Cera una volta,non molto tempo fa, in una terra non molto lontana, al di là del mare, chiamata Sardegna, una famiglia molto ricca.Il conte e la contessa Dessì avevano avuto due figli, che crescevano forti e sani.Non c'era figlia di nobili che non volesse conoscerli, in paese erano amati ed apprezzati da tutti.La madre aveva assunto per loro le migliori insegnanti, ed i due giovani crescavano colti e pieni di interessi, il più giovane amava la caccia, ed il più grande si dilettava con la lettura e l'equitazione.Il padre, ripeteva loro ogni giorno la fortuna che avevano avuto a nascere in una famiglia di Conti, ricca e fortunata, e ribadiva loro ogni sera l'importanza di sposare una nobildonna di nobili origini per non insozzare la linea di sangue.Ma alla villa dei conti Dessi, pochi anni dopo la nascita dei due fratelli, era nata una bambina, figlia di una serva, ed alla morte della donna, la ragazza, in giovane età, vene presa a servire al posto della madre.Era una bella ragazza, con occhi verdi come i prati della sardegna e capelli ondulati come le onde del mare increspate dal vento del primo pomeriggio, ciuffi color nocciola le ricadevano sulle bianche spalle mentre eseguiva i lavori domestici, una ragaza umile e dolce, con la pelle bianca come la luna, non passava di certo inosservata, ma non amava gli sguardi degli altri su di se, cercava quindi di passare sempre inosservata e teneva sempre lo sguardo basso, era esile e taciturna ma di una dolcezza infinita.Un giorno però, lo sguardo della giovane serva e del fratello più grande si incrociarono, e fu amore a prima vista.Il giovane cercò di convincere il padre a dargli il consenso per sposare la serva, ma il Conte non voleva saperne.Per i due giovani era impossibile star lontani, ed un giorno la giovane serva rimase incinta.La giovane serva era disperata, un matrimonio con il suo amato era impossibile, e lei avrebbe dovuto crescere da sola il frutto del loro amore, il giovane Conte invece, andò nuovamente dal padre, per spiegargli la situazione e per chiedergli il permesso di sposare la giovane, ma il Conte andò su tutte le furie, e lo minacciò : se non avesse cacciao immediatamente di casa la serva con il bambino che aveva in grembo allora avrebbe fatto sì che al giovane non spettasse niente della sua eredità, e lo avrebbe privato delle terre e del titolo.Ma il giovane, che era un uomo giusto, disse al padre che non ci sarebbe stato bisogno di privarlo del suo titolo, in quanto lui stesso rinunciava ad ogni suo avere, al titolo ed alle terre, e se quello era il prezzo da pagare per stare con la donna amata e con suo figlio, lo avrebbe pagato volentieri.Il padre e la madre fecero di tutto per fermarlo, fino a rinchiuderlo nelle sue stanze, ma il giovane una notte di tempesta riuscì a fuggire, raggiungendo la sua amata che a sua volta era stata rinchiusa in un fienile, i due presero un cavallo e cavalcarono tutta la notte per fuggire alle guardie del padre che li inseguirono, era qasi mattina quando finalmente trovarono un posto che i due credevano sicuro.I due giovani si fermarono, ed entrarono velocemente in una baracca di legno marcio che avevano trovato in mezzo alla sterpaglia in un campo, mentre fuori infuriava una tempesta come Dio comanda, la giovane serva dette alla luce un bellissimo bambino.Al mattino quando la tempesta fu passata, i due uscirono dalla baracca, e guardarono il bambino alla luce del sole, era forte e robusto, con grandi occhi verdi e guance rosa come i petali del pesco.-Mi dispiace mia cara, ma ho dovuto rinunciare al mio cognome per poter staere con voi, nostro figlio perciò, non potrà avere il cognome della mia famiglia, dovremmo trovargliene uno noi- esordì il giovane un po' rammaricato...I due si guardarono intorno, e davanti alla porta della baracca videro un albero di pesco, forte e robusto, che aveva reistito alla tempesta senza perdere neanche un fiore, così si guardarono sorridendo - è forte come un albero, ed ha radici profonde anche se nessuno le potrà mai vedere, ha gli occhi verdi come la vita ed è forte come questo pesco che è nato nella brulla terra, contro la volontà dell'uomo e senza l'aiuto di nessuno, ha le guance rosee come i fiori di pesco, il suo cognome sarà: Pesco!-
Questa è la storia del mio bisnonno, e di come è nato il cognome Pesco, che ancora i miei parenti portano; non so perchè ma nella mia famiglia, per via di questa storia, ci siamo sempre sentiti legati all'albero del pesco ed ai sui frutti, tanto che in ogni nostro giardino, ed in ogni nostro fazzoletto di terra, troneggiava sempre un albero di pesco, ed i bambini gli giravano intorno e ci si arrampicavano sopra per mangiare le pesce succose e dolce come nettare.
