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domenica 11 maggio 2014

Dolce Sognar...

Quando ero una ragazzina sognavo di andare a vivere a Parigi.
Ma non era uno di quei sogni, che si perdono negli angoli di un immaginario cassetto, no, la mia era una vera e propria storia, e come tutte le storie che si rispettano, inzia con un "C'era una volta...".

C'era una volta una bionda ragazza, che amava i film retrò, i gatti, e le collane di perle.
Viveva in una piccola città sul mare, ed ogni giorno si ripeteva "La casa è dove si trova il cuore", e lei sapeva bene, che il suo cuore, apparteneva ad un unica città:Parigi.
Voleva vivere nella città che amava, perfezionare il suo francese, ed anche se diventare una ballerina ètoile dell'Operà sarebbe stato bello, era abbastanza realista da sapere di non possedere il fisico adatto (o il talento, visto che la sua formazione di danza si era fermata a quei due mesi di corso frequantati quando aveva si e no un paio d'anni...), ma voleva il suo piccolo appartamentino, anche piccolino, piccolino sarebbe stato per lei come una reggia,  magari sopra ad una boulangerie, per svegliarsi la mattina con il profumo dei croissant.
Già si vedeva, andare in giro per boutique, a sognare l'haute couture, a pranzare ai piedi della Tour Eiffel, sbocconcellando una baguette; e la sera, a fissare dalla finestra di casa, la ville lumiere, in compagnia di un gatto accoccolato, di una abat jour liberty ed un carillon a sorseggiare una flute di vino rosè.
Così, imparò a conoscere quella terra che tanto amava, iniziò a viaggiare per tutta la Francia, girandola in lungo e in largo, imparando a riconoscerne ogni prelibatezza, dalle ostriche d'Arcachon, al prelibato formaggio Comtè, il pan Brioches, la rougail, ai palets du Mont Saint Michel, per finire con un calice di Bordeaux ed un piatto di escargot à la Bourgiognonne.
Passava i pomeriggi a leggere grossi libri, leggeva di storie e leggende, studiava arte e architettura di quella terra che profumava di lavanda e rugiada, che sapeva di buono e foglie di vite, e non voleva perdersi neanche un dettaglio. 
Durante i suoi viaggi si innamorò perdutamente dei campi pieni di filari viola di lavanda in Provenza, delle praterie verdi smeraldo e sconfinate della Normandia, del vento che sferza tra le scogliere in Bretagna, della dorata Versailles...

Ed il sogno si faceva sempre più vicino, con qualche lavoretto e l'aiuto dei suoi metteva da parte ogni centesimo, ed intanto, nei suoi pensieri, l'appartamento già prendeva forma, e si vedeva li, a lavorare in un bistrot, servendo a tavola cocotte fumanti di Soupe à l'oignon, a passeggiare per Montmartre tra turisti incantati e giovani artisti, avrebbe sicuramente passato i pomeriggi di festa al Louvre...

Sono passati 10 anni da quando, allora 16enne, avevo riempito il mio armadio di cartoline e ritagli di giornale con immagini di Parigi.
Mi sentivo un'pò come in un film Disney, in cui la principessa, sogna la libertà ed il principe azzurro, e la mia libertà era vivere a Parigi, il mio principe la mia città.
Poi, quello che è successo lo sapete tuti, bèh, forse non tutti, comunque, sul più bello, quando già leggevo gli annunci per prender casa, ecco che arriva Keira, e della serie "c'est la vie" i miei soldini li ho spesi tutti per vestitini, gonnelline, tutine....


La Francia però, mi è rimasta nel cuore, ho ancora appeso al muro, il ritratto che mi feci fare a  Montmartre, sulle mensole troneggiano le cornici con le foto sul bateaux mouche e decine di libri e film ambientati a Parigi, sul comodino il Carillon preso a Disneyland Paris con dentro tutti i miei bijou, ed in cucina scaffali di libri di ricette Francesi.
Se alzo gli occhi, riesco a vedere, sulla mensola sopra il pc, la guida ed il dvd di Parigi, la che poi, dopo la prima volta, la cartina neanche mi serviva più, conoscevo Parigi come le mie tasche, potevo arrivare dove volevo anche ad occhi chiusi!
Nell'armadio ho ore ed ore di filmati, girati durante i miei viaggi in Francia.
Nel cassetto tengo sempre la speranza di poter tornare...

