchetti di cianfrusaglie, e giocolieri allegri giravano per le strade facendo divertire i bambini.

Una tigre dal lucido manto striato se ne stava intristita ed incatenata in bella vista su una pedana.

- Perché piangi? – domandò

Ezechiele alla tigre.

- Perché oggi, dei cavalieri si

sfideranno, ed il vincitore, riceverà

in premio, la mia bella pelliccia…-

- Non preoccuparti tigre, vincerò io,

ed in premio avrai la libertà.-

Ezechiele si diresse verso una grande piazza, dove un signore dai vestiti variopinti e sgargianti, prendeva nota con una bianca piuma d’oca, su una pergamena, i nomi dei partecipanti al torneo.

Appena l’uomo vide arrivare Ezechiele, scoppiò a ridere.

- E tu ragazzino, con quello stupido

asinello, quella piccola spada di rame, e quella insignificante armatura di bronzo, pensi veramente di sfidare questi possenti cavalieri? –

- Certamente mio signore, io voglio

sfidare tutti i cavalieri qui presenti.-

Ezechiele aspettò ansioso il suo turno nel torneo.

Poi qualcuno chiamò il suo nome, ed il principe uscì nella piazza in sella al suo asinello.

Sguainò la sua spada ed impugnò come uno scudo, la squama che il drago gli aveva donato.

Si sistemò in posizione davanti al suo avversario, ed aspettò che il combattimento avesse inizio.

Il principe ed il cavaliere avversario iniziarono un feroce combattimento, ma Ezechiele, nonostante lo svantaggio, non dava segni di voler rinunciare.

Il suo avversario cercava inutilmente di colpirlo, perché il principe si parava egregiamente con la grossa squama di drago, che non mostrava neanche un graffio.

Il primo incontro si concluse con Ezechiele vincitore, ed anche il secondo, ed il terzo, e così via…

Il principe riuscì a vincere tutti gli incontri.

Ed in premio ebbe la tigre.

- Ecco, sei libera adesso – disse

Ezechiele alla tigre.

- Mi hai salvato la vita – rispose grata la tigre – vi sono riconoscente, permettetemi di seguirvi. –

Il principe acconsentì e ripartì lasciandosi alle spalle gli abitanti del villaggio che continuavano a prenderlo in giro.

Di villaggio in villaggio le genti deridevano quello strano trio, un ragazzo con una misera armatura di bronzo ed una piccola spada di rame, che andava dicendo di essere un principe, in sella ad un piccolo asinello con briglie di corda, ed una tigre che lo seguiva ad ogni suo passo.

Ezechiele, la tigre e l’asinello attraversarono freddi fiumi, colline erbose e vaste pianure, vagarono per giorni e giorni, in cerca di un regno in cui il povero principe potesse finalmente governare, ma la ricerca si dimostrava inutile.

Il ragazzo si fermò a riposare all’ombra di un albero.

- Tigre mia – disse tristemente – non

troverò mai un regno tutto mio, io non sono destinato a salire su un trono…-

- Non disperare – rispose la tigre – vedrai che un regno lo troverai. –

Appena la tigre ebbe finito di pronunciare queste parole dall’albero cadde un’albicocca d’oro, che si aprì come un fiore che sboccia, rivelando una calda luce, che dette vita ad una bellissima fata dai capelli color delle susine mature, con occhi verdi come il prato di primavera e guance lisce come le pesche.

- Caro mio principe, sono una fata

del bosco, e ti seguo dall’inizio del

tuo viaggio.

Ero con te quando sei stato deriso

Perché non avevi con te una scorta

o mille ricchezze, ero con te quando

hai incontrato il drago, ed ero con te

quando hai salvato la tigre.

Sei stato buono e coraggioso, non ti

sei mai fermato, neanche davanti

alle difficoltà.

Non importa ciò che hai, è ciò che

sei, che ti rende grande.

Non sono le pietre preziose che

dimostrano chi sei, ma il coraggio e

la bontà fanno vedere al mondo, ciò

che vale veramente il tuo cuore.

E tu Ezechiele, hai un cuore d’oro.

Ti dono ciò che tanto hai cercato, un regno da governare, un trono e dei sudditi.

Governa con saggezza ed i

tuoi desideri diverranno sempre

realtà. –

L’albero per magia si trasformò in un sontuoso castello e le albicocche, cadendo a terra, dettero vita al popolo di questo nuovo e meraviglioso regno.

Ezechiele, al fianco della sua fidata tigre, governò con saggezza, come la fata aveva detto, diventando un re generoso ed acclamato dal suo popolo.

Fine.

Mini Cake alla Mousse di Albicocche


La ricetta che ho deciso di abbinare a questa storia scritta da me è una mini cake con base cioccolatosa e mousse di albicocca, ho voluto ricreare "la magia" dell'albicocca che si trasforma in una luminosa fata, ho così trasformato le albicocche in una freschissima e golosissima mousse.

Per la mousse di albicocche:

4 albicocche
1 albume
7 cucchiai di zucchero
2 fogli di colla di pesce
250 ml di panna fresca
1 cucchiaino di succo di limone
1 pizzico di cremor tartaro
1 pizzico di pannafix

Montate la panna con pannafix, a parte montate l'albume con il cremor tartaro, riducete le albicocche in purea, e zuccheratele.
Ammollate la colla di pesce in acqua fredda, quando sarà morbida fatela fondere a fuoco basso in un pentolino ed unitela subito alla purea di albicocche.
Unite albume, panna montata e purea di mele, mescolate con una spatola, disponete la mousse sopra il cerchio di pan di spagna al cioccolato.
Trasferite in frigorifero e fate riposare circa 2 ore.
Quindi servite guarnendo con frutta fresca.

3 commenti:

  1. Shamira ma che bella favola e che fantastica minicake ...... ma perchè non viviamo vicine??? :(
    bacioni, Flavia

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  2. ma che dolcissima storia ^_^
    la rileggo volentieri gustando la mini mousse

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  3. piacere di conoscerti e grazie per aver partecipato con la tua bella fiaba al mio contest!
    da oggi ti seguo anch'io :)

    buona giornata

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