Non a caso, quando ho saputo di un contest sulle pesche, mi ci sono fiondata, ed ho ideato un dessert che mi ricordasse in tutto e per tutto la mia infanzia.
Le briciole delle nocciole e le scaglie di cioccolato che la nonna mi spolverava sulle pesce appena raccolte, la crema pasticcera con cui farciva crostate di pesce morbide come il burro, e lo zucchero alla vaniglia, croccante e dal profumo di ricordi, ho messo ttto in questo dessert, i profumi della mia ianfanzia, i suoi sapori ma anche le sue immagini, volevo che fosse un'istantanea della mia vita, del mio passato, e di quello che sarà il futuro della mia famiglia, di mia figlia e dei suoi figli, giovani rami di questa famiglia nata da un albero di Pesco, ho voluto perciò raffigurare una pesca in tutta la sua semplicità, quando matura cade dal ramo, ed affonda nella terra morbida e profumata di muschio, che ne attutisce la caduta, quasi per dirle "sei un frutto così prezioso che sarò sempre pronta ad accoglierti con gentilezza quando cadrai".
All'interno di un guscio di croccante zucchero alla vaniglia, una leggera crema pasticcera alla pesca con dadolata di pesche, il tutto viene accolto da un letto di cioccolato e nocciole.
E' caduta una pesca in Giardino
Per la Crema alle Pesche
Ricetta tratta da "Alchimie in Cucina"
50 g di maizena
5 tuorli
1 mazzetto di foglie di salvia ananas
250 ml panna fresca
250 ml di latte intero di capra
150 g di zucchero
20 g di burro
Fate bollire il latte unendo le foglie di salvia ananas.
Appena bolle spegnete e lasciate la bacca in infusione per 10 minuti.
A parte sbattere con le fruste i tuorli con lo zucchero,appena saranno spumosi unite il latte a filo e la panna.
Unite la maizena e sbattete ancora con le fruste, quindi fate addensare sul fuoco.
Tenete da parte.
Fate raffreddare e poi unite
150 g di pesca spellata e tagliata a dadolini
100 g di purea di pesca frullata
50 g di mascarpone
Montate il mascarpone con una frusta, ed unitelo alla crema con una spatola, mescolando dal basso verso l'alto per incorporare aria erendere leggera la crema, come se fosse una mousse, unite la dadolata di pesca e la purea, ottenuta frullando la polpa della pesca con il suo succo, ottenuto con una centrifuga.
Per la "Pesca" di zucchero croccante alla vaniglia
1 cucchiaino di zucchero a velo alla vaniglia
150 g di isomalto
colorante alimentare giallo oro
Unite in un pentolino tutti gli ingredienti, attendente che si fondano e disponete il composto in due stampi a forma di semisfera, di silicone, attendente che si raffreddi completamente.
Impiattiamo
150 g di cioccolato fondente
50 g di nocciole
fiori eduli
salvia ananas
Tritate grossolanamente il cioccolato con le nocciole, disponete una semisfera di zucchero al centro, farcitela con la crema e chiudetela delicatamente con la seconda semisfera, spolverate con fiori eduli a piacere, ultimate con un rametto di salvia ananas.
Favoloso!!!! Sei bravissima!
RispondiEliminaGrazie mille!
EliminaFantastica! Bravissima un piatto così bello non lo vedevo da tempo!
RispondiEliminaSono davvero felice di leggerti, grazie di cuore!
EliminaSpettacolo!! Sempre super brava e sorprendente!
RispondiEliminaStupende! Voglio provare a fare i gusci di zucchero, sono troppo belli. Complimenti
RispondiEliminaEccomi, Shamira, sono fra i tuoi followers. E grazie per esserti iscritta fra i miei. Tu sei di una bravura mostruosa! Tecnica e creatività ad alti livelli. Sarà un piacere leggerti.
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