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sabato 13 febbraio 2010

Scarcella : la treccia pugliese

Giorni fa, girovagando sul web, o forse è meglio dire "navigando", mi imbatto in un curioso contest su "anice & cannella", l'obbiettivo è chiaro : Puglia e Basilicata a tavola, ricette tradizionali Lucane o Pugliesi, e fin qui ok, perchè le ricette del meridione sono una leccornia, si, tutto ok fino a che non mi rendo conto che, tutte le ricette che conosco, non appartengono ne alla Puglia, ne tantomeno alla Basilicata...
E così partono le telefonate agli amici :
"non è che per caso hai
qualche lontano parente in Puglia?...No è?..."
Missione fallita, tra le mie conoscenze, aimè, nessuna residente in queste due regioni.

Ma il contest è
allettante, una piacevole sfida per me, e così, decido di rimboccarmi le maniche e fare una bella ricerca, mi imbatto in diverse ricette interessanti, a dire il vero ho avuto l'imbarazzo della scelta, ma alla fine opto per "La Scarcella", e qui apro una piccola parentesi con qualche delucidazione su questo tipico dolce Pugliese:



La Scarcella è un tipico dolce Pugliese, che a seconda della località in cui viene preparata cambia nome e forma, ed è così, che sempre in Puglia, ci imbattiamo nel corrucolo, nella scarciofa, o nella palomba,
tutti nomi della nostra scarcella, altrimenti conosciuta come "treccia Pasquale" o "treccia Pugliese"
.
La Scarcella può avere la forma di colomba, di cuore, di cestino, ma la forma più tipica e la più antica è sicuramente la versione che vi propongo oggi, quella a forma di treccia.
Si dice che questa ricetta sia molto antica, preparata già al tempo degli imperatori romani, si dice inoltre, che, data la bontà e la semplicità di questo dolce, ogni regione volle adottarne poi la propria versione, ed è per questo che troviamo una
versione simile nelle Marche, o in Lombardia, ed anche in Veneto, ma dobbiamo ringraziare le massaie Pugliesi per questo regalo della tradizione.
Perchè proprio una treccia?
Semplice, adottato come dolce tipicamente Pasquale, la Scarcella racchiude in se i simboli pagani e cristiani della Pasqua, la treccia: simbolo di eternità, adottato già dalle religioni pagane pre-cristiane (come la ghirlanda natalizia ad esempio)
l'uovo: simbolo di rinascita e ritorno alla vita, (la resurrezione), la croce di pasta con la quale l'uovo, o le uova, vengono fermate sulla treccia, e la croce non c'è bisogno di spiegarla, è il crocefisso, la passione di Cristo...
Perche le uova?

Perchè la particolarità di questo dolce, sicuramente è quella di essere servito ricoperto di zucchero a velo o confettini colorati, ma è anche quella di avere incastonate tra croci di impasto un uovo, oppure le uova, perchè si può arrivare fino ad un massimo di 21, l'importante è che siano sempre dispari, in quanto i numeri dispari sono propiziatori, viene regalato dalle fidanzate ai propri ragazzi per
ricambiare la palma benedetta.

Piaciuta la ricerca?

Ad ogni modo, gli ingredienti sono pochi, ma devono essere eccellenti:

500 gr di farina bianca

100 gr di zucchero

100 gr di
ottimo olio di oliva
circa 150 ml di latte tiepido
uova

zucchero a velo o confettini


In un recipiente versate farina e zucchero, e con una forchetta amalgamate il tutto con l'olio.
Versate poi il latte a filo impastando con le mani fino ad ottenere una consistenza liscia e compatta, molto simile alla pasta frolla dei biscotti, l'olio sprigionerà tutto il suo profumo.
A questo punto formate la vostra treccia, datele forma circolare e adagiatevi l'uovo o le uova, che fermerete con una croce di pasta.
Pennellate con un uovo sbattuto ed infornate a 180° per 40 minuti, una volta sfornata spolverate con lo zucchero a velo.

Semplice
vero?
Con questa ricetta partecipo al contest "Puglia e Basilicata a tavola".

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