E dopo anni ed anni, passati tra i fornelli, eccomi qua, ho fatto virtualmente il giro del mondo, ho studiato le cucine di altri popoli, ho diviso e condiviso ciò che avevo e che sapevo, ho donato i miei racconti ed ho fatto tesoro di chi mi ha fatto il regalo pezioso di raccontarmi i suoi.
Sono passata dalla cucina Creola a quella Spagnola, da quella Marocchina a quella Libanese, per fermarmi poi, su quella Italiana, ed approfondirne i piatti della tradizione, ed eccomi qua.
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Così, quando ho saputo che Tribù Golosa, in collaborazione con 750 grammes primo sito di ricette francese e organizzatore del Salon du Blog Culinaire in Francia, presentano il Paris Food Trip: un evento culinario internazionale conviviale, che si terrà a Parigi il 13, 14 e 15 giugno 2014, stava cercando un ambasciatore della Cucina Italiana ho colto l'occasione al volo!
L'italia ha mille piatti che meriterebbero di esser portati, ed il mio primo pensiero era andato a posarsi su un dolce, poi però ho pensato: "cosa rappresenta l'italia nell'immaginario di tutti?"
L'italia è terra di sole, di olio, vino, parmigiano, di orti e vigne,  di pomodoro e basilico, di bruschette, di eccellenza e materia prima, perciò, forse oso troppo, ma io vorrei portare la semplicità, la storia, la base della nostra cultura...

Ovvero: gli spaghetti al pomodoro, voglio dire, fanno pure i campionati mondiali di pasta al pomodoro e mezzo mondo (si, lo so, a noi Italiani sembra strano), non la sa ancora preparare...
Sembra una cavolata, lo so, ma la cucina Italiana si basa su questo, sulla tradizione e sui consigli che vengono tramandati di madre in figlia, perciò, poter condividere la base della cultura culinaria Italiana, lo trovo giusto.

Mezzo mondo non sa che la pasta non va stracotta, che la pasta al pomodoro non si fa nè con il concentrato nè tantomeno con il ketchup, (si, lo so è orribile, ma lo fanno), la pasta al pomodoro è fatta di attenzioni e materie prime....

Spaghetti al Pomodoro 


Già li vedo i malpensati che leggendo il titolo della ricetta hanno pensato "ee guarda questa si è messa a fare gli spaghetti al pomodoro, che novità!".
No, non è una novità, è un classico della tradizione Italiana, quell'Italia osannata dal mondo per la buona cucina, quell'Italia che un piatto di pasta valeva più di mille parole, quell'Italia che ancora offre al turista fremente di desiderio pasta e pizza.
Bèh si perchè anche se disponiamo di eccellenze gastronomiche fuori dal comune, un turista, appena sbarcato in terra Italica, non andrà al ristorante stellato a farsi spillare soldi per calici di vino e piatti strani, ma andrà alla trattoria, quella in periferia, un'pò fuori mano, con fuori la pineta, ci va perchè ci è capitato per caso, si intende, perchè dopo aver noleggiato la macchina ha sbagliato strada, e la moglie storce il naso quando varcano la soglia della trattoria, e quando si siedono una sedia dondola un'pò, ma una volta aperto il menù non ci sono dubbi, potranno esserci anche 50 piatti sul menù, ma state tranquilli che la coppietta straniera sarà interessata da tre piatti, solo tre.
Lasagne, Pizza e Spaghetti al Pomodoro.


Adesso io non sono qua a dirvi di aprire un barattolo di pelati, o di sugo pronto, son qua perchè dietro ad un piatto di pasta al pomodoro, ci sono mesi e mesi di lavoro.

Soltanto due regole prima di iniziare: materie prime eccellenti e pazienza, tanta pazienza....

Prima di tutto la pasta, partiamo dalla pasta, non andate a prendere la prima pasta che vi capita a tiro sullo scaffale del supermercato, scegliete una pasta di un pastificio serio, magari appartanente ad una famiglia che si tramanda quel lavoro da generazioni, che utilizza materie prime Italiane e stampi in bronzo che conferiscono una perfetta ruvidità, che fa essiccare poi la pasta con pazienza per giorni.

Passiamo al sugo, bèh, ovviamente ognuno ha il suo modo, ed il metodo migliore è quello delle nonne, ma la seconda regola da seguire, dopo aver scelto la pasta, è quella dei pomodori.
Rigorosamente S.Marzano, sbollentati e privati della pelle, o conservati, preferibilmente dell'orto o bio a km zero.
Io utilizzo i pelati dell'orto che ogni anno conservo in quantità industriale in tanti barattoli di vetro.


Olio; io son Toscana, mio nonno produceva uno dei migliori oli che io ho mai avuto il piacere di assaggiare, vorrete mica tralasciare l'olio vero?
Extra vergine d'oliva, Italiano, tassativo.
Per me è d'obbligo che l'olio in questione sia spremuto a freddo, con macine in pietra.
Un segreto?
Più la bottiglia è scura più l'olio è buono, così dicevano i contadini quando andavo a Frangere le olive, la luce è nemica dell'olio, diffidate dalle bottiglie verdoline, scegliete un olio di classe e di carattere.

Svelati olio, pasta e pomodoro passiamo agli altri ingredienti.


Il Sugo


1 gambo di sedano bianco*
3 carote piccole col ciuffo**
1 cipolla bianca
olio extra vergine d'oliva
pomodori pelati circa 250 g
sale e pepe
1 peperoncino secco
1 spicchio d'aglio
acqua, circa 250 g

basilico


Tritate finemente il gambo di sedano, le carote e la cipolla, fatele soffriggere in poco olio in una padella antiaderente insieme al peperoncino.
Unite quindi i pelati, allungate con poca acqua, frullate, unite il basilico tritato fine e lasciate cuocere a lungo, almeno 30 minuti, a fiamma dolcissima.
Quando il sugo diventerà rosso intenso sarà giunto il momento di aggiustare di sale e pepe.


*Il Sedano bianco ha un sapore più delicato
** scegliete sempre le carote con il ciuffo, sono più saporite, morbide e fresche.


La pasta
 
Scolate la pasta al momento giusto, la regola la vuole al dente.
Saltatela in padella nel sugo e servite, non impiattate, "servite" siate abbondanti nelle porzioni, non siate avari, non siate chic, ed abbandonate le mini porzioni, questo è un piatto che riporta all'infazia, ai pomeriggi passati a giocare in giardino dopo l'asilo, ai pranzi dai nonni, questo è un piatto dei ricordi, e per chi di voi ha visto Ratatuille, questo è un piatto, che se fatto a regola d'arte può riportare ai ricordi d'infanzia un critico culinario, che si alzerà da tavola felice, con gli occhi sognanti e la bocca tutta rossa.
Accompagnate con un buon vino, anche se non c'è bisogno di dirlo, meglio se rosso, uno di quelli buoni davvero.

Coronate questo piatto con un filo d'olio a crudo, due foglie di basilico ed abbondantissimo parmigiano!

E son convinta che se lo fate ai vostri bambini, a regola d'arte, ve lo chiederanno ogni giorno!

3 commenti:

  1. E' la mia preferita, amo l'Italia, tanto,tantissimo e vorrei per lei ambasciatori appassionati e disinteressati come te. Ciao e buona settimana, bionda fanciulla che sognava Parigi :-)

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  2. Tu sei geniale. Tua figlia è fortunata ad avere una mamma come te. La creatività, se c'è in una casa, la si respira fin da bambini. Saluti da Rimini

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    1. Grazie mille! Mi scalda il cuore leggere le tue parole!

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